Gino: lo? Non ho problemi di Marinella Venegoni

Gino: lo? Non ho problemi Gino: lo? Non ho problemi «Il 34 è un'annata speciale Prendiamo la Bardot, un mito» CON quei baffoni un po' così, le sobrie giacche colorate di renna, lo sguardo ironico ed eternamente sospettoso che ben si nota nonostante gli occhiali, Gino Paoli è più affascinante adesso di quando cantava «La gatta». In questi mesi, è visibile su quasi tutte le reti televisive italiane: lo si incontra a «Vota la voce» come al quarantesimo compleanno di «Romagna Mia» a Savignano sul Rubicone, dove si è acquattato curioso a chiacchierare con Tonino Guerra, ma non prima di averne cantata una. Promuove con diligenza sublime l'ultimo album «King Kong», ispiratogli dall'ultimo nato, il bellissimo Tommaso che ha due anni. Tommaso è il secondo figlio nato dall'unione con l'ultima moglie Paola: modenese, simpaticissima; il primogenito della coppia, Nicolò, sta per entrare in prima liceo scientifico a Genova, dove vive con tutta la famiglia. Gino Paoli ha altri due figli, entrambi alla soglia dei trent'anni: Giovanni, avuto dal primo matrimonio, e l'attrice Amanda, figlia di Stefania Sandrelli. Le sue storie sentimentali hanno riempito i rotocalchi degli Anni Sessanta e una pallottola gli è rimasta vicino al cuore dopo un tentato suicidio in gioventù, in piena epoca esistenzialista. Fra i suoi meriti artistici, quello di aver per primo svecchiato la canzone italiana liberandola del binomio cuore/amore, e alcune pietre miliari come «Il cielo in una stanza» e «Sapore di sale». Sessant'anni sono un problema? «Non ho mai preso in considerazione i compleanni. Magari, a forza di parlarne, diventerà un problema». E' almeno un'età di bilanci? «Non ho mai fatto bilanci in vita mia. Sono uno che vive l'oggi, non penso mai a un mese fa o a che cosa succederà fra un mese». Anche Ornella Vanoni compie sessant'anni, un giorno prima di lei. «Siamo in tanti di una qualche notorietà a fare lo stesso compleanno nel giro di dieci giorni. Il '34 è stato un'annata speciale: noi del settembre '34 abbiamo avuto la sensibilità e l'intuito per affermarci. Prendiamo la Bardot: se dopo vent'anni che è sparita continua a rimanere un mito, è segno che qualcosa significava davvero». Che generazione è, quella dei sessantenni? «E' una generazione arrivata troppo tardi o troppo presto all'appuntamento con la Storia e che quindi a un certo punto è esplosa. Non è scoppiata prima della guerra perché non poteva: siamo usciti dall'infanzia sotto le bombe e c'era da stabilire tutto. Nel '68 poi, ormai per noi era troppo tardi. L'unico treno che non abbiamo perso, è stato nel costruire, nell'inventare: nei Sessanta, di gente come me ce n'era una tonnellata, e di Brigitte Bardot ce n'era un altro miUone. B.B. è emersa perché ha interpretato qualcosa che c'era nell'aria, io ho usato in un altro modo la canzone che ormai mostrava la corda: l'ho fatto io, ma poteva essere un altro». Perché lei sta partecipando a tutte le trasmissioni musicab, su tutte le reti? «E' la chiusura di un discorso promozionale che debbo fare. Mi viene chiesto dalla mia casa discografica. Come l'olio di ricino: è cattivo, ma lo devi bere e fa bene. Io sono un casinista per molti versi ma sul lavoro sono una persona seria, mantengo gli impegni presi». SERVIZI DI Marinella Venegoni

Persone citate: Bardot, Brigitte Bardot, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Stefania Sandrelli, Tonino Guerra

Luoghi citati: Genova, Romagna, Savignano Sul Rubicone