NON BASTA ESSERE MAGGIORANZA di Gianni Vattimo
NON BASTA ESSERE MAGGIORANZA NON BASTA ESSERE MAGGIORANZA ANCORA una volta, a proposito delle recenti nomine dei nuovi direttori della Rai, si è riproposto lo scontro tra chi concepisce il nuovo regime maggioritario come diritto della maggioranza ad occupare tutte le posizioni di potere in largo senso «pubbliche» (come è appunto il caso della Rai, ma anche del sistema bancario, delle varie aziende di servizi, ecc.) e chi insiste invece sulla differenza tra Stato e governo. Secondo questa distinzione, non tutto ciò che è dello Stato è necessariamente del governo; la maggioranza che, temporaneamente, è stata investita dall'elettorato della responsabilità di governare deve gestire un bene che è di tutti e che non può essere piegato a usi di parte, sia pure della parte maggioritaria. E' un problema che si è posto fin dall'inizio di questa legislatura, quando, a chi paventava il conflitto di interessi che avrebbe potuto sorgere tra Berlusconi imprenditore (soprattutto, imprenditore dell'informazione) e Berlusconi presidente del Consiglio, si rispondeva che dando la maggioranza al Polo della libertà gli italiani conoscevano benissimo questa situazione e non l'hanno considerata importante; e dunque che non si facesse troppo inutile garantismo, visto che la democrazia è per l'appunto il governo della maggioranza. Lo stesso argomento e ritornato in questi giorni per giustificare l'«estremismo maggioritario» che ha caratterizzato le nomine in Rai. Si è di nuovo evocato l'esempio americano dello spoilsystem, cioè la prassi secondo la quale chi vince prende tutto salvo poi rispondere della sua amministrazione alla scadenza del mandato; dimenticando però che, come è stato osservato da molte parti, il sistema americano prevede tutto un insieme di contrappesi (a cominciare dalla struttura federale) che da noi non esistono, per cui il governo della maggioranza rischia davvero di diventare pura e semplice occupazione dello Stato. Il consociativismo e la lottizzazione in uso nella prima Repubblica non ci piacciono e so- Gianni Vattimo CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA
Persone citate: Berlusconi
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