Bossi ora faremo i conti

Riunito il vertice della Lega: alla fine decide di presentare un emendamento sugli amministratori Riunito il vertice della Lega: alla fine decide di presentare un emendamento sugli amministratori Bossi: ora faremo i conti Ma voterà il decreto salva-Rai MILANO. Quando esco dalla stanza di Umberto Bossi, il sottosegretario alle Poste Antonio Marano cerca di essere il più convincente possibile: «La nostra proposta e quella di azzerare tutti i nomi dei nuovi direttori Rai». Alle otto di sera, dopo un pomeriggio tra riunioni e telefonate. Bossi prende ancora un po' di tempo. Avanti Marano, allora, che deve esercitarsi nella difficile arte di conciliare il suo essere sottosegretario nel governo Berlusconi e il suo essere il leghista che si occupa di televisioni: «I membri del consiglio di amministrazione Rai dovrebbero chiudersi in una stanza e scegliere nomi nuovi». Ma questa è la voce grossa, la carta ad effetto. Nel lunedì 19 settembre, solitamente dedicato a festeggiare il compleanno di Bossi (53), la Lega si è chiusa nel bunker di via Bellerio per inventarsi una via d'uscita. Sabato sera Bossi era stato di fuoco: «Adesso Berlusconi oltre alle reti Fininvest ha anche quelle di Stato, e noi non voteremo il decreto salva-Rai». Incassato tutto quel che c'era da incassare, la Lega si prepara a dar battaglia. E comincia da oggi, alle tre del pomeriggio, Montecitorio, Commissione Cultura. La Lega voterà contro il decreto? «Assolutamente no», risponde il deputato Luca Leoni Orsenigo. Dietrofront, leghisti! Il decreto salva-Rai passerà, ma prima dovranno passare gli emendamenti che la Lega andà ad annunciare. Obiettivo finale, come anticipa Marano, «modificare i criteri di nomina del Consiglio di amministrazione». Traduzione dal linguaggio leghista, questa volta cauto: visto che nemmeno Irene Pivetti è riuscita a far sentire la voce della Lega, tanto vale che i consiglieri di amministrazione vengano nominati non più dai presidenti di Camera e Senato, ma ad esempio dalla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai. Dovesse passare questo emendamento, l'attuale Cda si troverebbe spiazzato e i nuovi direttori Rai anche. A dare una involontaria mano a questa svolta leghista è stato il deputato di Forza Italia Fabrizio del Nuco, già giornalista Rai, con le sue dichiarazioni riportate da La Stampa di ieri. Dice Orsenigo: «Berlusconi dice di non aver fatto pressioni, ma il suo condottiero Del Noce le ha ammtr portamento». Dice Marano: «De1 A,nce con le sue dici»; ^azioni ha ^pin^ato come sono iinuu'.: le nomine. La nostra battaglia n -*"ta quella di indicare che esse non sono state fatte dal cda, ma da Forza Italia. La Lega ha tentato di bloccare i nomi in questa logica, e sconfitta non è la Lega, ma è la Rai che ha dei direttori nominati da Forza Italia». Per correre ai ripari la Lega gioca tutto sugli emendamenti. Dagli stipendi dei direttori che non dovrebbero superare i 200 milioni lordi all'anno fino all'obiettivo più ambito. Ancora Marano: «Noi vogliamo salvare il servizio pubblico, non distruggere la Rai. Ma dopo tutto quello che è successo occorre che i criteri di nomina del cda siano diversi. Su questo siamo pronti a confrontarci con tutte le forze politiche, così si vedrà chi sono i lottizzatori e chi è per un servizio pubblico democratico e pluralista». In quel «tutte le forze politiche» starebbe l'indizio di una possibile intesa con le opposizioni, dal pds a parte del ppi. Sarà la neoparlamentare Simonetta Faverio, in Commissione Cultura, a spiegare la posizione della Lega: «Pren¬ diamo atto che la libertà di informazione nel nostro Paese si è ridotta. Prendiamo atto, dalle dichiarazioni di Del Noce e di Alfio Marchini, che il consiglio di amministrazione non ha agito in autonomia. Però, per rispetto nei confron¬ ti dei lavoratori della Rai e dei giornalisti onesti, non affosseremo il decreto». E non lo affosseranno, aggiunge Orsenigo, «perché non vogliamo provocare una crisi di governo». E anche, conclude Marano, «per evitare che il governo ripresenti un identico decreto salva-Rai». Ma questa è la posizione decisa ieri sera dalla Lega. In mattinata, a parte una dichiarazione neutra di Roberto Maroni («Chiederò spiegazioni a Berlusconi»), le agenzie avevano rilanciato furibonde cannonate di Bossi nella sua «Lettera del lunedì» (scritta dal deputato Luigi Rossi). Contro Berlusconi che ha liquidato le dichiarazioni del sabato sera come «folklore»: A questo punto anche il Capo dello Stato considera severamente il "folklore" dell'on. Berlusconi». Contro «il colpo di mano della signora Moratti». Contro Fini. Conclusione minacciosa: «Il popolo italiano sarà sempre disposto a pagare il canone per la Rai trasformata in costola Fininvest e quindi portavoce della nuova nomenklatura?». Giovanni Cerruti Il leader attacca «Io folcloristico? Lo è di più Berlusconi Inviale Mazzini c'è stato un autentico colpo di mano» o o di si te re el il ooiina) mo i conti to salva-Rai A sinistra ministro per le Riforme Istituzionali Francesco Speroni Il leUma Bdi «congovunaal dIl l«IoLoBeInc'èuncodi ripsalMcismarazronBervancan«LedalConquisabA A sinistra ministro per le Riforme Istituzionali Francesco Speroni Il leader della Lega Umberto Bossi rinvia a Berlusconi l'accusa di «folklore politico» contesta l'immobilismo dell'attuale governo e propone una serie di emendamenti al decreto «salva-Rai».

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