la gita nei boschi finisce in tragedia

Avevano 11 e 12 anni m Sono state sorprese ?, da un nubifragio mentre stavano percorrendo un sentiero di montagna Il padre di una delle piccole le aveva portate a cercare funghi la gita nei boschi finisce in tragedia Aosta, due ragazzine muoiono cadendo nel dirupo AOSTA DAL NOSTRO INVIATO L'inferno? Lì, in mezzo a quelle nuvole gonfie di collera che all'improvviso si sono abbassate tanto da graffiare il fianco del monte, da nasconderlo e trasformarlo in una trappola micidiale. Lì, sul fondo di un canalone circondato da un dirupo cosparso di rocce e trabocchetti. Aline e Laura sono piombate in quell'abisso alla fine di una giornata che doveva esser gioiosa, spensierata e invece era scritto che fosse l'ultima della loro vita. Aline aveva 12 anni, Laura 11: troppo pochi per morire. Nelle agenzie la notizia scivola fra le mille che il maltempo ha offerto con cruda indifferenza: «Due bimbe morte in Valle d'Aosta», ma è la storia crudele di un dramma immenso, una tragedia della montagna, che è insaziabile, e forse anche dell'imprudenza. Mercoledì il tempo era stato orrendo per tutta la mattinata, con le nubi che avevano oppresso la valle e la pioggia che cadeva a scrosci, ma a mezzogiorno il cielo si era aperto, il sole era apparso timido, poi si era fatto avanti con prepotenza. Insomma, pareva la promessa di un pomeriggio sereno. Il professor Antonio Colotto, 44 anni, aiuto nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Aosta, ha pensato a una passeggiata alla ricerca di funghi: conosce un posto sicuro, uno di quelli che non si confidano neppure agli amici, sul colle San Pantaleone, che divide la Valtournenche da Verrayes, aveva raccontato una volta, ma era rimasto sul vago. Ha lanciato l'idea, sua figlia, Aline, l'ha accolta entusiasta: con l'estate ormai agonizzante, forse era l'ultima occasione. L'invito è stato esteso anche a Laura Bianco, che non è soltanto la figlia di un vicino di casa, Honoré Bianco Levrin, ma è una grande amica della bambina. Il tempo di prepararsi con le giacche a vento e gli scarponcini da trekking e via. Non è un gran viaggio dalla frazione Roppoz alle porte di Aosta fino al colle, un pezzo di statale, e poi la salita, prima sulla regionale quindi per un sentiero neppure troppo stretto sul fianco del monte. Poco prima dell'alpeggio il viottolo scompare, inghiottito dal bosco. Antonio Colotto ha fermato la sua Bmw ed è cominciata la caccia vera e propria al tesoro. Le bimbe ridono, parlano fra loro, felici, l'uomo cerca sereno, gli occhi fissi a terra. E' metà pomeriggio, il sole scompare all'improvviso, una nube pesante l'ha ricacciato indietro. E non è sola, altre la incalzano, aggressive, torve. Il medico lo sa che quassù, oltre i mille, col tempo non si scherza. Chiama a sé le piccole e decide: «Si torna indietro». Ma tornare indietro non è possibile: ora, intorno non si vede più nulla, tutto è scomparso, dietro quelle nubi più compatte della nebbia in un'alba d'inverno. Non è facile orizzontarsi: la macchina è là, a destra, che aspetta... oppure a sinistra, più in basso... o più in alto? Si va a tentoni, momenti tenendosi per mano. Ma non si sa dove si vada. Forse è meglio salire, forse il cielo è sgombro in alto, dove il monte finisce con una vetta piatta, una specie di vassoio. «State tranquille», ripete il medico alle bambine e non vuol far vedere che anche lui ha paura. Arrivano in cima, ma neppure da lassù si scorge 0 mondo. E allora non rimane che provare a scendere. Forse è meglio andare avanti, ma da quel lato il fianco del colle è scosceso, ci son salti e dirupi e uno non se ne accorge finché non ci finisce sopra. A momenti si procede quasi a carponi, cercando con le mani una roccia a cui aggrapparsi prima di tentare la sorte in mezzo al nulla. Laura ha uno scarto, un breve grido, più nulla. Semplicemente è scomparsa. Dove? Bisogna cercarla, la chiamano, disperati, ma non torna neanche l'eco. Eppure, doveva essere una tranquilla gita, ce n'erano state chissà quante, in passato. «Sarà qui, ora la troviamo», ripete, come a se stesso, il dottor Colotto. E scendono ancora, a zig-zag. Il velo maledetto pare assottigliarsi, laggiù sul fondo sembra ci sia una luce: è Chessin, quattro case e 13 persone, ma loro, il padre e la