E la Cnn fece la spia ai golpisti

E la Cnn fece la spia ai golpisti E la Cnn fece la spia ai golpisti Captate le immagini «segrete» dei C-130 già in volo LA NOTTE DELLA RESA OWASHINGTON UANDO, dopo un'estenuante trattativa, la delegazione guidata da Jimmy Carter ha concluso un accordo con la giunta golpista haitiana, Bill Clinton aveva ordinato l'attacco da quasi sette ore e 61 «C130» pieni di paracadutisti si erano già alzati in volo da oltre un'ora, facendo rotta verso Haiti. L'ora dell'attacco era stata fissata per le 12,01 della notte di domenica e alle 13 il generale John Shalikashvili, capo di tutti gli Stati Maggiori, aveva presentato a Clinton un'alternativa netta sulla quale decidere subito: o ordinare l'attacco o cancellarlo. Aspettare avrebbe significato non essere poi in grado di rispettare la tabella di marcia prestabilita. «Presidente cosa devo dire ai paracadutisti?». «Spediteli», ha risposto Clinton. Ma il problema era che Carter, pur conoscendo l'ora prevista per l'attacco, non voleva mollare la trattativa e rischiava di rimanere bloccato a Haiti con Co- lin Powell e Sam Nunn mentre l'invasione era in corso. Sarebbe stato estremamente pericoloso. Tra Clinton e Carter ci sono stati momenti di forte tensione. Un curioso giallo ha sbloccato la situazione. La delegazione americana era riunita assieme ai generali della giunta e ai membri del governo nell'ufficio del presidente Emile Jonassaint. La trattativa era in stallo. Raoul Cédras non accettava di fissare una data per le dimissioni sue e della giunta, se non si fosse dimesso anche il presidente in esilio, e sulla via del ritorno, Jean Bertrand Aristide. A un certo punto il generale Philippe Biamby, il duro delle giunta, ha fatto irruzione nella stanza con un telefono cellulare in mano: «Ho appena saputo che l'attacco è cominciato». Non avrebbe dovuto saperlo, ma qualcuno gli aveva telefonato. Le troupes televisive erano piazzate alla Pope Air Force Base in North Carolina per riprendere la partenza dell'82° Aerotrasportato. Le immagini avrebbero dovuto solo essere registrate, per ovvie ragioni di riservatezza. Ma, intanto, viaggiavano in bassa frequenza su moHi monitor r -alcuno ha visto p ^ ~ I ..nato Port-au-Prince. Carter ha detto ieri mattina che la notizia dell'inizio dell'attacco lo ha «molto disturbato». Temeva saltasse tutto. Ma effet¬ tivamente è stato solo dopo l'irruzione di Biamby che Jonassaint ha preso la parola e ha detto: «Scelgo la pace alla guerra». Il ministro della Difesa Michel Nicolas si è dimesso subito per protesta. Gli altri della giunta dissentivano. Biamby continuava a dire che, in ogni caso, preferiva la morte all'esilio. Yannick, la moglie di Cédras, entrava e usciva dai colloqui, dicendo che lei e i bambini erano pronti a morire e sembra che solo un franco discorso di Powell l'abbia costretta a ragionare. Poi è arrivato l'accordo. Nelle ore precedenti, Carter si era tenuto in stretto contatto con Clinton. Era partito sapendo di avere tempo fino a mezzogiorno di domenica, anche se Clinton gli aveva detto che poteva utilizzare tre ore di margine, fino alle 15. Ma Carter continuava a chiedere tempo. Clinton, che come ha confessato ieri, non credeva alla possibilità di un accordo, alle 5 ha concesso a Carter «un'altra mezz'ora». Alle 6 gli ha detto bruscamente: «Voi dovete venir via subito. Se non avete l'accordo, rinunciate». Ma Carter è andato avanti, mentre Clinton si mordeva le mani. Alle 8 di sera è finalmente arrivata la notizia dell'accordo. Clinton ha bloccato i «C-130» con i paracadutisti a bordo, che hanno fatto un'inversione a U a 73 minuti dal decollo e a quattro ore di volo da Haiti. [p. p.] Yannick Cedras, moglie del generale, nei negoziati è stata un osso duro

Luoghi citati: Haiti, North Carolina, Powell