Una notte sfidando la bufera di Enrico Martinet
Una notte sfidando la bufera Una notte sfidando la bufera La zona battuta da 100 uomini Poi all'alba il ritrovamento AOSTA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Cento uomini radunati all'alba per le ricerche di Aline e Laura. Un padre disperato che le chiama nella strada del villaggio ai piedi del dirupo quando gli elicotteri di carabinieri e protezione civile volteggiano nel cielo di Chessin, 13 abitanti, all'imbocco della valle del Cervino. Il leggero pendio verde davanti alle dieci case diventa il centro operativo dei soccorsi. Le bimbe sono sparite mercoledì sera, poco dopo l'imbrunire, inghiottite da un burrone nascosto nella bufera e nella nebbia. Era con loro il papà di Aline, lo psichiatra Antonio Colotto, che in quel villaggio ieri mattina ha incontrato i soccorsi. Sotto choc, stanco per aver vagato nel bosco l'intera notte senza mai fermarsi, ha indicato la zona dove è passato con le piccole. Poco dopo i corpi sono stati trovati dalla guida alpina Enrico Passerini. In fondo al baratro solcato da un piccolo torrente che precipita fino a Chessin. La guida dice: «Nessun problema per il recupero. Il corpo di una bimba era al primo salto, l'altro al terzo. Una era senza scarpe, le ha perse nella caduta». Laura è precipitata per 50 metri, Aline per 200. L'allarme era scattato la sera di mercoledì, poco dopo le 21. La mamma di Aline, Mariangela Miroli, ha chiamato i carabinieri. Un'ora dopo militari e forestali hanno trovato l'auto del dottor Colotto, una Bmw grigia metallizzata, parcheggiata in una piazzola vicino al colle San Pantaleone. Di lì si dipartono due sentieri, uno verso Torgnon che termina all'alpeggio Prod de Tar, l'altro, a sinistra, gira nei boschi di conifere del valico. Al di là la Valtournenche, la strada asfaltata che scende ad AnteySaint-André e gli strapiombi che finiscono nel pianoro di Chessin. I soccorsi si sono divisi in due gruppi. A mezzanotte sono arrivate squadre anche da Valtournenche e da Cervinia. All'una i carabinieri hanno fatto esplodere alcuni razzi di segnalazione nella speranza che il medico e le due bimbe li vedessero e potessero orientarsi. Ma lo psichiatra, rimasto solo, era sull'altro versante. Non poteva vederli. Le ricerche sono durate tutta la notte. Ieri mattina i soccorsi sono stati organizzati per poter fare perlustrazioni a tappeto su entrambe i versanti. Cento uomini, tra carabinieri di Chàtillon/Saint-Vincent, forestali di tutta la Valtournenche, protezione civile, vigili del fuoco, militari della guardia di finanza, esperti del soccorso alpino valdostano. Due gli elicotteri, l'«Agusta 412» bianco e rosso della protezione civile di Aosta e quello dei carabinieri di Volpiano che trasporta le unità cinofile. C'è anche un cane da valanga delle guide alpine. E proprio dall'elicottero i due corpicini vengono avvistati, tutti e due nell'acqua del torrente, ma a una distanza di 150 metri l'uno dall'altro. Ai piedi di un versante quasi impraticabile, senza sentieri, una trappola mortale se affrontato di sera e nella nebbia. In quella zona qualche anno fa la guida alpina Pietro Giglio partecipò a un soccorso. Fu lui a recuperare in un dirupo simile a quello di Chessin un turista morto, precipitato da un roccione. Si era avventurato in una gita fuori da ogni percorso segnalato e per errore aveva seguito le tracce lasciate dai forestali sui tronchi da abbattere. Dice: «Un versante boscoso inframmezzato da salti rocciosi rappresenta il massimo del pericolo per un escursionista. Con la nebbia, poi, l'orientamento diventa quasi impossibile e la pioggia rende scivoloso il sottobosco già di per sé terreno infido. C'è un solo consiglio da dare a chi intende affrontare una gita nel bosco, quello di non abbandonare mai il sentiero, soprattutto quando la visibilità è ridotta per la presenza di nuvole e pioggia, o, peggio, di nebbia». Enrico Martinet I
Persone citate: Antonio Colotto, Colotto, Enrico Passerini, Mariangela Miroli, Pietro Giglio
Luoghi citati: Anteysaint-andré, Aosta, Saint-vincent, Torgnon, Valtournenche, Volpiano
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