Nuove battaglie sul Gft di Valeria Sacchi

Lo stilista appoggia Cvc e cerca sinergie con la sua azienda Lo stilista appoggia Cvc e cerca sinergie con la sua azienda Nuove battaglie sul Gft E Armarti vuole salvare la Simint MILANO. Improvvisamente, il parterre dei pretendenti al Gft si fa affollato. Spingono gli americani della Plaid, ansiosi di acquistarne il controllo, prenota un posto sul carnet dei concorrenti la Cvc, società del gruppo Citicorp, ritorna all'attacco il messicano Fabio Covarrubias. Al tavolo della trattativa con Mediobanca siedono ora gli uomini di Omar Al Askari, che guida Plaid. Hanno offerto 390 miliardi, e sperano di concludere l'accordo, che dovrà tuttavia ottenere poi il gradimento delle banche creditrici. Intanto, un portavoce di Giorgio Armani getta acqua sul fuoco delle polemiche sollevate dal colleglla, il sarto Valentino. Il quale si è detto contrarissimo ad una soluzione che veda Armani entrare nel Gft, dato che Armani è impegnato con un altro gruppo in crisi profonda, la Simint. Valentino, insomma, teme che parte dei problemi Simint possano riversarsi sulla società dei Rivetti, rendendone più ardua l'uscita dalla crisi. E si dice pronto ad opporre un veto alla cordata Cvc, grazie ad un «diritto di gradimento» contenuto nell'intesa che lo lega al Gft, al quale garantisce una cifra d'affari di 200 miliardi l'anno. Ma Armani smentisce qualsiasi intenzione di entrare nel capitale Gft, se mai l'offerta Cvc dovesse avere successo. E' tuttavia vero che, in quanto importante cliente di Gft, nel garantire a Cvc un consolidamento dei rapporti, Armani avrebbe chiesto a Cvc di esaminare la possibilità di eventuali sinergie con Simint. Armani, infatti rappresenta sul fatturato del gruppo torinese dai 300 ai 400 miliardi di ordini, circa un 20-30%, ma contribuisce in modo più rilevante al margine operativo lordo della società. E Armani ha sulle spalle un grosso problema, quello di Simint (che per lui produce abbi¬ gliamento casual) nel cui capitale è invece presente come socio importante, accanto alla Finar (finanziaria saudita) e alla Sige. Armani è evidentemente preoccupato delle sorti di Simint (nella quale ha già impegnato circa 70 miliardi e non saranno gli ultimi), dove è sorto recentemente un problema non piccolo: quello di individuare un nuovo manager capace di gestirla. Problema urgente, dopo le dimissioni rassegnate dal presidente Massimo Varazzini. Tornando alla cordata Cvc, non se ne conoscono i componenti. Qualcuno sostiene che interessato ad essa sia anche l'ex amministratore delegato di Gft, Clemente Signoroni, che aveva lasciato Gft all'improvviso alla fine del giugno scorso. Dal Gft Signoroni se ne era andato dalla sera alla mattina, dopo nove mesi di intenso lavoro. E qualcuno scrisse allora che la ragione del distacco andava ricercata proprio nella trattativa avviata da Mediobanca con Plaid, che lo aveva visto contrario. Stranamente, per il Gft si sarebbe rifatto vivo anche il gruppo Covarrubias, che aveva esaminato l'operazione lo scorso inverno, dopo aver acquistato la Gft messicana. Ma qualcosa allora non eveva funzionato. E soprattutto, si era poi fatta avanti la cordata americana, con una proposta che metteva sul piatto 40 miliardi in più. Negli ultimi mesi, anche la trattativa con Plaid ha registrato una serie di alti e bassi, con rinvìi e ritorni di fiamma. Per cui, sull'esito, la prudenza è d'obbligo. Il Gft è infatti in vendita da quasi un anno e mezzo. Sui suoi libri e sui suoi destini, più di un grande imprenditore ha perso qualche notte, da Franco Miraglio a Pietro Marzotto. Uno dopo l'altro, tutti hanno dato forfait. Valeria Sacchi

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