Pace sulle note di Belafonte

Peres-Arafat, accordo al concerto di Oslo AUTONOMIA PALESTINESE W Nuova intesa siglata alle celebrazioni per l'anniversario della firma Pace sulle note di Belafonte Peres-Arafat, accordo al concerto di Oslo OSLO NOSTRO SERVIZIO Il pubblico era accorso alla gigantesca sala dell'Oslo Spectrum per marcare il primo anniversario della storica intesa tra israeliani e palestinesi; ma nel corso dello spettacolo ci si è resi conto che da festeggiare c'era anche un nuovo accordo, nato proprio l'altra sera, sullo sfondo delle note del Concerto per la pace. Un accordo per sbloccare il finanziamento dell'autonomia nei territori. A darne l'annuncio per primo, dal palco, è stato il cantante americano Harry Belafonte, mentre in sala il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres e il leader dell'Olp Yasser Arafat si stringevano la mano. «E' la prima volta che un'intesa del genere viene siglata durante un concerto», ha commentato il ministro degli Esteri norvegese Bjoern Tore Godal, ricordando che gli ultimi dettagli erano stati messi a punto durante la pausa della serata musicale, dopo una giornata di dialoghi intensi tra Peres e Arafat. «Grazie a questo accordo il processo di pace si sblocca e torna sui binari giusti, così la Norvegia potrà indire entro un paio di settimane una nuova riunione dei Paesi donatori», ha aggiunto il capo della diplomazia di Oslo, che nell'inverno scorso era succeduto a Johan Joergen Holst, il tessitore dell'intesa siglata un anno fa nei giardini della Casa Bianca. L'ultima tappa norvegese, nella sala dei concerti, è servita fondamentalmente a decidere di dare la precedenza alla soluzione dei problemi pratici ed economici, accantonando le controversie puramente politiche: come dire che si congela la questione di fuoco della sovranità su Gerusalemme, sulla quale, la settimana scorsa, si era arenata la conferenza dei Paesi donatori di fondi per l'autonomia dei territori. «In sostanza, le parti si sono dette d'accordo nell'essere in disaccordo su un paio di punti e dunque nel rinviarli, il che è importantissimo per riuscire ad andare avanti - osserva il sottosegretario agli Esteri Jan Egeland - si può dire che questa nuova dichiarazione comune è semplicemente la conferma della volontà di pace espressa a Washington, compreso il rinvio a una seconda fase, dopo due anni, dei nodi più spinosi: lo status di Gerusalemme, appunto, e il futuro dei coloni ebrei nei territori. Nel frattempo, si cercherà di mettere in pratica l'autonomia palestinese a Gaza e Gerico, di creare un rapporto di fiducia tra i due popoli, che dovranno imparare a vivere insie¬ me. Aprire oggi il capitolo Gerusalemme potrebbe voler dire discutere anni, senza risultati». La dichiarazione appena sottoscritta a Oslo, che porta in calce le firme di Peres, Arafat e Godal, prevede, tra l'altro, una serie di procedure per facilitare il finanziamento dell'autonomia, il quale dovrà essere completato entro il prossimo marzo. Finora, i vari Paesi si sono impegnati a versare circa tremila miliardi di lire, ma al momento sono arrivate solo briciole e nei Territori mancano i soldi per l'amministrazione, la sanità, l'istruzione e le forze dell'ordine (le quali da due mesi sono senza stipendio). A confermare il nuovo clima di disgelo hanno pensato, in una conferenza stampa notturna, gli stessi Peres e Arafat. Quest'ultimo ha assicurato che lo sforzo per la pace continua, e che sia lui, sia il leader palestinese sanno che in caso di emergenza possono sempre incontrarsi in un posto cui sono sentimentalmente molto legati e che si chiama Oslo. A chi gli ha chiesto se davvero sia ragionevole immaginare una soluzione per Gerusalemme tra un paio d'anni, Peres ha risposto: «Due anni fa era possibile immaginare tutto quello che è successo qui a Oslo?». Zenone Sovilla Peres e Arafat si stringono la mano durante il Concerto della pace con Belafonte svoltosi a Oslo per celebrare la firma degli accordi di Washington