La moda sfila ma per chi non vede

«Potrebbe anche significare la fine dell'esilio» Germania, le modelle scendono dalla passerella per far toccare gli abiti ai clienti ciechi La moda sfila, ma per chi non vede Le indossatrici hanno descritto forme e colori degli abiti «La prova più difficile? Raccontare i nuovi accostamenti» COLLEZIONI ALTATTO BONN ASCE in Germania la «moda per ciechi» dove le modelle si possono, anzi si devono toccare. Dusseldorf, capitale tedesca della moda, nonché città natale di Claudia Schiffer, per un giorno si presenta sotto una luce diversa. La modelle, di solito bellissime e irraggiungibili scendono dalla passarella e lasciano che mani esperte e sensibili esaminino la consistenza della stoffa, la lunghezza di una gonna o il taglio di una giacca. Soprattutto le innovazioni, gli ultimi trend e i nuovi accostamenti di colori vengono spiegati con pazienza. Il mondo dell'immagine e dell'estetica che si avvicina proprio a quelli che non possono vederne le forme e i colori? A quella parte della popolazione che probabilmente è immune al mito di top model come Naomi Campbell o Cindy Crawford? Michael Offermann, organizzatore della sfilata e direttore dell'associazione dei non vedenti del Nordreno-Vestfalia, è soddisfatto dell'esperimento. Al palazzo della televisione di Dusseldorf le modelle non dovevano apparire bellissime. Non dovevano sorridere o camminare con grazia, ma raccontare il loro vestiti, le forme, i modelli e soprattutto i colori. Per chi è cieco dalla nascita, come Matthias Brell, gli accostamenti rimarranno sempre un mistero. Come immaginarsi che il giallo possa stare bene con il blu, se questi nomi rimangono solo un concetto astratto, imparato sui banchi della scuola per non vedenti. Diversa è la situazio¬ ne per Marlis Keberberg, che si ricorda ancora com'erano i colori. La cosa più difficile, dice, è immaginarsi i nuovi accostamenti che la moda rende possibili, blu e marrone per esempio, prima si consideravano una pessima combinazione. Alla fine si convince che forse stanno bene insieme se si accosta una tonalità decisa di blu a una brillante di marrone. «Prego mi tocchi pure», dicono le modelle. «Guardi questa giacca, ha una rifinitura in pelle, la prenda in mano». Per le cinque modelle di Dusseldorf parlare e farsi toccare sono un'esperienza nuova, in un mestiere basato esclusivamente sull'immagine, spesso mediata dalla fotografia o dalla televisione. Per il pubblico non vedente, arrivato da diverse città tedesche, c'è l'impressione che finalmente quel mondo così distante, che riempie pagine e pagine di riviste patinate, sia diventato comprensibile. Essere ciechi, dicono, non deve significare non prendere parte ai piaceri della vita. I non vedenti in Germania da qualche tempo cercano di spiegarlo a se stessi e agli altri e si fanno pubblicità con uno spot televisivo in cui appare un bellissimo ragazzo biondo, abbronzato, muscoloso, occhiali da sole e boxer da surf. Bagna il suo corpo bellissimo nelle onde del mare, corre lungo la spiaggia con il suo cane, un'immagine di virilità, seduzione e vitalità. Ma invece della reclame per l'ennesimo deodorante, una voce fuori campo chiede bruscamente: quest'uomo è cieco, questo vi farà cambiare opinione su di lui? E se ormai esistono già esperimenti di cinema per non vedenti, dove le immagini sono accompagnate da sottotitoli sonori che spiegano la trama e le azioni dei personaggi, perché non estendere le possibilità di chi non vede fino a fa*gli apprezzare quel settore che più di ogni altro si basa sull'occhio? Francesca Predazzi Ai ciechi tedeschi è stato offerto il piacere di assistere, secondo le proprie esigenze, a una sfilata di moda

Persone citate: Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Francesca Predazzi, Matthias Brell, Michael Offermann, Naomi Campbell

Luoghi citati: Germania