«La mia battaglia privata all'Aids del Mediterraneo» di Nico Orengo

«I primi a parlarmi dell'alga assassina furono i pescatori costretti a gettare i pesci divenuti improvvisamente neri ed amari» «La mia battaglia privata all'Aids del Mediterraneo» IL «GIALLO» IN UN ROMANZO AImperia, qualche giorno fa, mi è stata regalata una bottiglietta con una foglia di Caulerpa. La «verde assassina» è così forte che un suo tentacolo è riuscito ad incunearsi fra il vetro e il tappo di sughero. Sono curioso di vedere cosa potrà succedere nei prossimi giorni, nei prossimi mesi. «La guerra del basilico» è un romanzo che ho scritto seguendo, dalla sua prima apparizione registrata in acque liguri nell'84, l'attenzione altalenante che veniva riservata dai mass-media a quest'alga inquietante. I pescatori sul confine italofrancese l'avevano incontrata ben prima della sua apparizione «pubblica». Quelli che andavano coi tremagli o il rezzaglio a sarpe verso luglio-agosto buttavano via intere pescate. L'amara Caulerpa inneriva e rendeva immangiabili i pesci. Quest'alga tropicale si disse che era scappata dalle grandi vasche dell'acquario di Monaco, durante un operazione di ricambio e pulizia. La tesi veniva avvalorata dal fatto che Monaco e Montecarlo, quando si parlava di Caulerpa, non venivano, dai mass-media, mai tirate in ballo: l'invasione dell'alga, magicamente, s'interrompeva sui confini del Principato. In dieci anni questo «cancro marino» ha invaso 24 milioni di metri quadri di fondale, dalla Catalogna alla Castiglia, dalla Costa francese a quella italiana. La temperatura dell'acqua è, evidentemente, aumentata e la Caulerpa ingrassa e si moltiplica, distruggendo i grandi campi di Poseidonia, che offre cibo e ossigeno ai pesci. E'un problema drammatico, peggiore di quello di mille petroliere squarciate fra le onde. E' tempo di grandi sconvol¬ gimenti e migrazioni non solo sulla terra. Nel nostro mare, da tempo, compaiono orche, barracuda, merlin neri, quelli che pescava il «vecchio» di Hemingway. I deserti avanzano e i mari cambiano temperatura e ospitalità. Nel convegno di Imperia si è parlato di «pulizia del mare». Credo che sia un atteggiamento doveroso e utopico. Ho consultato molti biologi per scrivere «La guerra del basilico». Vedevo solo scuotere la testa. Sì, certo, si facevano osservazioni, test, si tenevano sotto controllo le colonie e i campi appena individuati, si cercava di isolarli. C'erano, come in Francia, zone sperimentali dove provavano a farla morire per mancanza di fotosintesi, stenden¬ do grandi teloni neri in acqua. C'era chi, a Pisa stava studiando il modo di divorarla. Doveva essere una lumaca, l'Aplisia, capace di esserne ghiotta. Il problema è che ci sarebbe voluta una lumaca in grado di distinguere, per esempio, fra Caulerpa e Poseidonia. Bisognava programmarla. Bella come un gioiello liberty, pericolosa come un demone, la Caulerpa sembra incarnare la metafora di una Natura oltraggiata che si ribella, una Natura con la quale non si dialoga, ma unicamente si sfrutta. Lo si fa con quella che vediamo. Chissà cosa può succedere là dove non gettiamo sguardo. Come nel caso dell'alga-Killer. Un soggetto che è già da fantascienza, da film dell'orrore. Un mattino magari svegliandoci a Laigueglia e aprendo le finestre vedremo uno sterminato «palmeto», una fittissima giungla di Caulerpa Taxifolia bucare il mare, estendendosi a perdita d'occhio. Con migliaia e migliaia di tentacoli sottilissimi, in movimento verso il cielo, sollevare il corpo dello sconfitto Poseidone, o Nettuno, e verso i nostri colli. Si sveglino gli amici biologi marini. Ci diano subito, in tempi ragionevoli, una Aplisia ghiotta in Caulerpia, come le ragazze di gelato, o studino tanti piccoli sommozzatori con rastrelli e forbicine da spargere sui vecchi fondali del nostro Mediterraneo. Altrimenti addio triglie e branzinetti, orate e mormore. Addio vita. Qualcosa di più efficace di quei dépliants dove si dice di non buttare l'ancora in luoghi infettati dall'alga e poi tirarla su, e ricalandola si corre il rischio di... o l'invito ai pescatori di pulire bene le reti altrimenti... Certo non è inutile sapere che anche il mare ha il suo Aids. Nico Orengo «I primi a parlarmi dell'alga assassina furono i pescatori costretti a gettare i pesci divenuti improvvisamente neri ed amari» Il museo oceanografico di Monaco è tra i più colpiti dall'alga killer

Persone citate: Hemingway

Luoghi citati: Castiglia, Catalogna, Francia, Imperia, Laigueglia, Monaco, Montecarlo, Pisa