Il Boeing esplode in volo di Franco Pantarelli

Nella caduta l'aereo ha sfiorato un centro commerciale. Quinta sciagura in 5 anni per l'USAir Nella caduta l'aereo ha sfiorato un centro commerciale. Quinta sciagura in 5 anni per l'USAir Il Boeing esplode in volo Pittsburgh: cede il motore, 132 vittime NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Alcune delle vittime avranno probabilmente una tomba vuota. Il burrone poco fuori Pittsburgh dove l'altra sera è caduto un Boeing 737 della USAir è praticamente disseminato di parti umane, in qualche caso pendenti sinistramente dai rami degli alberi. I soccorritori ieri erano impegnati nella macabra operazione di recupero e «anche con tutta la nostra esperienza, c'è la possibilità che molti corpi non vengano identificati», dice ancora scosso il responsabile, Wayne Tatalovich. Le persone a bordo erano 132, sono tutte morte. Inizialmente il numero indicato era stato 131, poi si è scoperto che c'era anche un bambino tanto piccolo da non occupare un sedile: viaggiava in braccio alla mamma. Che cosa abbia determinato la sciagura non si sa ancora, ma deve essere stato qualcosa manifestatosi all'improvviso. I portavoce della USAir hanno detto che quando l'aereo è arrivato in prossimità di Pittsburgh (era partito da Chicago, doveva fare un scalo nella città della Pennsylvania e poi proseguire per West Palm Beach) il pilota si era messo in contatto con la torre di controllo e non aveva segnalato nulla di anormale. Inoltre, aggiungono, si trattava di un velivolo in ottime condizioni. Era stato ispezionato regolarmente, da quando nel 1987 era entrato in funzione. Le testimonianze raccolte sembrano servire a poco. Alcune dicono che l'aereo ha come perso all'improvviso forza ed è precipitato a capofitto (oltre tutto a mezzo miglio da uno shopping center: se vi fosse caduto sopra il bilancio delle vittime sarebbe infinitamente più grave); altre dicono che ha cominciato a ondeggiare e a perdere quota e che è esploso «come una bomba» prima di toccare terra. La contraddizione è troppo forte per azzardare delle ipotesi, e infatti non ne è stata fatta nessuna. Neanche sulle condizioni del tempo si può speculare, visto che il cielo di Pittsburgh, l'altra sera, era sereno. Tutto quindi è rinviato a quando verrà esaminata la «scatola nera», che è stata già recuperata. Nel tardo pomeriggio di ieri era previsto che venissero comunicati i nomi del pilota e degli altri membri dell'equipaggio, mentre per l'elenco dei passeggeri bisognava aspettare - come sempre in questi casi - che prima venissero avvertite le famiglie. E' la quinta sciagura che colpisce la USAir in cinque anni. L'ultima prima di questa è avvenuta a Charlotte, nel North Carolina, soltanto due mesi fa. Vi sono morte 37 persone. Prima ancora ci sono stati 27 morti a New York nel marzo 1993, 34 morti a Los Angeles nel febbraio 1991 e altri 2 morti a New York nel settembre 1989. C'è qualcosa che non va in quella compagnia? Un po' tutti si aspettano nei prossimi giorni un calo nel numero dei suoi viaggiatori, ma gli esperti dicono che non c'è ragione di considerarla più «a rischio» delle altre. Il triste record che detiene, spiega Aaron Gellman, della Northwestern University, è dovuto al fatto che siccome i suoi voli sono più corti di quelli delle altre compagnie, la USAir è quella con il maggior numero quotidiano di decolli e attcrraggi. E' quindi «statisticamente normale» che i suoi incidenti siano più numerosi. Da tempo tuttavia si mormora che le compagnie aeree americane, a causa delle difficoltà economiche in cui versano, stiano pensando di ridurre il lavoro di manutenzione degli aerei per risparmiare. Non potrebbe essere il caso dela USAir? No, risponde Tom Carroll, un esperto finanziario che studia i bilanci delle compagnie. Dai conti della USAir risulta che negli ultimi tre anni le spese per la manutenzione della sua enorme flotta - 460 aerei - sono rimaste costanti ed anzi in alcuni suoi scali sono aumentate. Gellman dice anche di non credere all'esplosione del Boeing 737 prima che toccasse terra. «Gli psicologi - sostiene - ci dicono che i testimoni sono sempre portati a ricordare il momento dell'esplosione lungo il tragitto e non all'impatto dell'aereo col terreno. Sembra che sia un effetto dello shock». Ciononostante, il calo dei viaggiatori sugli aerei della USAir è dato per garantito almeno nei prossimi tre o quattro mesi, e poiché ultimamente altre piccole compagnie hanno invaso il suo «territorio», cioè molti collegamenti che fino a qualte tempo fa copriva solo lei, la cosa potrebbe rivelarsi gravissima per i suoi bilanci. E poi c'è il problema della British Airways, che possiede il 24 per cento della USAir. La compagnia inglese ha già congelato un investimento di 450 milioni di dollari, intimando alla USAir di ridurre prima le sue spese. Questa sciagura, dicono un po' tutti gli esperti del settore, avrà sicuramente una pessima influenza sui difficili rapporti fra le due compagnie. Franco Pantarelli A sinistra la tragica scena che si è presentata ai soccorritori, dopo l'impatto del Boeing fra i cespugli. Sopra la rotta che doveva seguire l'aereo schiantatosi poco prima dell'atterraggio a Pittsburgh

Persone citate: Aaron Gellman, Tom Carroll, Wayne Tatalovich