Si litiga, niente piramidi per i delegati di Mimmo Candito

Su maternità, emigrazione e pianificazione sessuale. Torna l'alleanza Islam-Vaticano Su maternità, emigrazione e pianificazione sessuale. Torna l'alleanza Islam-Vaticano Si litiga/ niente piramidi per i delegati Accordo in alto mare, salta la domenica da turisti IL CAIRO DAL NOSTRO INVIATO Quante risse, ancora ieri, tra le 170 delegazioni della Conferenza, con i governi dell'Islam, Libia, Algeria, Egitto e poi gli altri che rimettono in discussione tutto maternità, emigrazione, perfino pianificazione sessuale -, e allora le certezze consolidate di un accordo crollano all'ultimo minuto, imprevedibilmente. Ieri sera tardi, così, sotto un magro spicchio di luna che all'improvviso non aveva più nulla delle magiche notti d'Oriente, l'ambasciatore Biegman ha dovuto tristemente ammettere l'impossibilità di ricomporre le differenze, e a sorpresa ha annunciato che si continuerà ancora a discutere non soltanto oggi, ma addirittura anche domani. Il povero Congresso, che non ha visto ancora nulla degli antichi splendori dell'Egitto e conosce appena il traffico puzzolente del Cairo e poi gli spifferi surgelati del ciambellone di marmo che ospita le sessioni, deve ora rinunciare definitivamente alle danzatrici del ventre, alla foto sotto le piramidi, alle spezie e i rami di Khan Al Khalili. Ma dove troveranno poi il tempo le egizie stamperie per sfornare lo spesso malloppo di pagine che domani fisserà nel voto gli atti ufficiali della Conferenza, questo non lo sa nessuno; e non è materia facile: dotte dispute sono in corso sulla traduzione in arabo di molte definizioni inglesi, spesso equivoche formulazioni diventano incidenti linguistici difficili da sanare. «In arabo - diceva ieri il prof. Waghi una sola parola può anche definire concetti distinti come sesso, erotismo e pornografia». Lucciole o lanterne che siano, ci si avvia comunque alla fine; ma è ancora tutto materia di discussione. Nemmeno la questione dell'aborto ha trovato una reale soluzione, e ieri sera restavano ancora conflittuali soprattutto un paio di capitoli del documento di lavoro: 1) la fissazione di diritti individuali, distinti da quelli della coppia; 2) i quattrini che ogni Paese deve versare, per un progetto che incide sulle politiche sociali dell'intero mondo nei prossimi vent'anni. Sul primo punto si ricostituiva una Santa Allenza tra il Vaticano e i governi dell'Islam, gli uni e l'altro fortemente interessati a che la Conferenza riconosca il ruolo fondamentale della famiglia legalizzata, e non lasci passare nemmeno uno spazio minimo per il riconoscimento di diritti del singolo; affermare questi diritti aprirebbe infatti anche alla donna, e anche all'adolescente, il potere di scegliere e di esprimere una propria sessualità al di fuori dei confini rigidi della coppia regolarmente sposata. Quanto poi alle finanze, resistono a definizioni rigide dei contributi da sborsare sia i Paesi in via di sviluppo preoccupati di una imposizione di priorità che eroda l'autonomia delle scelte - sia i Paesi ricchi, che in tempi di recessione mondiale pensano ai guai di casa propria e non vogliono imbarcarsi in impegni gravosi sul sociale. La Santa Allenza è rinata anche per il desiderio dell'Egitto, e poi di tutti i Paesi dell'Islam di recuperare un protagonismo che il Vaticano gli ha strappato via: resistere ora su una concezione ristretta del diritto individuale alla sessualità, significa anche tener quiete le spinte fondamentaliste che minacciano i governi di queste regioni. Ma è difficile dire se il loro sforzo finale sarà sufficiente a scolorire il profilo dominante del Vaticano. Ieri mons. Renato Martino era trionfante: «Abbiamo avuto una grande vittoria, dato il consenso che si è trovato sulla definizione che esclude l'aborto come metodo di pianificazione familiare». In realtà, l'aborto era stato escluso fin dall'inizio come metodo di pianificazione di familiare; dietro la falsa verità del delegato vaticano passa invece la vittoria reale, che è quella di aver monopolizzato su questo tema di forte tensione etica una Conferenza articolata su una realtà molto più complessa e non meno drammatica. «Ma il Vaticano evidentemente crede ai miracoli», diceva ieri divertito l'ambasciatore Lionel Hurst; ed è probabile che parlasse anche di quello che accadrà domani, quando si andrà al voto, perché il Vaticano - incassato il rendiconto dell'aborto non ha affatto ceduto su tutto il resto. Confermava infatti ieri, sereno, mons. Martino: «La Conferenza resta aperta, noi la nostra ultima opinione non l'abbiamo ancora espressa». E poi, c'è l'Islam. Mimmo Candito LA CONFERENZA SULLA POPOLAZIONE

Persone citate: Khalili, Khan, Lionel Hurst, Renato Martino

Luoghi citati: Algeria, Egitto, Il Cairo, Libia