Vigilia di rissa sulla caccia

Alla fine Matteoli precisa: nelle aree protette del Gran Sasso non si spara Alla fine Matteoli precisa: nelle aree protette del Gran Sasso non si spara Vigilia di rissa sulla caccia Doppiette nei parchi, tutti contro il ministro ROMA. L'antivigilia dell'apertura della caccia scorre, manco a dirlo, nel segno delle polemiche. Bersaglio preferito: il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli. «Sparano» dichiarazioni di fuoco contro di lui un po' tutti: cacciatori e associazioni ambientaliste. Tutta colpa dell'idea di aprire la caccia nei parchi abruzzesi. Attacca il Wwf: «Nei parchi non si può cacciare non solo perché non sono stati registrati e pubblicati i decreti di Matteoli, ma perché è contro la legge. Il ministro dell'Ambiente - sottolinea la presidente dell'associazione Grazia Francescato - non ha il potere di derogare a leggi nazionali, solo il Parlamento può modificarle. E la legge nazionale su. parchi stabilisce che è vietata la caccia nelle aree protette, divieto confermato dalla legge sulla caccia». L'Arci caccia definisce Matteoli un Giano-bifronte: «Promette le attese riperimetrazioni e le rinvia; sollecita l'applauso dei cacciatori e ne provoca gli sberleffi. Il suo obiettivo è la confusione». Poi, a far un po' di luce nella confusione, ci prova lo stesso ministro: «Domani nelle zone due dei parchi nazionali Gran Sasso-Monti della Laga e Maiella-Morrone non si sparerà. I decreti con i quali ho abolito le norme di salvaguardia in queste aree non sono stati ancora registrati e pertanto non sono in vigore». Basterà a far chiarezza? Di sicuro, anche quest'anno si apre la caccia senza che la legge di riforma dell'attività venatoria, approvata due anni fa, sia stata applicata. Dopo decenni di battaglie tra cacciatori ed ambientalisti, dopo referendum, manifestazioni e prese di posizione prò e contro, dopo che finalmente il governo, nel maggio del 1992, ha approvato la legge quadro 157 sulla caccia che, più o meno, ha messo tutti d'accordo, da domani si riprenderà a sparare senza regole comuni a tutto il territorio e senza certezze di garanzia per i cacciatori, l'ambiente, gli animali. E proprio sull'unico punto sul quale cacciatori e non, nelle loro polemiche, sono concordi e cioè che la legge va applicata, le Regioni hanno tradito tutti annullando, perché non hanno definito, nella stragrande maggioranza delle province, la pianificazione faunistica del territorio, la possibilità di trasformare caccia e cacciatori, ambientalisti ed agricoltori in tutori dell'ambiente. L'attività venatoria vive quindi, ormai da anni, una complicata fase di passaggio. Quest'anno in particolare il governo, su sollecitazione dei cacciatori, si è visto costretto ad emanare un decreto di proroga dei termini applicativi della riforma della caccia. Senza questo provvedimento, che ora dovrà essere convertito in legge dal Parlamento, la caccia sarebbe stata sospesa quasi ovunque. Domani quindi si riapre la caccia quasi in tutte le regioni, ma anche sulle date è caos: la Sicilia ha iniziato la stagione venatoria il 28 agosto, Puglia e Molise il 1° settembre, alcune province dell'Emilia Romagna e Trento il 4 settem- bre, la Calabria il 10 settembre. Solo Toscana, Lombardia, Veneto, Basilicata, Molise, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Puglia, Piemonte e Trentino hanno recepito, con legge propria, la legge nazionale ma comunque ogni regione ha regole diverse e nella stragrande maggioranza dei casi non sono stati definiti gli ambiti territoriali e i relativi comitati di gestione. Anche per gli animali si prospetta una stagione venatoria senza regole: ad esempio, dieci milioni di peppole e fringuelli devono stare all'erta in Lombardia dove il commissario di governo ha detto sì alla legge regionale che recepisce queste specie tra quelle cacciabili, mentre in Toscana e nelle Marche questi due uccelli possono dormire sonni tranquilli grazie alla bocciatura delle leggi regionali sempre da parte del commissario di governo. Gli stessi cacciatori quindi, alla vigilia della stagione venatoria, chiedono con forza, a Stato e Regioni, maggior solerzia nell'applicare le riforme e la modifica della legge in quelle parti contraddittorie e che si prestano a una interpretazione distorta e inoltre l'approvazione del decreto sui nuovi requisiti psico-fisici per il rilascio del porto di fucile ed il controllo sul mercato che si è creato intorno ai permessi di accesso in quelle regioni che arbitrariamente hanno applicato le nuove regole. La legge infatti, per evitare il nomadismo venatorio e il sovraffollamento di cacciatori in alcune regioni con la conseguente distruzione della fauna, ha stabilito che ogni cacciatore debba scegliere un territorio al quale resterà vincolato ma, secondo i cacciatori, in alcune province questa possibilità è stata strumentalizzata favorendo un mercato nero delle concessioni. Ir. cri.] Stagione senza regole: peppole e fringuelli protetti in Toscana sono cacciabili in Lombardia OD NUMERO: POCO PIÙ' DI UN MILIONE [TREMILA LE DONNE] ETÀ' 62,4% HA TRA 130 E149 ANNI 19,6% HA TRA 118 E129 ANNI 10,6% HA TRA 150 E159 ANNI 6,8% HA OLTRE 59 ANNI 0,6% HA MENO D119 ANNI LIVELLO SCOLASTICO 5,6% I LAUREATI 27,27% I DIPLOMATI 43,88% MEDIA INFERIORE 32,24% LICENZA ELEMENTARE LE PROFESSIONI 21,41% IMPIEGATI REGIONI CON MAGGIOR REGIONI CON MINOR 21,1% OPERAI 19,62% COMMERCIANTI NUMERO DI DOPPIETTE 11 LIGURIA 21 CAMPANIA 3] TOSCANA 12,34% LIBERI PROFESSIONISTI 11,08% PENSIONATI 41 UMBRIA NUMERO DI CACCIATORI 1] VAL D'AOSTA 2) TRENTINO 3] FRIULI 4] BASILICATA IDENTIKIT DEL CACCIATORE Domani primo giorno di caccia per poco più di un milione di appassionati

Persone citate: Altero Matteoli, Grazia Francescato, Matteoli, Morrone