L'addio a «mamma Di Pietro » di Guido Tiberga

Funerali «blindati» a Montenero: presenti Colombo e Davigo, il viceministro Contestabile, i vertici investigativi Funerali «blindati» a Montenero: presenti Colombo e Davigo, il viceministro Contestabile, i vertici investigativi L'addio a «mamma Di Pietro » E la folla era tutta per ilfiglio giudice MONTENERO PI BISACCIA DAL NOSTRO INVIATO «Voglio un funerale senza confusione». Le parole che Antonio Di Pietro aveva confidato ai familiari e agli amici più stretti, ieri pomeriggio suonavano amare sul piazzale davanti al santuario della Madonna di Bisaccia. Annina Palma, la mamma del magistrato morta giovedì all'ospedale di Vasto, non ha avuto un funerale «senza confusione»: le transenne bloccavano la gente a un centinaio di metri dal santuario, tutto intorno un mare di divise: i vigili di Montenero in abito di gala, le mostrine degli alti ufficiali, le giacche blu dei celerini. Pochi gli uomini senza uniforme lasciati liberi di muoversi senza controlli. «Agenti della Digos», sussurravano i paesani, più compiaciuti che tristi. Antonio Di Pietro aveva chiesto un «funerale privato» e l'ha avuto soltanto perché i grandi della politica sono rimasti a casa: non è venuto il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, non è venuto l'ex presidente Cossiga. C'era soltanto Domenico Contestabile, l'avvocato abruzzese che Silvio Berlusconi ha voluto alla Giustizia come vice di Alfredo Biondi. Ma che i funerali di «Zi' Annina» sarebbero stati un evento per questo piccolo paese del Molise si è capito subito: dal lungo applauso che ha salutato la bara fuori dall'obitorio. Un applauso al figlio, non alla madre. «Siamo qui per vedere lui», dice una signora con il vestito buono e la borsetta della domenica, seduta con le amiche ai piedi della grande croce di metallo che ricorda la «missione dei redentoristi» del 1916, forse l'unico motivo d'orgoglio per i montenerini prima dell'era Di Pietro. «Ho fatto 200 chilometri per incontrarlo», spiega un pensionato di Cerignola, giubbetto da pescatore e «Nikon» a tracolla: «E' un uomo che vale la pena». Arrivano il vescovo di Termoli monsignor Domenico D'Ambrosio, che celebrerà la messa insieme con altri sei sacerdoti. Arrivano in auto, scortatissimi, Gherardo Colombo e Piercamil- 10 Davigo, qui per rappresentare 11 pool di Mani Pulite. Arriva, con l'elicottero, il vice capo della Polizia Achille Serra. La gente è eccitata, si schiaccia soddisfatta dietro le transenne come se stesse aspettando la banda. Non è una folla da funerale: si vedono canottiere colorate, bermuda, ciabatte. Soltanto la presenza dei frati cappuccini e di un gruppo di suore vestite di bianco ricorda che qui, tra poco, si svolgerà una cerimonia religiosa. Il feretro arriva alle cinque spaccate: il campanile batte le ore e subito dopo attacca con i rintocchi a martello. Un altro applauso saluta Di Pietro, che entra in chiesa e si siede alla destra dell'altare. Accanto alla moglie, che ha raccolto i capelli con un fiocco legato dietro, e alle sorelle. In seconda fila il figlio Cristiano, il poliziotto, con il fratellino. Ancora più indietro Teresa, la cugina suora, con uno stuolo di consorelle. Le autorità si siedono a sinistra: Davigo e Colombo in prima fila, con il sindaco, il questore e il prefetto. Dietro, Contestabile e un altro mare di divise: militari, poliziotti, carabinieri. Ai due lati dell'altare, sotto le statue dei santi, il coro di Montenero e lo stendardo a lutto dei carabinieri in pensione. «Carissimi Antonio, Pierina, Carlotta», attacca il vescovo, che dà del tu ai fratelli Di Pietro e parla tenendo in testa la nùtria bianca. La sua è un'omelia per una anziana contadina piena di fede, ma non può dimenticare il difficile mestiere del figlio. «La prima volta che la vidi - dice monsignor D'Ambrosio - la invitai a recitare un'Ave Maria per suo figlio. "Eccellenza rispose lei - non solo per mio figlio. Tutti abbiamo bisogno dell'aiuto di Dio"». Di Pietro si tormenta la faccia con le mani, le porta davanti agli occhi, giocherella con un piccolo sasso nero, lucido e levigato. Forse un ricordo della madre. Sta per piangere ma si trattiene. Il vescovo continua nei ri¬ cordi personali, ma nel finale butta lì una frase in cui molti hanno visto un significato più ampio: «C'è bisogno di ridistribuire i compiti, le responsabilità, le competenze. C'è bisogno di riaprire un dialogo di fiducia». La messa scorre via lenta, con la gente che si spinge sulla punta dei piedi per «vedere il giudice». Fuori dalla chiesa centinaia di persone, che non hanno trovato posto, aspettano l'uscita del feretro. L'inumazione nella tomba di famiglia, una costruzione di marmo ultimata appena due giorni prima, è strettamente privata. All'uscita Di Pietro se ne va in auto, con la moglie. Davigo e Colombo si incamminano a piedi verso il parcheggio. Gli ultimi applausi sono per loro. Guido Tiberga Cerimonia tra dolore e curiosità in forma privata solo al cimitero Di Pietro con la moglie segue la bara della madre A sin. Davigo La folla ai funerali davanti al piccolo santuario di Montenero di Bisaccia

Luoghi citati: Bisaccia, Cerignola, Molise, Montenero, Termoli