Scalfaro l'informazione è di tutti di Renato RizzoIrene Pivetti

«Un tema vitale per il Parlamento in vista delle scadenze elettorali» Il presidente: in democrazia è fondamentale garantire «pari condizioni» Scalfaro: l'informazione è di tutti «In Rai spazio a maggioranza e opposizione» ANCONA DAL NOSTRO INVIATO La Rai deve essere uguale per tutti, ogni partito ha il diritto «di potersi esprimere e di farsi ascoltare»: Oscar Luigi Scalfaro sembra schierarsi con Bossi e D'Alema che, in queste ore, contestano l'operato del vertice di viale Mazzini. Il governo stia attento: in democrazia è fondamentale il principio della «par condicio», della pari opportunità, specie in previsione dell'appuntamento elettorale di giugno '95. Il Presidente, per dar forza a questo ammonimento, getta sul tappeto tutta la sua autorità di «garante delle istituzioni». E, poi, quasi temendo di non essere stato abbastanza esplicito nella richiesta di pluralismo all'interno dell'informazione radiotelevisiva, lascia la tribuna dalla quale ha parlato agli amministratori pubblici di Ancona e si ferma con i giornalisti: «Voi meritereste il Nobel per l'insistenza - dice sornione a chi domanda se quel monito sia davvero un riferimento alla recente "rivoluzione di Saxa Rubra" -. A che cosa volete che alluda quando parlo di "par condicio" nell'esprimersi e nell'ascoltare? Alla "par condicio" dei succhi gastrici?». Quello della Rai è un tema «vitale» per Scalfaro che confida di averne già «fatto cenno prima di affrontarlo pubblicamente»: colloqui che, sembra di capire, hanno avuto come interlocutori Irene Pivetti, Carlo Scognamiglio e, magari, anche Silvio Berlusconi. Lo sfogo di oggi è figlio, forse, della scarsa attenzione dimostrata dai vertici istituzionali? Non hanno, forse, trovato orecchie benevole i richiami alla necessità di garantire voce a tutti i partiti? Eppure queste sono questioni «indispensabili», così come è «indispensabile» che i partiti possano «dire ciò che pensano». Scalfaro, quasi a sottolineare la portata globale di queste affermazioni, non fa nessun richiamo specifico e diretto al governo: sono Camera e Senato le sedi in cui si deve discutere la questione Rai, è lì che le forze politiche hanno il dovere di confrontarsi o di scontrarsi. E, così, si infiamma il pre¬ sidente, «è al Parlamento che mi permetto di indicare questo tema vitale in vista delle scadenze elettorali». Se le parole sono pietre, il Capo dello Stato in questa prima tappa di una «tre giorni» che lo porterà anche a Osimo, Loreto e Bassano del Grappa, ne ha lanciate molte e pesanti. Al punto che, come a giustificarsi di fronte ad eventuali accuse di «fare politica», avverte: «Questi sono argomenti che fanno capo alla responsabilità di chi porta il peso di supremo moderatore». Un diritto-dovere che, in serata, durante un incontro all'università, spiega in modo ancora più chiaro: «Se la mia sedia condiziona la mia libertà farei meglio ad alzarmi per difendere almeno il residuo della mia dignità di uomo». La vicenda Rai, insomma, è qualcosa che va al di là delle diatribe o delle risse all'interno del governo: è paradigma della vita di un Paese dove si scontrano necessità di tenuta democratica e pesantezza del monopolio. Ecco, allora, la rivalutazione del ruolo dei partiti non solo come «voci» che si raccontano attraverso gli schermi di una tv davvero pluralista: «La democrazia, per vivere, ha bisogno, come punto di unione tra la gente e le istituzioni, di un organismo: chiamiamolo partito, ente, movimento, chiamiamolo come vole¬ te. Ciò che conta è che si compia un'opera di mediazione, che è essenziale per la società perché sia sulla base di totale parità. E' il principio della "par condicio"». Ma per consentire alle forze politiche di esercitare dignitosamente queste funzioni non si può chiudere loro la canna dell'ossigeno. Scalfaro non si nasconde che «in passato, ci sono state polemiche perché lo Stato dava soldi ai partiti». Comunque, dice, bisognerà pur trovare un modo per garantire la sopravvivenza di organismi così essenziali alla democrazia. La strada? Finanziamenti trasparenti «anche per evitare le deviazioni ed impedire che si tornino a caricare di lavoro gli eccellentissimi magistrati». Fra i quali, forse, il Presidente inserisce, con qualche malizia, anche l'iperoccupato Antonio Di Pietro. Trasparenza dell'informazione Rai, finanziamento dei partiti: sono palle di fuoco che il Capo dello Stato getta fra le gambe delle forze politiche ponendo una sorta di sigillo alla ribellione della Lega e dando fiato all'opposizione. Problemi assillanti, anche se Scalfaro riconosce che «governo e Parlamento sono fortemente assorbiti anche dalla legge finanziaria, un impegno estremamente delicato perché si tratta di pagare i debiti». Ma anche qui, «par condicio»: non è pensabile che i sacrifici gravino pesantemente soltanto sui più deboli. Renato Rizzo «Un tema vitale per il Parlamento in vista delle scadenze elettorali» Il presidente Oscar Luigi Scalfaro ieri ad Ancona con il ministro Antonio Guidi. A destra, Irene Pivetti, presidente della Camera

Luoghi citati: Ancona, Bassano Del Grappa, Loreto, Osimo