Le notti della II Repubblica di Fabio Martini

6 I neodeputati scoprono la mondanità. «Quelli di prima? Arroganti. Questi sembrano bambini» Le notti della II Repubblica / «nuovi» fra salotti e discoteche LA POLITICA AL NIGHT AROMA L «Gilda» è una seratina frizzante, tutta inchini, baci, spintoni, drink che scivolano sulle giacche, ma all'una e mezzo le luci si abbassano e va in onda la languida melodia di «Yesterday». Et voilà la sorpresa: in pista, allacciati uno all'altro ecco Alessandro Meluzzi, l'onorevole psichiatra di Forza Italia, ed Elisabetta Bertotti, la leghista di Trento che con i suoi sorrisi solari è l'anti-Pivetti del Carroccio. Trentotto anni lui, ventisette lei, Alessandro ed Elisabetta si stringono sempre più, le labbra si avvicinano e finalmente scocca il bacio appassionato. Prima uno, poi un altro, alla faccia degli sguardi incuriositi e avvelenati dei presenti. E quando il Meluzzi si «slaccia» non c'è un filo di impaccio nella sua voce, anzi se la cava con una delle sue spiritosaggini: «Vendiamo l'intero servizio dell'accoppiamento hard-core in cambio di una cifra adeguata!». E poi, con tocco meno felpato del solito: «Visto? Ho cercato di dare... corpo alla mia politica di... distensione verso la Lega...». E la Elisabetta? Meluzzi torna a fare il signore: «Una ragazza molto intelligente. E' lei l'anti-Pivetti: se l'Irene è corrucciata e sembra una via di mezzo tra Giovanna d'Arco e la Sfinge, Elisabetta è il contrario, è spiritosa, solare...». E così, la notte brava della Bertotti e del Meluzzi - incuranti dei curiosoni e del paparazzo più tenace - inaugura un nuovo stile mondano, lo stile-seconda Repubblica. Più slacciato. Più plateale. Ecco une che se ne intende come Giancarlo Bornigia, inventore del «Piper» e proprie-\ tario del «Gilda»: «La differenza con i politici della prima Repubblica - dice lo zio Born, re delle notti romane - è che quelli di ora sono molto più giovani, gli piace divertirsi e in compenso hanno meno malizia». E Salvatore Taverna, il cronista mondano che Fellini chiamava il «poeta della notte», pennella così: «Quelli di prima erano arroganti, sicuri di sé, quelli di adesso, quando vengono in discoteca, sembrano dei bambini col giocattolo nuovo. Le pierre, che sono abilissime, li ammaliano, li coccolano e loro bevono, ballano, ridono beati...». E così l'altra notte, al «Gilda», il locale più ambito della Seconda Repubblica, ecco la sorpresa: tra i tavoli con tovaglie nere e rosse, le polpettine al cinghiale e i cosci di agnello, c'era una sfilata di nuovi politici che non finiva più: ecco Giorgio Jannone, trentenne deputato «azzurro» plurilaureato, ecco la bella Cri¬ stina Matranga, quarantunenne deputata «azzurra» di Palermo, circondata d> complimenti, il leghista Antonio Marano, trentasettenne sottosegretario alle Poste, Giovanni Ongaro, 36 anni, imprenditore di Brescia anche lui del Carroccio. Mancavano soltanto i missini d'assalto, Ignazio La Russa col suo pizzetto e Teodoro Buontempo, ballerino goffo, ma scatenato. In compenso c'erano tanti altri deputati del Polo, che con nonchalance passavano accanto alla bellissima Lilian Ramos, una celebrità conquistata grazie alla foto che la ritraeva (senza gli indumenti intimi) accanto al presidente brasiliano Itmar Franco. E l'altra sera, forse eccitata dalla presenza di tanti politici, la bruna Lilian ha fatto la «mossa»: ha spostato rapidamente le ginoc¬ chia, a beneficio dei tanti sguardi famelici. Racconta Bornigia: «Tra prima e adesso non c'è confronto: erano pochi e ben individuati i politici della prima Repubblica che si facevano vedere la notte, ora sono molti di più di prima». Sono tutti scomparsi gli ex re della notte, Altissimo, Martelli, Pomicino. Tutti tranne uno: Gianni De Michelis. Già, l'inguaribile ballerino è improvvisamente riapparso qualche sera fa sul divano rosso del «Jackie O'», un altro dei locali ardenti della Roma by night. Ma l'agilissima pancia dell'ex doge socialista non è l'unico ponte tra la prima e la seconda Repubblica. Ci sono loro, le tre regine dei salotti romani, che appena hanno visto spegnersi le antiche stelle, hanno spalancato le loro porte ai nuovi potenti. E così la bionda, fascinosa Guya Sospisio, se prima ospitava Altissimo, De Michelis e Martelli, oggi nel padiglione delle feste affrescato da trompe l'oeil, preferisce Bossi, Biondi, Dotti e Tremonti. Anche se spiega: «Non sono una salottiera vicina ai nuovi potenti, ma una signora che riceve in casa sua per parlare di tematiche sociali». E chi invece non ha completamente dimenticato i vecchi della prima Repubblica è Donatella Pecci Blunt che nel suo magnifico pa¬ lazzo in piazza Aracoeli, a due passi dal Campidoglio, ospita abitualmente Lamberto Dini e la signora Donatella, Cesare Previti e la moglie Silvana, il vicepresidente del Consiglio Pinuccio Tatarella, il Richelieu di palazzo Chigi Gianni Letta, ma anche Amintore Fanfani e Virginio Rognoni. E poi c'è la brillantissima Maria Pia La Malfa Dell'Utri, moglie di Alberto, manager Fininvest e fratello di Marcello. Nel suo splendido appartamento a due passi da piazza Ungheria sono di casa gli uomini Fininvest, a cominciare da Silvio Berlusconi che quando ancora non era in politica, si metteva al pianoforte e suonava i brani di Aznavour e Bécaud. Fabio Martini Al Gilda il bacio proibito tra la Bertotti e Meluzzi E' ricomparso De Michelis A sinistra, l'ex ministro Gianni De Michelis. Sotto Ignazio La Russa, a destra Teodoro Buontempo A lato Donatella Pecci Blunt, regina delle notti romane. Sopra, Inazzurro» Alessandro Meluzzi con la collega leghista Elisabetta Bertotti

Luoghi citati: Brescia, Trento