Ritorno a scuola senza compagni
A Bussoleno Val Germanasca: è il figlio del vicesindaco del paese che conta solo 92 abitanti Ritorno a scuola senza compagni Erik, l'ultimo scolaro che scende da Massello Erik, nove anni a novembre, da oggi frequenta la quarta elementare. E' l'unico scolaro di Massello. Il padre, Ugo Tron, minatore, è il vicesindaco di questo Comune della Val Germanasca, a oltre 1400 metri d'altitudine, abitato da 92 anime sparpagliate in un'infinità di minuscole borgate arroccate su quelle montagne che furono teatro del «Glorioso rimpatrio» del popolo valdese, quattrocento anni fa. Erik rappresenta il futuro e la sua piccola storia testimonia la tenacia montanara. Nel secolo scorso, in Val Germanasca, oltre alla «grande école» presente in ogni centro, c'erano una cinquantina di scuole. Erano le «scuole Beckwith», dal nome del generale britannico che le aveva volute e diffuse in ogni borgata, anche la più piccola, delle valli valdesi. Lui le chiamava «università delle capre» e le costruì con i fondi raccolti tra i protestanti inglesi. «Adesso, è rimasta una sola classe elementare per i bambini di Perrero, Salza e Massello», commenta Raimondo Genre, assessore in Comunità montana. La scuola è nel fondovalle a Perrero. Per andarci, Erik Tron s'alza alle 6,30. Ad attenderlo c'è un automezzo del Comune. D'inverno, a quell'ora del mattino è ancora notte e il sole è già calato quando, poco prima delle 17, se ne torna a casa da scuola. Quando nevica, però, tutto si complica: sovente, né si sale né si scen- de lungo la provinciale che s'insinua nel vallone di Massello. Ma la neve per Erik è un gioco, il preferito, da affrontare con la slitta o gli sci. Tutt'altra cosa col nuoto: gli insegnanti non sono mai riusciti a portarlo in piscina. D'altronde, il piccolo non vede il mare da cinque anni, da quando cioè, d'estate, la famiglia si stabilisce alla Balsiglia, dove la madre, Anita Riceli, ge¬ stisce un piccolo bar proprio sotto il costone dove, nel 1689, circa 600 valdesi partiti dalla Svizzera resistettero un intero inverno alle truppe savoiarde e francesi del maresciallo Catinat. Il bar avrà, forse entro l'autunno, il primo telefono della borgata. Il contratto con la Sip è costato ben 2 milioni e 600 mila, l'allacciamento elettrico costa poco meno e pertanto di televisione proprio non se ne parla. Eppure Erik preferisce questo posto, dove la sua famiglia vive da un'infinità di generazioni, a qualsiasi altro. Di fede valdese, esuberante, socievole, «da grande» vuol fare il barista. Parla un italiano più che corretto, ma usa il patois occitano come lingua «confidenziale». A scuola dicono sia un buon alunno. Il sorriso gli illumina improvvisamente il viso punteggiato di efelidi: «Mi piacciono matematica e ginnastica, molto meno le lingue straniere». Ma, sotto sotto, s'intuisce che soprattutto preferisce l'aria aperta. Angelo Taverna II piccolo Erik Tron, nove anni a novembre ed unico alunno di Massello: da oggi frequenterà la quarta elementare nella sola classe rimasta nella scuola di valle
Persone citate: Angelo Taverna Ii, Anita Riceli, Beckwith, Erik Tron, Raimondo Genre, Salza, Ugo Tron
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