Un terrore millenario diffuso da pulci e topi

Un terrore millenario diffuso da pulci e topi Un terrore millenario diffuso da pulci e topi IL RITORNO DELLA MORTE LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Responsabile dell'epidemia che si è scatenata in questi giorni in India, e chissà di quante altre che lungo i secoli hanno sterminato intere popolazioni anche in Europa, è un bacillo a forma di spilla da balia grande poco più di un millesimo di millimetro. Dal nome del medico svizzero Alexander Yersin che lo scoprì nel giugno del 1894, durante la peste di Hong Kong, si chiama Yersinia pestis; o, alternativamente, Pasteurella pestis. E' fra i killer più pericolosi della Terra, anche se in tempi recenti non ha colpito mediamente che 1500 persone l'anno (uccidendone 200). Si tratta, per lo più, di epidemie circoscritte: in Africa (Zaire e Madagascar) e in Asia (Birmania, Viet- nam e India), dove esistono focolai endemici; ma anche, talora, nell'America Latina e, più raramente, nel Nord America. Spiegano i medici che ne esistono tre forme: la peste bubbonica (la più frequente, ma anche la meno mortale poiché talora uccide non più del 30 per cento delle vittime), la peste setticemica (più grave ma più rara) e la peste polmonare, quella che ha colpito la città indiana di Surat e che risulta essere la più micidia¬ le (poco meno del cento per cento di decessi). Il bacillo della peste bubbonica, che in questi giorni ha messo in allarme lo Stato indiano di Maharashtra senza uccidere per ora neppure una delle vittime, è trasmesso dal ratto, attraverso le sue pulci (ne esistono circa 200 tipi). Quando il ratto muore le pulci cercano un nuovo «ospite» e possono pungere l'uomo; ma talora le cattive condizioni igieniche e la sovrappopolazione - è il caso dell'India - favoriscono la migrazione delle pulci, attraverso panni e vestiti sporchi venuti a contatto con i ratti. Questo tipo di peste - improvvisa febbre alta, vertigini, delirio - si chiama bubbonica perché si manifesta generalmente con la formazione di bubboni in corrispondenza dei linfonodi ascella- ri, inguinali e del collo. La cura è affidata alla tetraciclina, un antibiotico con struttura derivata dal naftalene, a largo spettro d'azione. Ma la prevenzione è l'unica arma sicura: si tratta di uccidere i ratti e le pulci, e in questi giorni l'India ha riscoperto - nonostante tutti i pericoli che ne caratterizzano l'azione - il famigerato Ddt. La peste polmonare è più grave perché il batterio colonizza i polmoni e provoca rapidamente la morte per insufficienza respiratoria. E' anche la forma meno controllabile perché il contagio avviene per via aerea, come sta accadendo a Surat: persino il Ddt si rivela inutile, se non nella perenne lotta contro il ratto. Come per la peste bubbonica, la tetraciclina è l'unica cura valida; ma occorre una diagnosi precoce, che non sempre è possibile perché il male - caratterizzato da febbre e tosse con espettorazioni sanguigne - non si presenta con la stessa forma violenta della peste bubbonica. Nell'un caso come nell'altro il rischio di un'«importazione» in Europa è remoto. I ratti infetti possono certamente arrivare con le grandi navi, che però sono generalmente sottoposte a bonifica quando arrivano da zone a rischio. Senza i ratti, e senza le pulci, il pericolo scompare. Più reale, sebbene remoto, è il rischio di contagio della peste polmonare: basta una persona infetta per diffondere il bacillo; ed è proprio quella la paura che sta spingendo le autorità di Bombay a predisporre piani per proteggere i suoi 12 milioni di abitanti. [f. gal.] Napoleone in un lazzaretto egiziano

Persone citate: Della Morte