figlia, non lo sanno. «Vado a cercare aiuto», dice Aline. Il medico non ha neppure il tempo di voltarsi per dir- le di non muoversi che la bimba è già scomparsa. Inutile chiamarla, ma cos'altro si può fare? E chissà che cosa c'è qui sotto, un metro di distanza! Il dottore cerca e non sa dove. Urla, ma già teme di urlare per niente. Piove, è buio, e quella luce, laggiù in fondo, è anch'essa sparita. L'uomo procede lentamente, e ripensa alla figlia, così dolce, bionda, con gli occhi azzurri, non ancora signorina ma neppure più bimba. Ha la passione dello scrivere, ecco che cosa ha sempre avuto, e aveva in mente il suo primo lavoro, un libro di avventure. Lo aveva in testa, da qualche tempo, e alla professoressa di lettere Silvana Pirozzi, che l'aveva seguita nelle prime due classi medie, aveva domandato consiglio per i nomi dei personaggi. E poi Laura, brunetta, sportiva: lei aveva partecipato ai Giochi della gioventù, la primavera scorsa, per l'atletica leggera, velocità e salto in lungo. «Sempre sorridente, sempre dispo¬ nibile», aveva detto un giorno il professore di educazione tecnica, Giuseppe Tringari. Lei aveva frequentato la prima media e aveva fatto molto bene. Ora non è più pioggia, è un uragano. Il medico arranca, da un poggio a un dirupo, si spella le mani, le ginocchia gli fanno male, chiama ma la voce è sempre più flebile. Passano le ore, impossibile dire quante, il fatto è che ogni minuto pare eterno. Nella casa bianca di Roppoz, è rientrata dal lavoro alla Regione la moglie Mariangela: si preoccupa, certo è tardi, e non si vede nessuno, ma non vuol farsi prendere dallo sgomento, in fondo in montagna un ritardo è sempre possibile, si sa. Ma alle 10, a notte da un pezzo, la donna non ce la fa più ad aspettare e dà l'allarme. Partono da Saint-Vincent alcune pattuglie di carabinieri, guide, guardie forestali. Gli elicotteri no, perché col buio in mezzo a quelle gole sarebbe un suicidio, ma sono pronti all'alba e se non ci saranno novità spiccheranno il volo, e porteranno con sé le guide e i carabinieri cinofili arrivati da Volpiano. Alla finestra di una casetta di Chessin, alle 11 di mattina, la signora Magda Rissone osserva il cielo: dopo l'uragano di mercoledì, pensa, forse si metterà al bello. Chissà! «Per strada vedo un uomo avanzare come fosse ubriaco, diceva non so che cosa, gli abiti erano fradici». Quasi ha paura a parlargli, eppure gli fa così pena. L'altro balbetta di aver perduto «le bimbe», e aggiunge: «Per caso lei non le ha viste?». No, non le ha viste e quella risposta per lo sconosciuto è come una mazzata. Magda Rissone lo porta in casa: «Mi ha chiesto dell'acqua fresca, gli ho detto di bere lentamente, poi gli ho dato una bevanda calda». Ed è l'epilogo, il più brutto. Alla casa arrivano i carabinieri, in cielo volteggiano gli elicotteri, arrivano anche dei signori e sono disperati: i genitori di Laura e la madre di Aline. Le ricerche son rapide, i due corpi sono individuati laggiù, in una gola, in mezzo all'acqua di un torrente. «Era difficile scorgerli perché indossavano abili scuri», racconta la guida Enrico Passerini. I corpi distano un centinaio di metri l'uno dall'altro, li tirano su col verricello e li depongono sul prato, vicino alla casa di Chessin, e prima che i genitori li vedano li chiudono nei bodygloves, i sacchi di plastica arancione. Nella casa, il medico si avvicina a Onore Bianco Levrin, il padre di Laura, che è disteso sul divano. «Perdonami». L'altro volge lo sguardo verso di lui e sembra non vederlo: «Perdonarti di che cosa? le disgrazie...». Vincenzo lessandoti Al buio, per ore l'uomo le ha cercate disperatamente ma solo al mattino è riuscito a raggiungere un paese e a dare l'allarme Avevano 11 e 12 anni Sono state sorprese da un nubifragio mentre stavano percorrendo un sentiero di montagna Qui, vicino alla chiesa di San Pantaleone, i tre hanno lasciato l'auto e si sono incamminati verso il bosco Colle San ^/ Pantaleone TORGNON Qui, sui dirupi a picco sul villaggio di Chessin, le due ragazzine sono precipitate ANTEY-ST. ANDRE' CHESSIN K ST. VINCENT m ?, Le due vittime: a fianco Laura Bianco, sotto Aline Colotto. A sinistra il recupero dei corpi da parte degli uomini del soccorso

Luoghi citati: Aosta, Onore, Saint-vincent, Valle D'aosta, Valtournenche, Verrayes