Rapitore per vendetta di Giorgio Macchiavello

Aosta, funzionario francese armato di fucile a canne mozze. La donna fugge e dà l'allarme Aosta, funzionario francese armato di fucile a canne mozze. La donna fugge e dà l'allarme Rapitore per vendetta Figlio ed ex moglie ostaggi del padre AOSTA. Un bambino rapito sotto la minaccia di un fucile a pompa con le canne mozzate. Ha appena 12 anni e queste cose le ha viste soltanto in televisione. Ma il rapitore non ò il solito malvivente. E' il padre del bambino, un funzionario di prefettura dalla vita normale. Da ieri è ricercato in tutto il Nord Italia. La sua fuga è cominciata da una concessionaria della «Nissan» di Aosta, quando l'ex moglie, la madre del bambino, anch'essa rapita dall'uomo, ò riuscita a scappare e a dare l'allarme. Un viaggio allucinante, quello di Stephen Maricot, 12 anni, che vive con la madre Eliane Gerard a Richardmenil, un paesot-to vicino a Nancy nel Nord Est della Francia. Tutto comincia lunedì mattina. Stephen deve andare a scuola, accompagnato in auto dalla madre, medico nel paese. Ma ad aspettarli nel garage c'è Gabriel Maricot, 48 anni, funzionario prefettizio, ex marito di Eliane Gerard e padre del bambino. L'uomo punta sulla donna un «Maverick» calibro 12, uno di quei fucili a pompa con le canne mozze simile a quelli che si vedono in tanti film polizieschi. Eliane Gerard capisce subito che non è uno scherzo. Si è separata da quell'uomo e ha ottenuto la custodia del figlio proprio per il carattere violento di lui, che lo ha spinto più volte a picchiarla. Il divorzio, e soprattutto il divieto assoluto di vedere il bambino imposto dal giudice, devono aver esasperato Gabriel Maricot, spingendolo a tanto. «Salite in auto o vi ammazzo», intima il funzionario ai due. La donna si mette alla guida dell'auto, una Nissan «Bluebird» coupé bianca. Il bambino sale dietro, senza una parola. Suo padre si siede sul sedile del passeggero, con le canne del fucile premute contro il fianco della donna. L'auto esce dal paese. Nessuno si accorge di nulla. L'uomo dice alla dottoressa di andare verso Sud, in Italia. Nel primo pomeriggio di lunedì sono a Chamonix, vicini al Traforo del Monte Bianco. Maricot sa che alla frontiera un'auto francese che entra in Italia non è controllata con particolare attenzione. Copre il fucile con una giacca continuando a tenerlo puntato contro l'ex moglie. La «Nissan» percorre la strada statale da Courmayeur ad Aosta. Ormai sono quasi dieci ore che i tre viaggiano. L'uomo decide di fermarsi in un albergo. Dopo qualche giro nei dintorni della città, indica alla donna l'hotel «Miage», un grande albergo di Charvensod, a meno di un chilometro da Aosta. Sono le 17,30 quando il portiere assegna loro la camera 223, al secondo piano. «Non ci siamo accorti di nulla di strano - dice -. Alla sera sono usciti, non hanno cenato in albergo. La donna ha telefonato, forse in Francia. Il mattino dopo hanno fatto colazione e hanno pagato. Prima di uscire la signora ha fatto un'altra telefonata, mentre l'uomo la aspettava fuori». Eliane Gerard però non ne ha approfittato per dare l'allarme, probabilmente per paura che potesse succedere qualcosa al figlio. I tre risalgono sull'auto. Ora l'uomo ha cambiato atteggiamento. Posa il fucile nel bagagliaio. Vuole ritornare in Francia, forse convinto che tutto ri¬ tornerà come prima. Alla dottoressa viene in mente che il giorno prima, scendendo verso Aosta, aveva visto a fianco della strada una concessionaria «Nissan». E tenta una mossa disperata. «Quest'auto ha fatto troppi chilometri - dice all'ex marito -, bisogna cambiare l'olio». Una scusa banale. Ma che funziona. Nell'officina Eliane Gerard scende dall'auto, prende il fucile dal bagagliaio e scappa negli uffici, urlando di chiamare la polizia. Gabriel Maricot reagisce subito. Si mette alla guida ed esce dall'officina a tutta velocità, con il bambino che non può fare nulla. E' l'ultima volta che la Nissan «Bluebird» coupé bianca viene vista. La polizia dà l'allarme. Vengono fatti posti di blocco sulle strade e avvertiti i posti di frontiera. Andarsene dalla Valle d'Aosta in auto è quasi impossibile per chi è braccato: le sole vie d'uscita sono le frontiere del Monte Bianco e del Piccolo e Gran San Bernardo, oppure l'autostrada per Torino o la Statale 26. Ma l'auto è sparita. E il maltempo ha impedito le ricerche con l'elicottero. La fuga del padre disperato che ha rapito il figlioletto non è ancora finita. Come in un film. Giorgio Macchiavello nna fugge e dà l'allarme A sinistra Eliane Gerard A destra il piazzale dove la donna è riuscita a liberarsi Stéphan Maricot 12 anni è stato sequestrato dal padre

Persone citate: Gabriel Maricot, Stephen Maricot