i rischi di un bliz svogliato di Vittorio Zucconi

Clinton parla a un Paese diviso I RISCHI DI UN BLITZ SVOGLIATO CWASHINGTON IRCONDATO dall'ostilità dell'opinione pubblica interna e dall'indifferenza della comunità internazionale che gli ha dato la sua stanca benedizione all'Onu, il presidente Clinton sta per imbarcare l'America in un'«Operazione Voodoo» piena di nobili intenzioni e di oscuri presagi. La prima unità navale inviata in avanscoperta, la corvetta americana «Monsoon», si è ignominiosamente incagliata nelle acque di Haiti per un errore di navigazione dell'equipaggio. C'è odore di sfortuna, forse di malocchio. Brutto segno. Come quel 66 per cento di americani contrari all'intervento che hanno ascoltato scettici l'ultimo appello di Clinton alla tv, ieri sera Ma a questo punto nessun sondaggio, nessuna «fattura», nessuna resistenza parlamentare, possono fermare più la macchina dello sbarco che Clinton ha messo in moto. I Presidenti forti possono permettersi il lusso di apparire deboli. Un Presidente debole, accusato di «indecisionismo» e dipendente dal voto della comunità di colore afroamericana, l'unica favorevole all'intervento, non può. Di esitazione in esitazione, di minaccia ignorata in minaccia ignorata, la Casa Bianca si è rinchiusa in una trappola caraibica dalla quale non c'è ormai alcuna uscita elegante. E' la classica situazione del «damn if you do», «damn if you don't», maledetto se fai, maledetto se non fai. Rinunciare all'intervento adesso significa perdere la faccia e darla vinta a un manipolo di tagliagole, dimostrando che di Bill Clinton ci si può fare beffe, e questo non è accettabile, né per l'America né per la comunità internazionale, orfana da troppo tempo della leadership Usa. Invadere, signi- Vittorio Zucconi CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Voodoo

Luoghi citati: America, Haiti, Usa