Basta con le vendette Chi sa deve parlare»

l'ex ministro nel mirino Basta con le vendette Chi sa, deve parlare» l'ex ministro nel mirino E così, Scotti, Cutolo dice che fu lei, in combutta con il'boss della camorra Alfonso Rosanova, la vera mente per la trattativa della liberazione di Ciro Cirillo. Cosa risponde? «Ma qui siamo tra i matti! Casco dalle nuvole... non capisco niente di quel che mi sta succedendo... sono cose da pazzi». Perché, da pazzi? «Ma perché la mia vita dimostra tutto il contrario. Qui si vogliono vendicare per la mia lotta alla mafia. Ecco, è la classica vendetta mafiosa». Non si tratta, però, di una novità assoluta. Il suo nome compariva già nell'articolo che Marina Maresca scrisse su «l'Unità», dodici anni or sono, sulla presunta trattativa tra de, camorra e Br per la liberazione dell'ex assessore... «Appunto. Loro fecero il falso, e adesso ci riprovano». Loro chi? «I servizi segreti, insieme con la camorra». Un momento: lei, che è stato ministro dell'Interno, sta affermando che i servizi segreti lavorano con la camorra? «Mi sembra chiaro che in quel caso prepararono insieme il pacchetto. E "l'Unità" abboccò. Ma oggi è ancora più grave, perché abboccano tutti». «Abboccano», cioè, anche i giudici? «Quello che non capisco è come i giudici possano scrivere certe cose nei loro dispositivi, senza accertamenti, senza verifiche, senza avermi sentito. Perché di queste cose non mi hanno mai parlato. Tra l'altro c'è già una sentenza passata in giudicato. Da un punto di vista formale un comportamento simile non sta né in cielo né in terra, dal punto di vista sostanziale si tratta di una calunnia gratuita». Lei può dire ui non aver mai visto Raffaele Cutolo? «Non solo lo dico, ma sfido chiunque a dimostrare il contrario. Guardi, quando sento il mio nome pronunciato insieme al suo... mi fa male lo stomaco». Immagino. Ma perché dovrebbero avercela con lei? «Mi sembra chiaro: per tutto quello che ho fatto contro la mafia. I consigli comunali sciolti, le leggi, il carcere duro... L'articolo 41 è mio, l'ho fatto io. E dopo dodici anni ecco questo fantasma del caso Cirillo che mi ritorna tra i piedi». Ammetterà che il caso Cirillo è uno dei grandi misteri della Prima Repubblica. Perché lei non ha chiesto chiarezza? «Ma se l'ho chiesto diecimila volte! Anche alla commissione Antimafia, e Violante mi disse che avevo un coraggio esemplare. Cosa posso fare ancora, incatenarmi, urlare?». Non ha avuto segnali che questo «fantasma» stesse per riapparire? «No. Hanno preparato la vendetta in silenzio». Neppure con l'arresto di Gava? Lei ha fatto politica a Napoli, e insieme a lui. Davvero non ha temuto, nel momento in cui la «bomba» è esplosa, di venire colpito da qualche scheggia? «Tutt'al più pensavo il contrario. Che usassero me contro Gava, per accusarlo». Ma lei, Scotti, cosa sa del caso Cirillo? «Niente, perché non me ne sono mai occupato». Che cosa ha pensato quando ha saputo dell'arresto di Gava con l'accusa di essere il capo della camorra? «Sono rimasto sconcertato, la parola giusta è questa, sconcertato. Ma di fronte alle accuse di Cutolo mi sono sentito anche peggio: annichilito. Siamo di fronte a un delinquente che mescola verità e menzogna, e io non posso difendermi da falsità che non conosco. Mi ha voluto trascinare dentro un tritacarne che finirà per maciullarmi. E' una fantastoria terribile». Lei è stato uno dei boss della democrazia cristiana napoletana. A proposito di fantastoria: non le sembra che, da Gava a Cirllo, quella de abbia nascosto un po' troppe cose? «Forse sì, ma io che c'entro? Chi sa, parli. Dicessero cosa devono dire». Col senno di poi, lei oggi pensa che la de abbia trattato con la camorra la liberazione di Cirillo? «Non ho elementi per confermarlo con certezza, ma a questo punto... il tentativo di buttare la vergogna su di me... insomma, chi ha fatto quella porcheria se ne assuma le responsabilità». Senta Scotti, lei è stato in corrente con Gava: scopre solo oggi, dai verbali degli interrogatori, che aveva rapporti tanto stretti con la camorra? «Io nell'81 ero all'opposizione di Gava...». Però negli anni del potere vero eravate insieme nella «corrente del golfo». «E dove dovevo stare, sulla luna? Ero nella de, la de a Napoli era quella». Teme che Gava parli? «E che può dire? Per me, dica pure tutto quello che sa». Adesso cosa conta di fare? «Querelo Cutolo, e poi chiedo un confronto con lui. Sono pronto a tutto. Se non si reagisce di fronte ad accuse come questa, si rimane uccisi». Stefania Miretti ptto ufinterapporizi seazione ggche avrebbe poi gire a Casillo... Scottinome di Gava, in rva per un interesserava a tenere in po BasChi s «Casco dalle nuvole, è pazzesco ma sono pronto a tutto risponderò querelando e chiederò un confronto» Da sinistra: Gava e Vincenzo Scotti Raffaele Cutolo Flaminio Piccoli

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