Per Eduardo si mobilitano anche le grane li cifre dell'ascolto di Alessandra Comazzi

17 TIVÙ' & TIVÙ' Per Eduardo si mobilitano anche le grane li cifre dell'ascolto IL teatro di Eduardo. Un patrimonio. E lo possiede la Rai. Deve mandarlo in onda. Bene, all'onor del mondo, in prima serata, o comunque non nella notte. Credendoci. Raidue ha cominciato con «Filumena Marturano», il ciclo proseguirà con «Ditegli sempre di sì», «Il cilindro», «Uomo e galantuomo», «Mia famiglia», «Le voci di dentro», «Napoli milionaria», «Questi fantasmi», «Natale in casa Cupiello». Tutto già visto, naturalmente, perché si tratta di spettacoli realizzati a suo tempo proprio per la televisione. Ma non vorremo mica sofisticare sul concetto di «replica», concetto così applicato sul video? E' un'estate che viviamo di repliche, poi questo è un caso diverso: qui si può parlare di recupero, di volontà, finalmente manifestata, di non disperdere i propri tesori. La Rai ne ha tanti, nascosti nei magazzini, portarli alla luce sarebbe un buon lavoro, e non soltanto archeologico o documentario. Sarebbe un buon lavoro e basta, di quelli che piacciono anche al pubblico. La vicenda di «Filumena I Marturano» e dei tre figli è stata I premiata anche dall'ascolto, tre milioni di telespettatori. Un buon successo per Raidue, la rete diretta, per ora, (almeno fino a quando il nuovo eda della Rai non getterà in campo le sue pedine), da Giovanni Minoli. Raidue è, con la sua rassegna «Palcoscenico» inventata dall'ex direttore Sodano, l'unica che si mostri interessata al teatro in tv. Il teatro in tv: era uno dei temi che più interessavano Ugo Buzzolan, il critico televisivo della Stampa. Gli dedicò articoli ed energie, ed è commovente ricordare come, dopo tanto tempo, la Rai cominci a dargli ragione. Il successo, anche in audience, di «Filumena Marturano», è stato confermato alla fine dello spettacolo, quando è andato in onda «A tu per tu con Eduardo», una «postfazione» interessante e molto ben giocata, con filmati, interviste, le testimonianze di Eduardo stesso. Ferruccio Marotti, autore del programma, faceva da contrappunto alle immagini che raccontavano le vicende dell'opera: il suo successo all'estero; il film che l'autore girò con la sorella Titina, grandissima; la scelta di Regina Bianchi per interpretare Filu¬ mena quando Titina dovette lasciare le scene perché malata di cuore, e Regina Bianchi non voleva; il remake del film, titolo «Matrimonio all'italiana», con Sofia Loren e Marcello Mastroianni, regista Vittorio De Sica. Poi spezzoni di interviste a Eduardo e stralci delle lezioni che lui tenne all'università La Sapienza, dove parlava di teatro e di cinema, di verità e di verosimiglianza: «Il teatro deve essere verosimile, non vero, perché la verità è così noiosa». «La vita è un'attesa. Vivere è come stare nella sala d'aspetto di un dentista. Sto dente ce lo dobbiamo togliere, e allora è meglio, intanto, fare qualcosa: per esempio teatro». Marotti è stato bravo a non realizzare un filmato agiografico. Eduardo non era un santo, sapeva suscitare e coltivare odi profondissimi, come quello di Carlo Ludovico Bragaglia, che racconta come fosse detestabile, e rubasse le idee delle commedie. Avvicinare il telespettatore all'uomo Eduardo, con miserie e nobiltà, ha fruttato tre milioni di ascolto. Alessandra Comazzi

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