Venti vele sfidano gli oceani

Venti vele sfidano gli oceani Il via ieri da Charleston: l'arrivo previsto il 26 aprile, dopo 26 mila miglia Venti vele sfidano gli oceani E' scattato ieri il giro del mondo in solitario CHARLESTON. I big della vela oceanica si sfidano nel giro del mondo in solitario a tappe. Sono italiani due dei 20 partecipanti: Giovanni Soldini e Simone Bianchetti. Sono partiti ieri da Charleston e si stanno dirigendo verso i burrascosi mari del Sud per la prima sosta, a Città del Capo. Di crui, in due riprese, con tappa a Sidney, faranno lo slalom fra le spume grigie dell'oceano Antartico per ritornare in Atlantico, a Punta del Este in marzo. Chiuderanno il cerchio in aprile dopo oltre 26 mila miglia. E' la quarta volta che si svolge questa competizione costruita per i navigatori estremi alla rincorsa di record. La rotta consueta che segna il Giro del mondo diventa sempre più frequentata con la Whitbread ( gara per equipaggi conclusa a maggio), il record in meno di 80 giorni (Peter Blake lo ha conquistato in aprile in circa 76 giorni), il solitario con e senza tappe. Questo non significa che la circumnavigazione sia diventata più facile. E' aumentato il livello tecnologico e la gara si fa sempre più esasperata. Più si va in fretta, più si è campioni: farlo con una barca a vela, un mezzo lento, sensibilissimo alle condizioni ambientali, per i cultori del vento è la massima aspirazione. I partecipanti (3 francesi, 6 inglesi, 4 americani, 2 sudafricani, 2 australiani, 1 giapponese) hanno l'esperienza di mi- gliaia di chilometri di mare. Alcuni hanno già circumanvigato la terra quattro volte. Si presenta più agguerrita che mai anche l'irriducibile Isabelle Autissier, prima donna che ha già fatto il Giro in solitario (era arrivata settima dopo aver disalberato). Gli italiani sono all'esordio. Giovanni Soldini, milanese, punta alla vittoria con Mister Kodak (progetto Berret) il 50 piedi costruito dal cantiere Toxic Boats della Comunità Saman di Latina. «La mia barca dice - può tranquillamente competere con le favorite an¬ che se non l'ho provata in condizioni estreme. La cosa che mi preoccupa di più è il consumo di energia: per regolamento siamo obbligati a tenere sempre in funzione il sistema Standard C che serve per comunicare e per localizzarci. Per alimentarlo ho bisogno del doppio del carburante (per il generatore) che avevo previsto. Il peso in più mi penalizza». E' meno ambizioso il progetto di Simone Bianchetti, 25 anni di Cervia: «Mi accontento di arrivare fino in fondo senza guai alla barca. Ho sempre navigato in Mediterraneo. Per af¬ frontare gli oceani ho chiesto consigli a chi l'ha già fatto come Malingri e per la meteorologia mi ha aiutato la Marina di cui ho fatto parte per tre anni». Anche sulla sua barca, Town of Cervia (progetto Starkel), hanno lavorato i ragazzi della Comunità Saman di Stefan Falcon. Hanno montato due derive laterali a poppa, che in caso di avaria, possono sostituire il timone. Precauzione inevitabile, vista la percentuale di timoni persi durante le grandi regate oceaniche. Irene Cabiati In gara ci sono anche due italiani. Giovanni Soldini è uno dei favoriti Occhi puntati sulla francese Isabelle Autissier CHARLESTON - Città del Cape PARTENZA: 17 settembre ARRIVO: verso il 23 ottobre 6865 miglia nautiche LA TECNICA: lasciarsi trasportare dalle correnti d'Ovest verso il centro dell'Atlantico, allontanandosi dai Caroibi, in modo da evitare anche le Bermude e il loro tristemente celebre Triangolo. Non allarmarsi per le bonacce, e non lasciarsi intrappolare dall'anticiclone di Sant'Elena. I I Tropico del Cancro 49 TAPPA PUNTA DEL ESTE • Charleston PARTENZA: 1 aprile ARRIVO: verso il 23 aprile 5751 miglia nautiche LA TECNICA: affrontare tranquillamente le bonacce al largo del Brasile, valutare con precisione l'usura del materiale e comportarsi di conseguenza, controllare i rivali diretti in classifica in vista l'arrivo 2= TAPPA CITTA' DEL CAPO - Sydney PARTENZA: 26 novembre ARRIVO: verso il 21 dicembre 6698 miglia nautiche LA TECNICA: c'è un passaggio obbligato da lasciare a tribordo, 53° a Sud, 72° a Est. Bisogna abituarsi all'onda lunga dell'Oceano Indiano, calcolare le depressioni australi, gestire al meglio il materiole e stare attenti agli iceberg. Punto 59° S 119°0 da lasciare a tribordo Charleston - Charleston (USA, Carolina del Sud). Partenza 17 settembre 1994. Arrivo verso il 23 aprile 1995 180 150 120 90 20 concorrenti (19 uomini e 1 donna) di 7 Paesi (3 della Francia, 6 della Gran Bretagna, 4 degli Stati Uniti, 2 dell'Australia, 2 Sud Africa, 2 dell'Italia, 1 del Giappone). SYDNEY • Punta del Este PARTENZA: 29-gennaio 1995 ARRIVO: verso il 27 febbraio 6914 miglia nautiche LA TECNICA: un altro passaggio obbligato, a 59° Sud e 119° Ovest. La rotta punta decisamente a Sud, bisogna affrontare tempeste violente e mari infestali da iceberg. Una volta superata la zona delle confluenze oceaniche attorno a Capo Horn, e lasciato il Pacifico, occorre cambiare mentalità per «lanciare» la barca verso il traguardo di lappo. 9 concorrenti in classe 1 e 11 in classe 2 4 tappe. 3 scali (Cape Town, Sydney, Punta del Este). Circa 27.000 miglia nautiche. 3 grandi Capi da passare (Buona Speranza, Leeuwin, Horn) Giovanni Soldini, milanese, punta alla vittoria con lo scafo Mister Kodak