Tangentopoli bis a Parigi
Un altro uomo di Balladur coinvolto in una storia di corruzione Un altro uomo di Balladur coinvolto in una storia di corruzione Tangentopoli bis a Parigi Accusato un ministro: «Me nefrego» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Questo non ò più il governo Balladur ma l'anticamera del tribunale», fa dire il «Canard Enchamó» a un autorevole e purtoppo anomimo gollista. Vero. Dopo il ministro della Comunicazione Alain Carignon, dimessosi per uno scandalo finanziario in Savoia, rischia la poltrona il suo collega repubblicano Gerard Longuet (Industria), l'uomo che doveva privatizzare Renault. La causa? Dozzinale: una villa a Saint-Tropez sottopagata e tra i «finanziatori» della quale figurerebbero due gruppi industriali. Le vacanze chez B.B. erano, insomma, tangentose. «Sono accuse false, e comunque me ne frego» ha detto ieri Longuet, rispolverando la formula cara a Edith Cresson. «In ogni caso, non intendo andarmene» spiega. E aggiunge sibillino: «Non sarò un eterno "punching ball". Mi lanciano siluri addosso? E allora uscirò allo scoperto». Autodifesa dura le cui asprezze s'inquadrano peraltro in un personaggio dagli ampi trascorsi giovanili nell'estrema destra. Balladur avrebbe fatto volentieri a meno del nuovo caso. Ma indiscrezioni giornalistico-giudiziarie («Liberation» ieri, il «Canard» stamane) ne rendono indifferibile l'esame. La regola che enunciò dal suo arrivo a Matignon era chiara: i ministri sott'inchiesta devono rassegnare le dimissioni. Se non altro per «potersi meglio difendere». Già successe con Bernard Tapie nell'era Bérégovoy. E l'esempio Carignon dovrebbe far testo. Ma, per ora, il premier non sembra volersi affrettare. A chi l'interroga sulla spinosa vicenda risponde che «bisogna rispettare i diritti e la dignità di ciascuno», formula un poco vacua. Bersaglio sembrerebbero essere i media e il giudice Rcnaud Van Ruymbeke il cui dossier sul Villone ha raggiunto le redazioni ancor prima che il naturale destinatario: la Cancelleria. Come per Antonio Di Pietro, non sono i detrattori che mancano all'implacabile investigatore bretone, distintosi per una spettacolare perquisizione nella sede ps quando il segretario era ancora Laurent Fabius. Il vero problema, tuttavia, sta altrove. Edouard Balladur difende - come legittimo - il segreto istruttorio, ma la relazione che ha steso Van Ruymbeke dicono inchiodi al muro Longuet. Pagò la villa (nell'89) 750 milioni, mentre le valutazioni superavano il miliardo. Ben più grave, parteciparono all'esborso la Generale des Eaux e la Cogédim, due imprese il cui nome ricorre nei maggiori appalti nazionali. Innegabile il loro interesse di favorire un politico giovane - 48 anni - ed ambizioso come Longuet. Un ministro non al primo inciampo, diciamo. L'acquisto del suo alloggio parigino nasconderebbe anomalie. E la stessa operazione immobiliare che ha portato il Parti Rópublicain ad installarsi nella lussuosa sede attuale solleva dubbi, interrogativi, malevole supposizioni. Del pr, una forza chiave nella galassia giscardiana, Longuet ò presidente. Silurarlo per Balladur implica dire mettersi contro l'intera direzione. E proprio all'antivigilia delle Presidenziali. Logico, da parte sua, l'esitare. Nondimeno, sa bene che sussurri e grida di una tangentopoli sommersa possono arrecare colpi mortali al governo e rovinargli la sinora inossidabile popolarità (gli ultimi sondaggi oscillano tra il 50 e il 55%). A Destra si moltiplicano i segnali ostili. Come Jean-Marie Le Pen, Philippe de Villiers - il cattolicissimo notabile vandeano che accoglie volentieri nelle sue terre Irene Pivctti - invoca da mesi su Parigi un'operazione «Mains Propres». E con singolare tempismo ha lasciato il pr qualche giorno prima dell'ultimo scandalo. Adesso ironizza che le ville portano male alla sua ex formazione. Già Philippe Léotard, il leader storico oggi ministro della Difesa rischiò la carriera per una casa in Provenza dai retro¬ scena finanziari oscuri. Ma sono dettagli. A metterli insieme, tuttavia, il panorama che offre il centro-destra balladuriano lascia intuire bustarelle, malversazioni, pratiche occulte. Le cifre non sono «all'italiana», diverso anche lo stile. Eppure L'Esecutivo Balladur rischia di passare alla storia come quello sotto cui esplose la corruttela. Quotidiani e periodici rivaleggiano ncll'additarc ruberie. E i freschi emulatori rischiano talora di far passare i vecchi «ladri socialisti» - su cui il Centro-Destra vinse le ultime Legislative - per mariuoli naif. Enrico Benedetto Il responsabile dell'Industria si è fatto la villa a Saint-Tropez pagandola sottocosto e con i finanziamenti di due aziende Il premier tace Aveva dichiarato che i leader indagati avrebbero dovuto abbandona re subito il posto nel governo A destra il ministro Gerard Longuet A sinistra Balladur Sotto, Bernard Tapie anch'egli sotto accusa per corruzione
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