Per singolare coincidenza escono contemporaneamente «Il postino» di Radford e «Il corvo» di Proyas

Massimo Troisi e Brandon Lee; il doppio addio Per singolare coincidenza escono contemporaneamente «Il postino» di Radford e «Il corvo» di Proyas Massimo Troisi e Brandon Lee; il doppio addio Due film diversissimi però accomunati da un triste dato di cronaca PRIME CINEMA Troisi e Maria Grazia Cucinotta in un momento de «Il postino» Brandon Lee in una scena di «Il corvo», horror cupo e piovoso PER nero caso, per una coincidenza singolare, escono contemporaneamente film diversissimi accomunati da un dato di cronaca: tutt'e due i giovani protagonisti sono morti verso la fine della lavorazione. Troisi morì per il cuore malato a quarantun anni, il 5 giugno scorso, all'indomani della conclusione de «Il postino» di Michael Radford; Brandon Lee morì a ventotto anni sul set, ucciso da un incidente rimasto misterioso, il 31 marzo 1993, tre giorni prima del termine delle riprese de «Il corvo» di Alex Proyas. Questo dà alla loro presenza grande pathos, uno speciale strazio nostalgico, un tocco funesto, ed ha pure conseguenze sui rispettivi film. Lavorando a «Il postino» Troisi era già molto fragile, ha raccontato il regista, doveva venir sostituito nelle sequenze in cui pedala veloce in bicicletta e in altre scene, non era in grado di recitare per più di due ore al giorno: sullo schermo il bravo amatissimo attore appare sfinito e patito, con lo sguardo spaventato e i gesti incerti, molto commovente. Ne «Il corvo», secondo i realizzatori, Brandon Lee è stato resuscitato e fatto agire per le parti mancanti con un mirabolante sistema computerizzato di trasferimento e ridefinizione di sue immagini: può essere vero ma può anche essere un'esagerazione pubblicitaria, dato che il protagonista compare spesso di spalle nel film molto buio, spesso ha la faccia alterata da una candida maschera di biacca con pitture nere, spesso è sostituito da due controfigure molto acrobatiche e a lui somiglianti. I film sono tutt'e due derivati da opere pre-esistenti: l'uno dal romanzo dello scrittore cileno Antonio Skàrmeta «Ardente paciencia», pubblicato in italiano da Garzanti con il titolo «Il postino di Neruda»; l'altro dai fumetti in bianco e nero dell'americano trentaquattrenne James O'Barr, pubblicati in albo nel 1991 e ora in uscita da noi con il film. Tutt'e due raccontano storie semplici, eppure non potrebbero essere più differenti. «Il postino» umanistico, che pochi giorni fa inaugurò la Mostra del cinema a Venezia, è la storia dell'amicizia tra il famoso poeta cileno comunista Pablo Neruda, immaginato dal film in esilio politico su una piccola isola del Sud italiano, e il giovane postino incaricato di recapitargli la corrispondenza. Al ragazzo insoddisfatto e sensibile quel le¬ game apre il mondo ignoto della cultura e della idee comuniste, trasforma la vita, fornisce il linguaggio dell'amore per la ragazza che sposerà, consente d'accorgersi della bellezza del suo paese, dà il desiderio d'essere lui stesso poeta e militante: come a dire che poesia, politica e amore possono essere tutt'uno nella non mutilata passione di vivere; che la poesia può insegnare a parlare e pensare, a riconoscere le emozioni e ad esprimerle, a vedere il mondo e a volerlo cambiare. Intenzioni eccellenti, riuscita modesta. Troisi è toccante, Philippe Noiret recita Neruda in equilibrio (a volte in squilibrio) tra macchietta e nobiltà, Maria Grazia Cucinotta è naturale e bellissima. «Il corvo» horror è la storia d'un rocker assassinato insieme con la sua ragazza da teppisti metropolitani, che ad Halloween, nella Notte del Diavolo del 30 ottobre, risorge dalla tomba per vendicarsi ammazzando uno dopo l'altro gli uccisori. Il corvo è appunto un corvo nero, emblema della vita nella morte, che scorta, guida e aiuta il protagonista nel suo percorso di massacro, prestandogli anche il proprio sguardo (parecchie inquadrature sghembe in bianco e nero costituiscono la visione corvina della realtà) e le proprie facoltà. Cupo, piovoso, lurido come certi vecchi video musicali, il film meno costoso di quanto sembri immerge sempre nell'oscurità e nel diluvio i suoi personaggi grunge tutti vestiti di pelle nera, mescola dark e kitsch, romanticismo mieloso e violenza efferata accompagnati da una colonna sonora molto bella, cimiteri ed edifici gotici, distruttività insignificante e sorelle-amanti, invocazioni al caos anarchico («Fuoco e fiamme! Fuoco e fiamme!»), struggenti memorie d'amore, frastuono da discoteca, sangue e lutto. Il protagonista morto è naturalmente immortale e invulnerabile (ogni buco di pallottola, ogni ferita fisica si richiude o rimargina all'istante), il che attenua molto la tensione dell'azione vendicatrice; la vicenda procede anche per lampi rossi d'immagini frantumate, per iperbole. Nel racconto nero abbastanza divertente, non è male il capo-teppa che contempla nostalgicamente una palla di vetro dentro la quale finta neve leggera cade su un miniaturizzato cimitero. Lietta Tornabuoni IL POSTINO di Michael Radford con la collaborazione di Troisi Con Massimo Troisi, Philippe Noiret, Maria Grazia Cucinotta Commedia. Italia 1994 Cinema Eliseo Blu, Olìmpia 1 di Torino; Astra di Milano; Ariston, Atlantic, Ciak 1, Paris, Reale, Ritz Rouge et Noir di Roma IL CORVO (The Crow) di Alex Proyas con Brandon Lee, Michael Wincott Ernie Hudson, Bai Ling Horror. Usa 1993 Cinema Ambrosio 2, Ideal di Torino; Corso di Milano; Cola di Rienzo, King, Maestoso 2, Savoy di Roma Sul volto dell'attore italiano commoventi segni di fragilità 1 e su Retendino avrà il ar» cioè di ato di susciori curiosità latutrradazia Cucinotta de «Il postino» e in una scena upo e piovoso o, per una singolare, emporaneaissimi acco di cronaca: i protagonierso la fine Troisi morì o a quaranugno scorso, a conclusioPMD

Luoghi citati: Halloween, Italia, Milano, Roma, Torino, Venezia