La Stampa - Consultazione Archivio

Q ^-^^LJjT~- — ^ u«k-3\va V fSA «Pagherò, tanta costanza va premiata» Il Fisco implacabile lo multa dopo 25 anni Lo Stato spenderà oltre 150 mila lire per incassarne3500più gli interessi Venticinque anni dopo un controllo della Finanza - «che nemmeno ricordo dove avvenne, forse sulla Torino-Savona» - un ex titolare di salumificio si è visto recapitare un'ingiunzione di pagamento dell'Ufficio Registro, Bollo e Demanio di Torino: una pena pecuniaria di 3500 lire non pagata, salita nel frattempo a 18.750 lire. Era il 17 dicembre 1969 e Rolando Venturelli - ora dietro il bancone della birreria «Bistrò la cave» a Fanano, sull'Appennino modenese - era intento a fare una consegna. «O forse ero reduce da un acquisto, non mi viene più in mente» dice perplesso. Poi sbotta nella fatidica domanda: «Ma perché lasciar passare tanto tempo, tra l'altro, per una somma così piccola? Pagherò, certo, pagherò. Soprattutto perché tanta costanza va premiata. Anche se è stata un po' troppo diluita negli anni». Nel frattempo, però, Venturelli si è rivolto all'avvocato Gianpaolo Verna di Modena: per verificare se l'iter burocratico della vicenda sia filato in modo regolare nei cinque lustri trascorsi. E dall'altra parte? «E' una tragica storia di ordinaria cattiva legislazione: finché la legge ci obbliga a recuperare tremila lire di 25 anni fa, noi siamo tenuti a farlo. Anche se l'operazione costerà alla comunità non meno di 150 mila lire». Il ragionier Gioacchino Cosentino, direttore reggente dell'Ufficio del Registro di via Grandis 11 (la sua sede ufficiale è a Rivarolo), non lascia niente tra le righe. «Tutta la vicenda sa di assurdo» ammette. Ma ci sono altre considerazioni da fare. «Quel commerciante, in ogni caso, non è uno stinco di santo: nel '69 spiega - se ne andava per l'Italia con cinquanta chili di salumi cotti e crudi per i quali non aveva pagato l'Imposta generale entrate, l'antenata dell'Iva. Certo, il caso è aberrante perché l'importo è esiguo, ma questa può anche essere una lezione per tanta gente. E cioè che lo Stato non dimentica i suoi debitori». Il dirigente riassume le ragioni di 25 anni di ritardo nella riscossione di quelle poche lire di pena pecuniaria (già, perché l'imposta evasa, 12.720 lire, venne immediatamente pagata): «Quel signore ha senz'altro ricevuto alcune ingiunzioni di pagamento, ma evidentemente non ci ha fatto caso. Bisogna sapere che tra un'ingiunzione e l'altra non devono trascorrere più di dieci anni, altrimenti c'è la prescrizione. Ma non è necessario che l'interessato ne venga in possesso: se assente al momento della notifica, l'ingiunzione viene affissa all'albo pretorio del Comune». E tanto basta allo Stato per essere in regola. Una precisazione: il verbale relativo alle 3500 lire arrivò nelle mani di Venturelli quattro anni dopo il fattaccio, nel luglio del '73. «Il "residuo" - prosegue il ragionier Cosentino - è stato riportato ogni anno nei nostri elenchi dei sospesi, finché è arrivato il suo turno ed è stato preso in considerazione dal cassiere. Purtroppo, i nostri uffici sono sotto organico da sempre e non abbiamo mezzi adeguati alla mole del lavoro da sbrigare. Pensi che disponiamo di un solo terminale: collegarci con il cervellone, a Roma, significa perdere un'ora ogni volta. Anche per tremila lire». Casi come quello dell'ex commerciante non sono rari, spiega il direttore dell'Ufficio Registro, Bollo e Demanio. «Un po' fuori dal comune è l'importo». Poi una riflessione: «Effettivamente, da tempo sono stati eliminati d'ufficio i residui sotto le ventimila lire, proprio perché è antieconomico recuperarli. Ma il legislatore si è limitato a parlare di tasse. Quella non pagata dal signor Venturelli è una soprattassa». Maria Teresa Martinengo Raffaella Quaquaro ~ INGIUNZIONE -——7. ò^^eg.stro • Bollo o \>m*tor*^*»imu<U*U ufficio dei. npoisrflo oi v;« tìraildis, Il-10(21 TOHlNpì (i, M Scimono A***» SU'»» »'•«•,";/,,, no ORDINA A Il ^oiinswl'tn r Q ^-^^LJjT~- — ^ u«k-3\va «... v^oaV, AfSAoA L'ingiunzione di pagamento arrivata all'ex salumiere