L'incubo del maltempo su Asti che corre il Palio di Franco Cavagnino
Il via ieri da Charleston: l'arrivo previsto il 26 aprile, dopo 26 mila miglia Oggi pomeriggio lo storico appuntamento L'incubo del maltempo su Asti che corre il Palio La pioggia ha fatto saltare le prove Molti i senesi al via, Pes è il favorito ASTI. Ogni nube che oscura il sole, anche per pochi secondi, ò un colpo al cuore degli astigiani. Oggi la città celebra il Palio, festa grandissima, spettacolare ed antica (risale al 1275), ma l'incubo del maltempo è più forte persino del gusto di azzardare i pronostici di rito. La manifestazione è una macchina dal «motore» delicato: è sufficiente un acquazzone per guastare il lavoro di un anno. E la vigilia è stata prodiga di acqua; venerdì sera un nubifragio ha flagellato la città e gli organizzatori, per preservare la pista in terra battuta su cui oggi si correrà il Palio, hanno rinviato le prove e la «corsa degli scudieri» di ieri pomeriggio che avrebbe dovuto designare i fantini di riserva. Si è lavorato sodo di ruspa e di badile per riparare i guasti della pioggia e sul tufo è stata gettata una sabbia speciale a 150 gradi per asciugare il fondo; il sole, che ieri si è fatto rivedere a singhiozzo, da solo non ce l'avrebbe fatta. E proprio l'impossibilità di provare ha acceso le prime violente polemiche che sono il pepe del Palio. Gli strascichi non mancheranno di farsi sentire oggi e già sin d'ora si può pronosticare una corsa rovente. La giornata è come sempre ricchissima di occasioni per i turisti, anche se i pochi minuti della gara superano in emotività qualsiasi altro richiamo del programma. In mattinata, sui sagrati delle chiese si potrà assistere ai riti propiziatori e, dalle 14,15 (il via da piazza Cattedrale) al corteo storico con 1200 figuranti in costumi medioevali e 100 cavalli. Ognuno dei 14 rioni cittadini e dei sette centri del contado, raffigura un episodio storico realmente accaduto. Facile immaginare gli effetti di un temporale su di un quadro vivente così imponente e sontuoso. Poi, in piazza Alfieri, cuore della città, la corsa: a partire dalle 16 tre batterie di sette cavalli (montati a pelo, cioè senza sella) e finale a nove. Partenza al «canapo», mossiere Amos Cisi, lo stesso che dà il via al Palio di Siena, «nemico» per antonomasia di quello astigiano. Ma il mossiere non è l'unico punto di contatto tra la manifestazione piemontese e quella toscana. Il vero cordone ombelicale che lega i due Palli è dato dai fantini che arrivano in massa dal Campo senese, dai cavallanti come Lazzaro Beligni e Rosario Pegoraro detto «Tristezza», dagli «artieri», da personaggi che nell'ombra muovono le pedine di una corsa unica nel suo genere, dove combines e alleanze possono durare in eterno, oppure lo spazio di pochi minuti. Tramontata anche ad Asti la stella che sembrava immortale di «Aceto» (da due anni senza ingaggio nella città di Alfieri), è Giuseppe Pes «Il Pesse» il nuovo re. Vincitore lo scorso anno con «Gran Prix», oggi si presenta per Santa Maria Nuova. Ha 20 Palii di Siena alle spalle (5 vinti). All'ultimo, . il 16 agosto, venne disarcionato da quel Tonino Cossu che oggi ritroverà avversario con i colori di San Lazzaro. Ma la lista dei toscani si allunga con «Bucefalo» tre volte primo ad Asti, Franco Casu (detto Spirito), Massimo Coghe (15 volte al via a Siena, primo nel luglio scorso), Luigi Bruschelli soprannominato «Trecciolino» (sette presenze sotto la torre del Mangia), Angelo de Pau, mietitore di successi negli ippodromi ed altri nomi di secondo piano. Al Palio di Asti forniscono forze anche Faenza, altra città di corse, e la Sardegna: oggi in pista ve ne saranno parecchi, da Pischedda a Soggia per finire a Mureddu (cognato di Coghe) e a Todde. Ad Asti restano le briciole; tre sole le «monte» al canapo: il leggendario Mario «Truciolo» Cottone (Comune di Moncalvo) unico astigiano ad aver vinto un Palio di Siena per la Giraffa, Canio Abruzzese e l'argentino naturalizzato Martin Ballesteros. Una lotta impari. Franco Cavagnino La partenza del Palio corso ad Asti lo scorso anno
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