Il Pentagono piega Aristide torno a Haiti

Sì del presidente eletto al compromesso Carter dopo un incontro con Perry e Shalikashvili Sì del presidente eletto al compromesso Carter dopo un incontro con Perry e Shalikashvili Il Pentagono piega Aristide: torno a Haiti In attesa della democrazia, l'Onu non sospende l'embargo Imarines distruggeranno le «armipesanti» dei militari WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Jean-Bertrand Aristide è stato ieri invitato al Pentagono, dove è stato solennemente ricevuto da 21 salve di cannone e ha finalmente ringraziato Bill Clinton. «Grazie per avere aiutato il ritorno della democrazia ad Haiti», ha detto, annunciando al suo popolo che tornerà tra 24 giorni. Calmato Aristide, altri seri problemi che stanno emergendo mettono a dura prova il patto che domenica scorsa ha permesso di evitare un intervento armato americano a Haiti, dando luogo a una pacifica occupazione. Il problema dell'ordine pubblico a Haiti resta estremamente preoccupante, tanto che il Pentagono ha deciso l'invio di mille soldati della polizia militare per controllare la polizia haitiana. L'Onu, contraddicendo Jimmy Carter, rifiuta di cancellare l'embargo fino a che Aristide non sarà tornato al potere. E le tensioni manifestatesi nei giorni scorsi tra Carter e l'amministrazione Clinton stanno esplodendo, mettendo ancora più in evidenza le contraddizioni del compromesso. Ieri il generale Henry Hugh Sheldon, comandante sul campo delle truppe americane, ha chiesto un colloquio a Raoul Cedras per fargli sapere - ha raccontato - «di non essere affatto contento» per il comportamento della polizia, che nei giorni scorsi ha ripetutamente attaccato gruppi di sostenitori di Aristide. La risposta di Cedras è venuta poco dopo ed è stata, in pratica, una dichiarazione di coprifuoco: sono state completamente proibite tutte le manifestazioni nelle strade. Molti militari americani hanno espresso il loro «disgusto» per le scene di brutalità poliziesca alle quali hanno assistito impotenti. L'ordine è di «non interferire». Sheldon ha detto che il mantenimento dell'ordine spetta alle autorità haitiane, a meno che non si creino problemi di sicurezza per le truppe americane. Questi sono i patti. Anche questo aspetto del patto non piace a Aristide, che sostiene di possedere un documento scritto nel quale il governo americano si impegnava a «disarmare» i militari haitiani «entro 24 ore dallo sbarco». Ma il capo di tutta la macchina militare americana, generale John Shalikashvili, ha confermato che il contingente dell'«Operazione sostieni la democrazia» non ha l'ordine di rastrellare armi. Unica cosa: verrà offerto del danaro a chi consegnerà spontaneamente delle armi. Inoltre, il Pentagono ha annunciato che distruggerà le armi «pesanti» dell'esercito haitiano: alcune autoblindo e pezzi di artiglieri anticarro. Se la violenza non cesserà, si porrà per gli americani il problema di cambiare il loro atteggiamento a Haiti. Ma la questione è molto delicata: assumere il controllo dell'ordine pubblico significherebbe doversi caricare sostanzialmente di una funzione di governo, mentre ò in carica un governo locale che è stato ufficialmente ricnosciuto nel momento in cui il presidente Emile Jonassaint ha firmato il compromesso di domenica scorsa. Inoltre sarebbe un compito più difficile e pericoloso di quanto non sarebbe stato uno scontro armato con l'esercito haitiano. La portavoce della Casa Bianca, Dee Dee Myers, ha vagamente assicurato che si sta cercando di «ridurre la violenza». E il capo della segreteria, Leon Panetta, ha detto che ci saranno «più pattuglie» per le strado. Ma per ii momento, le pattuglie della polizia militare avranno solo un utile ma limitato ruolo di deterrenza. A parte la visita al Pentagono e un colloquio con il consigliere per la Sicurezza Nazionale Anthony Lake, Aristide si è sicuramente compiaciuto per la decisione dell'Onu di non cancellare subito l'embargo contro Haiti. E' stata la delegazione america¬ na a battersi per il mantenimento dell'embargo e questo potrebbe causare seri problemi dall'altra parte. Carter, come ha raccontato, si era impegnato con Cedras a una cancellazione immediata dell'embargo. Così Cedras, oltre che restare al potere per un altro mese e prepararsi a rimanere poi nel Paese per costruirsi un futuro politico, avrebbe potuto raccogliere i frutti della fine dell'embargo e della penuria. Bill Clinton ha fatto bloccare l'iniziativa con grande dispetto di Carter, che aveva detto a Cedras di provare «vergogna» per l'embargo voluto dal suo Paese. Adesso i militari haitiani potrebbero impugnare il non rispetto di un punto dell'accordo per non onorare l'impegno a dimettersi entro il 15 ottobre. In tal caso dovrebbero essere rimossi con la forza, ma senza la sorpresa dello sbarco. Carter, al quale gli americani attribuiscono il 70% del merito per il compromesso (a Clinton va solo il 15%), ribatte intanto colpo su colpo alle critiche più o meno velate che gli sono state rivolte dall'interno dell'amministrazione per essersi spinto troppo avanti con il negoziato. Il bersaglio principale dei suoi strali e Warren Christopher, suo vecchio amico, dipinto come un Segretario di Stato invidioso per il ruolo internazionale sottrattogli. «Avesse visto la costernazione al Dipartimento di Stato quando è stato annunciato che andavo, anche più forte di quando sono andato in Corea del Nord», ha detto l'ex presidente al «New York Times». Così Christopher, assieme ad altri, ha lavorato contro Carter durante la missione e questi si ò vendicato. «Io non comunico con il Dipartimento di Stato», ha detto con sprezzo. Paolo Passarini Ma la situazione sull'isola resta esplosiva Washington invia mille soldati della polizia militare per controllare gli agenti di Cedras Una folla di haitiani accanto al corpo di uno degli uccisi dalla polizia, nel porto della capitale, durante la manifestazione contro la Giunta (foto ansai Jean-Bertrand Aristide è stato solennemente ricevuto al Pentagono con 21 salve di cannone

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