Tic e vanità in «Casa Ricordi»
Professione, amori: presto in uscita la biografìa del giornalista | Premio italia Premio italia Tic e vanità in «Casa Ricordi» TORINO. I mostri sacri della lirica visti nelle loro case, tra tic, debolezze, desideri, invidie, isterie. Le avventure galanti di Rossini, pigro e estroso dongiovanni. La rivalità tra Donizetti e Bellini. Verdi schivo e permaloso, invidiato dai giovani Mascagni e Leoncavallo. Puccini che si barcamena tra amanti ufficiali e non, e con gli amici beve Chianti e recita poesie grasse: «La cacca di Lucca...». Il tutto in un linguaggio semplice e a una «velocità» da soap opera. «La famiglia Ricordi» di Mauro Bolognini, in anteprima l'altra sera a Torino per il Premio Italia, è una saga popolare a puntate. Protagonisti i maggiori compositori lirici italiani e una famiglia di intelligenti imprenditori cui la storia della musica deve molto. Dal capostipite Giovanni (1875) a Tito II, negli Anni Venti, vetrai, mecenati e intenditori prima che editori musicali, promotori in Italia e nel mondo del grande melodramma, i Ricordi hanno una modernità che è piaciuta al regista e al direttore di Raiuno Nadio Delai. Lo hanno detto alla «prima», all'Auditorium Rai: «Quello dei Ricordi è un caso di imprenditoria unita alla cultura - ha scherzato Delai - che la Rai dovrebbe imitare. Anche il discorso dei diritti d'autore è attualissimo». Pronto da circa 8 mesi e prodotto per Raiuno dall'Eca (tv pubbliche europee), Channel 4 France 2, Tve e Zdf, «La famiglia Ricordi» andrà in onda in quattro puntate da un'ora e mezzo a gennaio '95. 1820-1920: un secolo in musica. Ogni serata fotografa (o è una radiografia?) un grande e chi gli stava intorno. L'ultima, quella che si è vista all'anteprima, è dedicata a Puccini. Una storia quasi a flash, punteggiata dai brani più importanti delle sue opere, scelti con astuzia da Bolognini che spera di «affezionare anche un pubblico non melomane». I melomani anzi, potrebbero offendersi. La figura di Puccini (Massimo Ghini), come quella degli altri musicisti, è ben lontana dai cliché storiografici: debole, lagnoso, sfuggente con le donne che lo perseguitano, indeciso, il maestro non ne esce davvero bene. Possibile che fosse proprio così? «Sì. I caratteri dei personaggi ! - dice Bolognini - sono tratti dai lo| ro diari, da lettere, confessioni. Gli j autori spesso non assomigliavano alle loro opere. Puccini? Dovreste vedere che cosa scriveva. Le parole volgari del testo sono proprio sue». Una certa tendenza al feuilleton, comunque, è ormai di rito per acchiappare il pubblico tv. «Ho voluto fare un'opera di divulgazione e intrattenimento, che avvicini alla lirica», ribadisce Bolognini. Gli ingredienti ci sono: le arie più famose e affascinanti dei melodrammi, quelle che hai nelle orecchie senza nemmeno saper come, e un cast internazionale di rilievo. Luca Barbareschi è Rossini, Kim Rossi Stuart Bellini, Alessandro Gassman Donizetti, Cuny Paisiello, Rigillo Verdi. La Strepponi è Laura Morante, Lucrezia Lantc della Rovere è Elvira Puccini, Domiziana Giordano la Stolz. Appuntamento, Rai promettendo, a gennaio. Cristina Caccia
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