NON APRITE LE LETTERE DI SCIASCIA di Giorgio Calcagno

NON APRITE LE LETTERE DI SCIASCIA VETO DELLO SCRITTORE NON APRITE LE LETTERE DI SCIASCIA SABATO pomeriggio, a Racalmuto, si aprirà la Fondazione Leonardo Sciascia, nella sede che il Comune ha predisposto, restaurando, per il suo scrittore, un antico stabilimento dell'Enel. Una buona notizia per i lettori di Sciascia e soprattutto per i suoi studiosi - ne arrivano tanti, appositamente dall'estero - che sperano, a distanza non troppo lontana, di trovare tutti i suoi scritti, i ritagli di giornale, le traduzioni della sua opera nelle varie lingue, i libri personali. Ci saranno anche i duecento ritratti di scrittori che Sciascia era venuto collezionando, da Voltaire a Longanesi, da Stendhal a Moravia. Ha voluto lui che frissero compresi nella donazione fatta al suo paese, con un promemoria dettato un mese prima della morte. Non ci potranno essere, almeno per molto tempo, le migliaia di lectere che Sciascia ha raccolto e che ha sempre messo da parte, in grandi scatoloni accatastati dietro la scrivania. Dentro ci sono documenti di sicuro interesse: lettere di Italo Calvino, di Quasimodo, di Guttuso, di Fabrizio Clerici, di decine di scrittori e artisti, ma anche di tanti lettori e semplici cittadini che gli scrivevano al Parlamento o presso le case editrici dei suoi libri. La vedova, Maria Sciascia, le sta affettuosamente riordinando, come desiderava il marito, ma sa che non potrà metterle facilmente a disposizione. Sciascia ha chiesto che non divenissero di dominio pubblico senza il consenso degli interessati e dei loro eredi. Anche gli studiosi dovranno pazientare. Non ci saranno soprattutto, nemmeno più avanti, le lettere che Sciascia scriveva, in risposta ai suoi corrispondenti. Nelle sue ultime volontà, ha lasciato scritto che non dovessero essere pubblicate, anche dopo la Giorgio Calcagno CONTINUA A PAG. 4 SECONDA COLONNA

Luoghi citati: Racalmuto