Clinton: haitiani stiamo arrivando

Il governo Usa denuncia gravi violazioni dei diritti umani nell'isola Previti: l'Italia non parteciperà alla missione Discorso al Paese per spiegare l'invasione: «Interverremo anche in caso di fuga della Giunta Clinton: haitiani, stiamo arrivando Stasera l'annuncio in tv WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo due mesi di silenzio su Haiti, Bill Clinton affronterà stasera l'argomento in un discorso televisivo al popolo americano. Sarà l'annuncio che l'invasione è imminente, anche se il Presidente, nel lanciare alla giunta golpista quello che viene annunciato come un «durissimo ammonimento», non indicherà una data precisa per lo scadere dell'ultimatum. Ma il segretario per la Difesa, William Perry, ha anticipato che l'invasione avrà luogo «molto presto». Tradotta in linguaggio da calendario, questa espressione significa che ogni giorno sarà buono a partire dalla seconda metà della prossima settimana. Prima non sembra essere possibile. Martedì era partita per Haiti la portaerei «America» e ieri ha levato le ancore anche la «Eisenhower», con a bordo 200 uomini e 50 elicotteri da combattimento. Una dozzina di navi da guerra americane con 1800 Marine sono da giorni al largo di Port-au-Prince. Ma quella che è stata designata come la nave comando, la «Uss Mount Whitney», non lascerà il porto militare di Norfolk fino alla fine di questa settimana. E' piuttosto improbabile che l'attacco possa essere lanciato con la nave comando a centinaia di miglia di distanza. Del resto il Pentagono continua a dire che, per l'invasione, ogni giorno sarà buono a partire da mercoledì 21 settembre. La stessa data è stata discretamente indicata dalla Casa Bianca ai leader del Congresso alle prese con il problema di una mozione che autorizzi l'azione militare. Clinton, in base alla Costituzione, non è obbligato a ottenere l'autorizzazione prima di ordinare l'attacco. Questo lo sanno anche i repubblicani e i numerosi democratici che si oppongono all'intervento. Si prevede comunque che la Camera voterà una mozione non vincolante uno dei primi giorni della prossima settimana. Non sembra esserci alcun dubbio che la mozione si esprimerà contro l'invasione e che sarà approvata a larga maggioranza. Perfino la democratica Pat Schroeder, sempre schierata con la Casa Bianca, ritiene che l'intervento militare a Haiti sia «sbagliato dal punto di vista costituzionale e da quello politico». Sta di fatto che il Congresso può solo mettere in imbarazzo Clinton ma non bloccarne la decisione. Poi anche l'opposizione, come ha anticipato il repubblicano Bob Dole, «continuerà a criticare la politica, ma sarà solidale con i militari in azione». A quel punto Clinton dovrà sperare che tutto vada bene e che sia vero quanto sostiene il suo capo di gabinetto Leon Panetta: «Alla fine, quando il Presidente prende una decisone del genere, gli americani si allineano sempre». Il numero 2 del dipartimento di Stato, Strobe Talbott, ha informato ieri che, a questo pun- to, l'invasione avrà luogo comunque, anche nel caso i tre principali capi della giunta golpista decidessero spontaneamente di lasciare il Paese nei prossimi giorni. Talbott ha spiegato che anche in questo caso sarebbe necessario che il contingente americano prendesse controllo di Haiti per evitare che la situazione degeneri in guerra civile. Ma, nel caso Raul Cédras tenesse duro, si tratterebbe di una vera e propria occupazione militare; altrimenti, si tratterebbe piuttosto di una grossa operazione di polizia internazionale. Nel frattempo, il dipartimento di Stato ha reso noto un documento in cui si denunciano le violazioni dei diritti umani a Haiti molto più duramente di qualche mese fa, quando gli americani speravano ancora di convincere Cédras a trattare. Durante la scorsa notte aerei americani hanno lanciato su parecchi punti dell'isola volantini che annunciavano l'imminente ritorno della democrazia e del legittimo presidente Jean Bertrand Aristide. Ma nessuno li ha visti, perché sono quasi tutti stati spinti in mare dal vento. Di passaggio a Washington, il ministro della Difesa italiano, Cesare Previti, ha annunciato che l'Italia non parteciperà alla missione, come invece faranno, sia pure con pochi uomini, almeno altri 17 Paesi. La richiesta al governo italiano non era venuta dagli americani, ha spiegato Previti, ma dall'Onu parecchi giorni fa. Paolo Passarmi Il governo Usa denuncia gravi violazioni dei diritti umani nell'isola Previti: l'Italia non parteciperà alla missione Marines di una brigata aviotrasportata posano con la bandiera su un elicottero a bordo della portaerei Eisenhower [foto afpj

Luoghi citati: Haiti, Italia, Washington