Rapita e stuprata tre notti
A Cellino San Marco: gli amici del violentatore non l'hanno difesa A Cellino San Marco: gli amici del violentatore non l'hanno difesa Rapita e stuprata tre notti Studentessa sequestrata dallo spasimante BRINDISI. Può accadere, in un paesino di provincia, che una ragazzina venga rapita, stuprata e invitata al silenzio con un minaccioso «se parli ti uccido». E può accadere che la ragazzina, sfidando il suo aguzzino, i pettegolezzi della gente e il suo futuro, decida di parlare, denunciare tutto ai carabinieri e dire saggiamente: «Io non ho paura, dopotutto è lui che deve vergognarsi». A Cellino San Marco, la patria di Ylenia Carrisi, Carla cammina a testa alta, non si vergogna, non ha paura. Non è colpa sua se il 6 agosto un bullo l'ha sequestrata, portata in auto in giro per mezza Italia e poi, in una casetta, l'ha violentata mentre i suoi amici non muovevano un dito. Lui, accusato di violenza carnale, è Vincenzo Renna, 22 anni, ora agli arresti domiciliari. Prima che gli mettessero le manette, si è presentato ai carabinieri. Dice di non avere stuprato, che la ragazza ci stava. Carla, una studentessa al quarto anno dell'istituto professionale per i servizi sociali, dà un'altra versione. Voleva farla finita. «Inizialmente non ci ha detto la verità - racconta la madre - poi ha parlato e ha detto: mi ammazzo. Ha preso coraggio e ha chiesto l'aiuto mio e di mio marito. Era decisa e ha denunciato. Ma prima siamo rimasti tre giorni chiusi in casa, avevamo paura». Forse non avrebbe mai parlato, Carla, se non avesse pianto sulla tomba del fratellino, Luca, morto per un incidente stradale quando aveva 10 anni, e se lui non le avesse dato la forza di ricostruire una storia cominciata il 6 agosto. Di sera, mentre è sulla spiaggia con un'amica e il fidanzato di lei, Carla viene avvicinata da Renna. Da tempo la importuna. Questa volta fa di più. Quando i fidanzati si allontanano, prende la ragazza per un braccio, la trascina spingendola nell'auto, una Renault 5. Una sgommata e si parte. Brindisi, Bari, Taranto, Reggio Calabria. Carla si finge tranquilla e ci prova: ((Andiamo da mia nonna, in Sicilia?». Renna non ci casca, sa che la ragazza vuol chiedere aiuto e fuggire. L'auto punta sulla campagna. Si fa tappa a Poggiomarino, Salerno. Qui Renna ha degli amici. Viene ospitato. Il 7 agosto, domenica, vanno a cena insieme. Carla non può fuggire, avrebbe voglia di urlare, ma ha paura. Dopo una notte trascorsa nel letto, accanto al suo aguzzino, viene stuprata. E' l'alba. Più tardi, tenta di fuggire ed esce di strada, grida, chiede aiuto ai passanti. Ma la riportano in casa con la forza. ((Avevo i vestiti stracciati, ho chiesto aiuto alla gente, alle donne affacciate ai balconi, mi sono inginocchiata. Non è servito. Nessuno mi ha aiutato». Il lunedì notte torna a casa, sempre in auto. Viene lasciata in strada. «Se parli, ti uccido». Carla riabbraccia i genitori, raccon¬ ta di essere stata con un amico. Con la mamma, un paio di giorni prima, aveva parlato per telefono dicendo: «Sono a Palermo, sto bene». Tornata a casa, parla poco. Poi scoppia, racconta tutto. I genitori - mamma casalinga, papà operaio edile disoccupato le sono accanto: «Sono straordinari» dice. Le è accanto la sorellina di nove anni, e il piccolo Luca che non c'è più. «In quei giorni l'ho avuto nel cuore, è stato lui a darmi la forza». Carla è un nome di fantasia. Solo il nome è falso. E' vera la storia, vera questa ragazza che ora gira a testa alta in paese, non teme le minacce, e accusa: «Lui deve vergognarsi». Tonio Attino
Persone citate: Tonio Attino, Vincenzo Renna, Ylenia Carrisi
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