Waller scrivi il best seller e scappa
Stroncato dai critici, consacrato dai lettori: l'autore di «Madison County» si confessa Stroncato dai critici, consacrato dai lettori: l'autore di «Madison County» si confessa Waller, scrivi il best seller e scappa «Università addio, preferisco fare il cow-boy» EELPASO (Texas) 0 vuole proprio sapere? Non mi frega un accidenti di quello che starnazzano i critici. John Grisham ha dovuto scrivere un sacco di libri prima che si accorgessero di lui. Non li leggo. Non imparo niente da loro. E poi non è vero che proprio tutti mi hanno stroncato. Qualcuno è stato persili buono. Soprattutto sui grandi settimanali popolari. Non per questo però cambio idea: io per la mia strada, loro per la loro. Se i cammini ad un certo punto si intersecano, pazienza. O evviva: a seconda dei casi. Non è questo che conta nella vita». Robert James Waller, ex insegnante di management all'Università dello Iowa, da due anni inaspettato re di best-seller col suo lacrimosissimo I ponti di Madison County, alza le spalle e se la ride. A ragione. Perché da una settimana s'è iniziata la lavorazione di quello che probabilmente sarà il film dell'anno. Clint Eastwood (nei panni del cinquantenne Robert Kinkaid, fotografo del National Geographic) e Meryl Streep (la napoletanissima Francesca Johnson, sposa di guerra sotto il Vesuvio di un soldato Usa divenuto poi agricoltore) incominceranno di nuovo il loro ciclo di stagionati innamoramenti: questa volta però sul grande schermo, per la gioia e il pianto di quei tre milioni di lettori (80 mila in Italia) che hanno fatto la fortuna letteraria, e finanziaria, di uno sconosciuto, massacrato dai recensori di tutto il pianeta «grazie» alle sue quindici traduzioni. Un record mondiale che sta ripetendosi con il secondo romanzo di Waller - Valzer lento a Cedar Bend (in libreria per Frassinelli da circa una settimana) - altro romantico polpettone di amori di mezza età che, dalle premesse, è destinato a ripetere il successo del primo: «Già scalato il primo milione di vendite, la maggior parte figlie del sacro postai market». Waller ha 55 anni, una voce calda, occhi che ridono, una mo- glie, Georgia Ann, «da 33 anni ferocemente attaccata ai miei pantaloni» ed una figlia, Rachel, che da due è diventata la sua assistente. Ha abbandonato lo Iowa, l'università delle praterie sterminate «e quella sua barbosissima routine accademica». Ha dato un taglio alla sua vita e si è trasferito in un ranch 200 miglia a Sud-Est di El Paso, dove il Texas precipita a picco sul Messico, tra canyon desolati e deserti di pietre e di cactus. Colpa del successo? «No. Avevo già deciso prima. Mi sono stufato, semplicemente. Per questo mi ero messo a scrivere. Per evadere. Per uccidere ogni velleità di carriera. Per non morire tenendo inutili lezioni di cui non mi importava più niente». E' il sogno di tutti fuggire, ma ci vogliono tanti soldi... «Non è stata una fuga e poi detesto parlare di denaro. E' una faccenda privata, che non deve interessare nessuno. Pago le tasse e faccio un po' di beneficenza. Ma sono fatti miei. Sono uno dei pochi che nell'America del 2000 non possiede la tv. Me ne sono andato perché avevo bisogno di grandi solitudini. Di posti selvaggi. Di cose non contaminate dal progresso. Sa che cosa vedo dal¬ la finestra del mio studio? Cinquanta miglia di sabbia e rocce abbacinate dal sole. E poi montagne, dietro e di fianco. E bestiame: ottanta vacche felici che razzolano libere, senza orizzonti a chiuderle in uno steccato». In sostanza, anche lei aveva bisogno di «razzolare» un po'. «Vede, io sono un tipo semplice. Da giovane suonavo nei bar, incontravo gente, componevo canzoni. Mettevo giù emozioni. Le stesse che ora scrivo nei miei romanzi. O che fotografo. Niente di complicato. Storie banali, ma vere. Roba di tutti i giorni. Country music o western swing. Basta una chitarra, un flauto. O una Leika. Il perbenismo di una carriera da insegnante era l'esatto contrario. Ora mi alzo alle quattro del mattino, respiro l'alba, sento l'urlo del coyote e il cuore mi si riempie di pace. Scrivo, questo sì. E' il mio nuovo mestiere. Ma ho ripreso a suonare con gli amici. A uscire a cavallo o in macchina con i miei obbiettivi. A lavorare con le mani. Sa che cosa facevo fino a qualche minuto fa? Stavo riparando una pompa rotta. Poi lei mi ha riprecipitato nel mondo». Ma il film? Clint e Meryl non sono il mondo? «No. Sono il progetto di un altro. Non mi può importare di meno. E' chiaro che spero facciano un buon lavoro. Ma, se così non fosse... Non sono io che firmo». Anche sotto l'assegno dei diritti cinematografici... Silenzio. L'uomo con lo Stetson in testa, gli enormi stivali da cow-boy nei piedi, i jeans ed il giubbotto blu sulle spalle, tace. Impermalito. Non accetta curiosità tipicamente latine. Benché, a vivere sui bordi del Messico, qualcosa stia imparando. Alla fine infatti sorride: «Questi italiani...». A proposito: perché la sua eroina è dovuta per forza venire dà Napoli? «Mi piaceva quel nome: Francesca. L'ho sentito in una vostra canzone. E allora l'ho fatta arrivare del Paese del Sole. Clara, amigo?». Piero Soria I i I :-v:::-:>-:v:-:::::::^;:::-:-: Già tre milioni di copie e il successo si ripete con il secondo romanzo Intanto la sua love story fra cinquantenni diventa un film con Clint Eastwood e Meryl Streep L'amore fra cinquantenni in un disegno. Meryl Streep (foto sotto) interpreterà la parte di Francesca, la sposa di guerra napoletana trasferita in Iowa Nel film tratto da «I ponti di Madison County» Clint Eastwood sarà Robert, il fotografo del «National Geographic» che s'innamora per caso di Francesca
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