Speroni insegue e blocca l'auto blu di Violante

Gimkana e lite nel traffico di Roma Gimkana e lite nel traffico di Roma Speroni insegue e blocca Paulo blu di Violante POLITICA E GALATEO VROMA ENERDI', nove settembre, ore dieci meno un quarto della mattina, in pieno centro a Roma i pedoni assistono ad un vero e proprio inseguimento automobilistico. Una rapina? No: è il ministro delle riforme Francesco Speroni che rincorre il vicepresidente della camera Luciano Violante. I rapporti tra maggioranza e opposizione sono dunque giunti a questo punto? Eppure sembrava che pidiessini c leghisti se la intendessero abbastanza bene. Sì, ma la politica questa volta non c'entra. E' una questione di galateo della strada. Speroni, qualche minuto prima, si è visto fermare a piazza Venezia dall'auto di scorta di Violante che filava a sirene spiegate e gli è saltata la mosca al naso. Tant'è vero che appena raggiunge a piazza Montecitorio i poliziotti che seguono sempre l'ex presidente dell'Antimafia chiede spiegazioni. Però quelli non sanno chi sia il loro arrabbiatissimo interlocutore e il senatore leghista, per trarsi d'impaccio, ricorre all'abusatissimo «lei non sa chi sono io!». «Non mi conosce? Sono il ministro Speroni», spiega a voce piuttosto alta mentre prende i numeri delle targhe delle auto. Il battibecco non sarebbe venuto alla luce se non fosse stato per un comunicato che l'Usp (un sindacato di polizia) diffonde il giorno dopo alle agenzie di stampa. Una nota piccatissima in cui si spiega perchè e per come Speroni avrebbe torto. Secondo questa versione, infatti, la scorta di Violante non ha abusato della sirena, ma è stata costretta a metterla in funzione solo quando un automobilista, per sbaglio, si è messo in mezzo, impedendo alla macchina della polizia di seguire da vicino come impone il regolamento quella con a bordo l'esponente pidiessino. Il vigile di piazza Venezia, spiega l'Usp, capita al volo la situazione, ha bloccato l'automobilista sbadato e anche Speroni che stava arrivando in quel momento. Tutto qui, dunque: «Le scorte, del resto, lavorano con grande serietà e professionalità», osserva Giampaolo Tranci, segretario dell'Usp, che difende i colleghi. Ma la versione del ministro è un po' diversa. «Sono stanco di queste sirene che rompono le palle ai cittadini», sbuffa Speroni, il quale, ancora fino a poco tempo fa, preferiva la bicicletta all'automobile. Andò su due ruote anche al Quiri¬ nale, il giorno del «giuramento». I corazzieri, perplessi, lo costrinsero a parcheggiare la bici fuori del palazzo. «Però, sia chiaro - spiega lui -, io non odio le macchine. Solo che non mi piacciono le auto blu che fanno quello che vogliono. E' per questo motivo che ho scritto tante interpellanze su questo problema, quando al Viminale c'era Mancino, ma quel cafone non mi ha mai risposto». E allora, come sarebbero andati veramente i fatti, secondo Speroni? «Quelle due auto mi hanno bloccato - racconta il ministro - e una ha inserito la sirena. Non so perché. Forse avevano le loro ragioni, forse lo ha chiesto Violante. Fatto sta che ho voluto accertarmi di come erano andate le cose. Ma non ho inseguito nessuno, io. Ero diretto a palazzo Chigi, perciò facevo la stessa strada, e siccome loro si sono fermati davanti alla Camera, che è a due passi dalla sede del governo, sono andato a chiedere informazioni». E la fatidica frase - «lei non sa chi sono io?» - l'ha pronunciata o no? «Non mi conoscevano e per sbrigarmi invece di dare i documenti ho detto chi ero». Quindi, le versioni dei poliziotti e di Speroni divergono. Pazienza: sirene ululanti, auto blu che sgommano, ministri che alzano la voce, non sono in fondo un rassicurante segno di continuità tra la prima e la seconda Repubblica? Maria Teresa Meli Era sulla sua Croma ed è stato sorpassato Agli agenti: non mi avete riconosciuto? ■ |gg H A lato il ministro per le Riforme Francesco Speroni, della Lega Il deputato progressista Luciano Violante, ex presidente dell'Antimafia

Persone citate: Francesco Speroni, Giampaolo Tranci, Luciano Violante, Luciano Violante, Mancino, Maria Teresa Meli, Violante Politica

Luoghi citati: Roma