Bonn i vescovi «assolvono» i divorziati di Emanuele Novazio

Una lettera pastorale lascia intravedere la possibilità di risposarsi in chiesa Una lettera pastorale lascia intravedere la possibilità di risposarsi in chiesa Bonn, i vescovi «assolvono» i divorziati «Riammettiamoli ai sacramenti», il Vaticano frena BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I vescovi tedeschi vogliono «riaprire la strada dei sacramenti» ai divorziati che si sono risposati, ma Roma li richiama all'ordine. Già nei prossimi giorni la disputa potrebbe sfociare in un documento ufficiale della Santa Sede: un rimprovero formale - o almeno una messa a punto delle rispettive competenze in campo dottrinale e teologico, secondo indiscrezioni di fonte tedesca che il Papa avrebbe deciso dopo aver convocato in Vaticano i vertici della Chiesa cattolica tedesca. Secondo la rete televisiva Swf, colloqui in tal senso sarebbero avvenuti la settimana scorsa fra il cardinale Lopez Trujillo, presidente del Consiglio pastorale per la famiglia, monsignor Karl Lehmann, dal 1987 presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Oskar Saier, suo vice e vescovo di Friburgo, e monsignor Walter Kasper, vescovo di Rottenburg-Stoccarda e responsabile della catechesi agli adulti. La distanza fra Roma e l'episcopato tedesco sarebbe considerevole, su questo tema scottante, e coinvolgerebbe ormai quasi tutti i suoi settori. Alla riunione federale svoltasi proprio in questi giorni a Fulda, anche i vescovi più conservatori, secondo l'agenzia cattolica Kna, hanno espresso solidarietà a Lehmann, Saier e Kasper: i tre autori della Lettera pastorale nella quale si invita la Chiesa a cambiare atteggiamento nei confronti dei divorziati e a impedirne l'emarginazione, con¬ cedendo la comunione e la benedizione anche a chi decide di risposarsi. In sostanza - anche se questo punto non viene affrontato esplicitamente - lasciando intravedere la possiblità di risposarsi in Chiesa. La situazione per i divorziati cattolici che si risposano è particolarmente difficile, in Germania, Paese biconfessionale dove ogni anno falliscono quasi trecentomila matrimoni. Più che in Italia, dove il cattolicesimo è tanto ampiamente condiviso quanto disatteso, in Germania i cattolici che divorziano si sentono discriminati, messi ai margini dalla comunità della quale fanno parte. Per questo, già vent'anni fa il Sinodo tedesco aveva invitato Roma a ripensare il proprio atteggiamento: a mostrarsi più conciliante, meno rigida con loro. Invano: nel nuovo catechismo presentato l'anno scorso, si ridabiscono tutte le premesse morali e teologiche della condanna ai divorziati. Non si intravedono spira¬ gli per nessuna revisione «morbida» in tema di sacramenti, dunque. L'iniziativa di Lehmann, Saier e Kasper nasce di qui, sia pure con molte cautele: i divorziati che si risposano, dice in sostanza la loro «Lettera», non dovrebbero essere esclusi dall'esecuzione degli uffici pastorali, dai servizi ecclesiastici e dalla partecipazione attiva agli organi consultivi. Quanto ai sacramenti, la decisione dovrebbe essere lasciata alla loro coscienza individuale: che ognuno decida da sé, insomma, dal momento che non ci si può attendere «una generale, formale e ufficiale autorizzazione della Chiesa». E dal momento che c'è differenza fra chi è stato costretto a rompere il matrimonio e chi, al contrario, l'ha spezzato in modo colpevo¬ le. Neanche queste cautele sono bastate: il Vaticano rimane contrario all'apertura invocata dai vescovi tedeschi e respinge il modello della Chiesa ortodossa, al quale Lehmann guarderebbe invece con interesse. La Chiesa orientale ha una disciplina dei sacramenti uguale a quella cattolica: anche per gli ortodossi dunque il matrimonio è indissolubile; ma dopo un certo periodo di ammenda e attesa, i divorziati hanno la possibilità di risposarsi, e chi lo fa viene ammesso ai sacramenti. All'apertura della riunione episcopale di Fulda, lunedi scorso, monsignor Lehmann non ha affrontato direttamente il tema: il suo discorso non conteneva nessun accenno al suo dissenso con Roma, ma difendeva con passione il «Documento di dialogo» preparato dal «Comitato centrale dei cattolici tedeschi». In particolare, è stato notato, Lehmann ha fatto sua una frase di quel «Documento»: «Il dialogo è importante, di fronte al grande pluralismo e individualismo della nostra società». Un passaggio interpretato come un attacco ai vescovi che condividono fino in fondo le preoccupazioni di Roma. Emanuele Novazio Già nei prossimi giorni la disputa potrebbe sfociare in un documento di condanna da parte della Santa Sede Papa Giovanni Paolo II Il Vaticano è contrario all'apertura dei vescovi tedeschi ai divorziati

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Karl Lehmann, Lehmann, Lopez Trujillo, Oskar Saier, Walter Kasper

Luoghi citati: Bonn, Germania, Italia, Roma, Stoccarda