Sciopero della fame per la baronessa antimafia

Sciopero della fame per la baronessa antimafia Locri, Teresa Cordopatri protesta davanti al tribunale protetta dagli agenti: si teme la vendetta dei boss Sciopero della fame per la baronessa antimafia «Lo Stato latita, ma io rivoglio le terre scippatemi dai clan» REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ha collaborato con lo Stato, consentendo di raccogliere prove inoppugnabili contro l'assassino del fratello e gli elementi del clan Mammoliti di Oppido Mamertina che nell'arco d'una decina d'anni ha fagocitato centinaia di ettari di una delle più belle zone della Calabria imponendo la forza dell'intimidazione. Ora Teresa Cordopatri, baronessa, ha presentato la sua cambiale all'incasso, chiedendo che lo Stato le «restituisca» quelle tene che erano della sua famiglia da secoli e che invece ora, dice, sono in mano a «teste di legno» dei Mammoliti. Per rendere il più visibile possibile la sua protesta Teresa Cordopatri ha scelto una platea particolare, cominciando uno sciopero della fame davanti al Palazzo di giustizia di Reggio Calabria e spiegando i suoi motivi in un manifesto. Su di lei vegliano due carabinieri, con i giubbotti antiproiettili e le mitragliette spianate. Sono due degli «angeli custodi» che si alternano 24 ore su 24 per garantirne l'incolumità, minacciata dalla 'ndrangheta. «Mi arrendo non alla mafia ha scritto la baronessa Cordopatri - malgrado i tanti soprusi ed attentati subiti, bensì allo Stato, ieri come oggi un "latitante". Dopo trent'anni di prevaricazioni mafiose, sempre denunciate all'autorità, persiste sui beni Cordopatri una usurpazione mafiosa che ha determinato la morte di mio fratello». Antonio Cordopatri è stata una delle vittime più «spettacolari» della 'ndrangheta reggina, assassinato tre anni fa - sotto gli occhi della sorella - mentre stava uscendo di casa; punito, dissero gli investigatori, perché non aveva voluto vendere a prezzo stracciato i suoi terreni di Oppido Mamertina. Terreni obiettivo della cosca Mammoliti che, proprio per queste vicende, è stata decimata da una operazione («Pace tra gli ulivi») che ha mandato in galera una trentina di persone. Caso abbastanza raro, l'omicidio di Cordopatri ha avuto subito un colpevole, Salvatore De Rosa, di 22 anni, un killer che le cosche reggine avevano fatto arrivare da Tropea a confenna dei favori che le «famiglie» spesso si fanno. De Rosa, dopo l'agguato, fuggì a piedi finendo la sua corsa tra le braccia di un vigile urbano. In mano aveva ancora la pistola usata per uccidere. Di testimonianze di solidarietà per questa battaglia - cominciata ieri e dall'esito abbastanza difficile - Teresa Cordopatri non ne ha ricevute molte. Anzi: solo una, da Rita Commisso, unica parlamentare calabrese di Rifondazione. Diego Minuti La contessa Teresa Cordopatri ha cominciato uno sciopero della fame contro lo Stato III!»

Luoghi citati: Calabria, Locri, Oppido Mamertina, Reggio Calabria, Tropea