Mani pulite pioggia di arresti

Si allarga l'inchiesta sugli stilisti, interrogato l'ex presidente del Gruppo Basile | D'urgenza, per complicazioni Si allarga l'inchiesta sugli stilisti, interrogato l'ex presidente del Gruppo Basile | Mani pulite, pioggia di arresti Vitale si costituisce e ottiene il «fermo» domiciliare Eseguiti 12 ordini di custodia tra finanzieri e industriali MELANO. Quattordici ordini di arresto, alcuni ancora da eseguire, e nuovi interrogatori sul filone stilisti (un collaboratore di Basile) e Fininvest (Salvatore Sciascia, dirigente dei servizi fiscali del Biscione). Corre veloce l'inchiesta sulle bustarelle finite alle fiamme gialle per addolcire i controlli fiscali. Corre e colpisce ufficiali e sottufficiali della finanza ma anche i top manager e gli stilisti accusati di pagare i militari. Al top ci sono un ex dirigente di Fiat-Impresit, Ulrico Bianco, che è indagato a piede libero, e Luciano De Camillo, un dirigente della Tamoil ancora ricercato per una vicenda che però non riguarda l'azienda petrolifera. De Camillo, in sostanza, è accusato di aver fatto da mediatore tra alcuni collaboratori della stilista Krizia e il tenente colonnello Carlo Capitanucci, da ieri nuovamente nel carcere militare di Peschiera del Garda. Secondo l'accusa il top manager, in combutta con il finanziere corrotto, avrebbe convinto l'azienda della stilista ad esborsare 260 mila dollari per evitare grane fiscali. E questo non è che l'ultimo capitolo dell'inchiesta di Di Pietro sull'italian style. Dopo aver sentito Mariuccia Mandelli in arte Krizia, Santo Versace e il gioielliere Gianmaria Buccellati il magistrato va avanti nella sua ricerca di «griffe» accompagnate da tangenti. Ieri è stato interrogato uno dei più stretti collaboratori dello stilista Basile, l'ex presidente del Gruppo Nicola Di Luccio. Con un passato di tesoriere della de varesina Di Luccio era già finito nelle inchieste antitangenti per gli appalti delle discariche e delle Ferrovie Nord. Adesso la mo- da. E dalla procura fanno capire che il capitolo non è chiuso. Aperto, apertissimo quello che riguarda la miriade di aziende che hanno pagato i militari delle fiamme gialle. E tra queste spunta la Impresit, oggi Cogefar-Impresit dopo la fusione con la Cogefar di Romagnoli. Tangenti anche lì, e adesso questa storia delle mazzette ai finanzieri. In ballo ci sono 80 milioni intascati nell'87 dal maresciallo Giuseppe Sforza, pure per lui ordine di arresto firmato dal giudice per le indagini preliminari Andrea Padalino. A Sforza i magistrati sono arrivati dopo un giro di interrogatori. Il primo a parlare di questa vicenda è il brigadiere Marco Ansalone. E' lui che parla di un versamento effettuato dalla Fiat-Impresit, è lui che tira in b^llo Ulrico Bianco, già sotto inchiesta a Roma per la vicenda Ir.termetro. Inu.rrogatn da Di F;?tro Ulrico Bianco conferma. Per lui niente manette, ma solo l'iscrizione nel registro degli indagati. Ferri ai polsi, invece, per l'ex maresciallo Giuseppe Sforza, che nell'88 lasciò le fiamme gialle per essere assunto proprio da Fiat-Impresit. Altri finanzieri finiscono in quest'ultima retata. Sono i marescialli Roberto Bonutti e Giacomo Giaminardi, l'ex tenente colonnello Manlio Berte, il colonnello Vincenzo Tripodi e il tenente colonnello Carlo Capitanucci. Alcuni di loro erano già in carcere o si trovavano agli arresti domiciliari. Manette, interrogatorio e poi immediata remissione in libertà anche per un imprenditore, Antonio Gatelli della Label, che ha confessato una mazzetta da 8 milioni. E all'appello non manca più Guido Roberto Vitale, l'ex manager di Euromobiliare ricercato da due giorni: è rientrato ieri sera a Milano, ed è stato subito interrogato dal gip Padalino. Dopo il confronto con il gip, Guido Roberto Vitale ha potuto rientrare nella sua abitazione agli arresti domiciliari. A comunicarlo è stato il difensore, l'aw. Massimo Dinoia. Nel mirino di Di Pietro rimane comunque la Fininvest. E ieri nuovo interrogatorio, l'ennesimo, per Salvatore Sciascia, direttore centrale dei servizi fiscali del Biscione. Cosa abbia voluto sapere Di Pietro e cosa abbia risposto a verbale il manager non si sa. Forse si è parlato di «Telepiù», la «pay-tv» inventata da Silvio Berlusconi. O forse di un'altra società del Gruppo e dei suoi rapporti con le fiamme gialle. Fabio Potetti Un modello uscito dall'atelier dello stilista Basile

Luoghi citati: Milano, Peschiera Del Garda, Roma