Una finestra sul mondo televisivo

Una finestra sul mondo televisivo Inaugurato ieri a Torino il Premio Italia: stasera la «Famiglia Ricordi» di Bolognini Una finestra sul mondo televisivo E15 Paesi in gara per il Festival del teatro sul video TORINO. Sessanta Paesi da tutto il mondo, 160 programmi televisivi e radiofonici in gara: e poco Oriente. La tendenza che si è fatta sentire con forza nelle ultime grandi manifestazioni del cinema, è ancora «in ritardo» nel campo della tv. Al Premio Italia edizione 1994, presentato ieri a Torino (si tiene al Lingotto), ci sono soltanto i giapponesi, (d cinesi già nell'86 hanno partecipato come osservatori spiega il segretario generale della rassegna Paolo Battistuzzi -, ma l'interesse sembra esserci: vedremo in futuro». Dall'area europea, la manifestazione si è allargata a tutto il mondo, con massicce presenze da Australia, Brasile, Canada, Danimarca, Finlandia, Israele e, in questi ultimi anni, dai Paesi dell'ex Unione Sovietica. Diviso nelle tre sezioni Documentari, Fiction e Musica e Arti, questa edizione del Premio mostra, spiegano gli organizzatori, una linea comune: l'attenzione all'attualità. «Nei documentari e nel¬ la fiction specialmente - dice Giovanni Antonucci - si notano molti legami con l'oggi. I telefilm parlano di Aids e di droga, oltre che di problemi privati e di coppia; così come i documentari puntano spesso sul realismo». Un esempio, il film danese sull'alcolismo visto dai bambini: la situazione in Danimarca è gravissima, con 250 mila figli di alcolisti. Le «chicche» sono tante, promettono al Premio. Alcuni esempi. «Il concerto dei seduttori», della tedesca Ard, che affronta gli improbabili abbinamenti tra musica e pubblicità in tv: Mozart va bene per vendere la biancheria intima, le note moderne di Satie sono l'ideale per la pasta. Un filmato su «Un Caravaggio a Dublino», la storia misteriosa del dipinto «La prigionia del Cristo», e ài come sia finito in Irlanda. Nella fiction, tre grandi registi: Stephen Frears, Neil Jordan (che proprio ieri, ad apertura dei lavori, ha proposto il suo «Gioco doloroso») e Edouard Molinaro. Originali anche il film del russo-inglese Paul Pawlikovski, «Charlie Chaplin o l'oro dei cosacchi», un divertissement che racconta di un gruppo di persone che fanno scomparire la salma di Chaplin, e una sintesi ungherese della «Bohème». Le quattro anteprime della Rai, aperte al pubblico, accontenteranno poi gli appassionati di «vip» dello spettacolo: alla «Famiglia Ricordi» (oggi) ci saranno il direttore di Raiuno Nadio Delai e il regista Mauro Bolognini; per «Tempo d'amore» (domani) il produttore Leo Pescarolo; per «Stato di emergenza» sul caso Dozier, Ennio Fantastichini, Massimo Wertmùller e il regista Carlo Lizzani; per «A che punto è la notte», gli autori Frutterò e Lucentini e il regista Nanni Loy. Sabato 24 il concerto diretto da Georges Prètre completerà gli appuntamenti. Accanto al Premio, è inoltre al suo 5° anno il Festival del teatro europeo in tv, in Uzza 15 televisioni di altrettanti Paesi. Si tratta di opere recitate apposta per il video e di spettacoli nati invece per il palcoscenico e solo successivamente filmati per lo schermo. L'Italia partecipa al concorso con «La bottega del caffè» di Goldoni, diretta da Gianfranco De Bosio, con Giulio Bosetti. «Sul teatro però abbiamo un altro progetto - dice Battistuzzi -. Vorremmo creare una manifestazione autonoma, una Settimana Teatrale di Rai e Eti, in cui dare una panoramica del teatro televisivo mondiale. Una sezione sarebbe dedicata alla proiezione di pezzi storici. Ne abbiamo parlato con il regista Scaparro e con Carlo Sartori, responsabile delle relazioni esterne Rai. Vedremo. Sarebbe certo un bel modo di rilanciare questo settore». Il momento sembra favorevole. «Filomena Marturano» e «Ditegli sempre di sì» di Eduardo hanno ottenuto su Raidue un'audience di più di 3 milioni di spettatori. Cristina Caccia Carlo Lizzani sarà sabato a Torino per l'anteprima di «Stato di emergenza», il film sul caso Dozier