«Il porno era rinato con lei»

«Il porno era rinato con lei» «Il porno era rinato con lei» Schicchi: così ha costruito il suo mito IL RICORDO DEGLI AMICI CMILANO ON lei cambiò tutto. Portò aria nuova nel settore. Nel mio immaginario era la donna ideale, la generosità», ripete Riccardo Schicchi, produttore. Ha inventato Cicciolina, Ammalia, Vampirella, Mercedes Ambroeuse, pure Moana. Ma adesso dice: «No, Moana non l'ha inventata nessuno. Lei era un pilastro, e quando manca il pilastro c'è il rischio che cada tutto. In fondo è il pubblico quello che ha perso di più». «Moana mi ha insegnato tutto, e io devo tutto a lei. Cosa posso dire di più? Che aveva classe, e lo si vedeva anche quando camminava». Francesca Rey, in arte Ammalia, parla con un filo di voce. E' dispiaciuta, si vede. Ma non per questo si nasconde agli occhi delle cento macchine fotografice, delle mille telecamere che la frugano al «Mi-Sex di Assago», fiera del sesso che vorrebbe far impallidire l'«Erotica» di Bologna. «No, io non vado più sul palco a fare lo spettacolo. Non si può più, adesso», dice. E invece lo show va avanti. Con le sue luci, le canzoni, il topless-bar, il ring per la lotta al femminile e le ragazze. Tutte pornostar, come Moana. Era solare, sorridente, ironica». Così le persone che l'hanno conosciuta ricordano la più bella e famosa pornostar italiana. Una cascata di aggettivi come dignitosa (Catherine Spaak), vitale (Vittorio Sgarbi), pulita (Dino Risi), gentile (Alba Parietti). Già, Moana era una pornostar diversa dalle sue colleghe, «rassicurante»: uno splendido sorriso, la battuta pronta e un'intelligenza viva. Per questo era ospite gradita dei talk show televisivi e in trasmissioni «per famiglie», dove le ragazze «che fanno quel mestiere» solitamente non sono invitate. Catherine Spaak, che ha avuto più volte Moana Pozzi ospite di «Harem», è colta di sorpresa dalla notizia: «Mi dispiace davvero tanto, era una persona così legata alla bellezza e alla giovinezza. Di lei mi è rimasto impresso il legame con i suoi anni; l'idea di invecchiare le sembrava insopportabile. Era anche molto serena, un rapporto autentico e tranquillo con il suo lavoro». Anche Fabio Fazio, che l'ha invitata spesso alle sue trasmissioni, la ricorda come una pornostar anomala: «Era bravissima a spiazzarti, quando tutti si aspettavano un certo tipo di spettacolo. Ricordo che una volta partecipò a "Jeans" e recitò con intelligenza e bravura il ruolo dell'attrice normale. Era molto autoironica, amava scherzare sul suo personaggio, con spirito ed eleganza. La scelta della professione è stata una decisione estrema, ma convinta e dignitosa. Con altrettanta dignità se n'è andata». Luciano De Crescenzo fu legato alla futura pornostar quando lei era ancora diciottenne, fu una breve amicizia: «Conobbi Moana nel 1979 o giù di lì, l'ho frequentata per poco tempo, poi l'ho persa di vista. Sembrava una collegiale, tutto si poteva pensare tranne che sarebbe diventata una pornodiva. Le attrici porno, si sa, sono un certo tipo di donna, lei era completamente diversa. In¬ nanzitutto era istruita, veniva da una famiglia benestante, e soprattutto non era un'oca, ma una ragazza "con la testa"». De Crescenzo chiude i suoi ricordi con un bell'epitaffio: «Non ho mai condiviso la sua scelta professionale, ma lei ha fatto la vita che voleva fare, fregandosene di tutti, e forse, visto che la sua esistenza è stata così breve, ha avuto ragione lei». Anche Vittorio Sgarbi non era quel che si dice una conoscenza stretta, ma la scomparsa di Moana lo ha colpito: «Muore lasciando di sé un'immagine viva, vitale, com'era nella vita. La pornostar fino a poco tempo fa aveva un'immagine underground, con Moana Pozzi acquista luce. Lascia di se un immagine giovane e immortale. Già era difficile e inquietante assistere al tramonto delle grandi attrici, per una pornostar sarebbe stato ancora più tragico. Sarebbe stato difficile vederla invecchiare». Moana Pozzi in realtà è stata anche un'attrice nei film cosiddetti «seri», ha girato con Corbucci e i fratelli Vanzina; anche Fellini le ha offerto una particina in «Ginger e Fred». Non ha lavorato, invece con Dino Risi, come è stato scritto. Il regista del «Sorpasso», però, l'ha conosciuta: «Una volta è venuta con delle bozze, ho pensato di farle avere una parte ma poi non se n'è fatto niente. Ricordo una ragazza pulita ed educata». [s. s.) De Crescenzo: ha fatto la vita che voleva A sinistra Riccardo Schicchi, scopritore di Moana

Luoghi citati: Assago, Bologna, Moana