CARO DIARIO L'ITALIA SCRIVE di Mirella Serri
CARO DIARIO L'ITALIA SCRIVE CARO DIARIO L'ITALIA SCRIVE è certo l'unico tema, ma si mescola a ritratti carichi di sofferenza e di dolore, spezzoni di vita vissuta. Una signora benestante descrive come si può rinunciare a divorziare per pigrizia e accettare di vivere in una situazione detestabile. Paolo Pistoi, un sessantottino morto in un incidente in Galles nel 1983, invia alla madre lettere piene di humour e di riflessioni amare sul radicalismo e sugli anni della guerriglia urbana. Tra i manoscritti che hanno più entusiasmato i giurati, c'è il diario di un medico dell'Ottocento che mescola le annotazioni sulle malattie a quelle sugli amori, sui salotti mondani, sulle «ricerche scientifiche» (per esempio l'ipnosi) in una chilometrica saga familiare. La città del diario, dove a tenere le fila del premio c'è il dinamico Saverio Tutino (ha esordito da poco come narratore a 71 anni, con «Cicloneros», romanzo sull'attualità politica cubana edito da Giunti), sforna ogni anno un carico di narrazioni avvincenti. E il momento è particolarmente adatto, dal momento che cineasti e narratori oggi sono più che mai affamati di trame e di idee nuove. Può l'archivio di Pieve stimolarne l'immaginazione, soddisfarne l'appetito? «Certamente - dice Tutino - anche se bisogna stare attenti. I diari non sono facilmente traducibili in racconti o in film. Possono essere noiosi, poco sintetici. Però si possono ricavare dei personaggi, a patto che si abbia voglia di lavorarci. Nanni Moretti, prima di fare "Caro Diario" è venuto a trovarci incuriosito dal nostro archivio. Non escludo che il titolo del film gli sia stato suggerito dall'esperienza di Pieve. Paolo Rossi è l'ospite di quest'anno, e chissà che non nasca qualche cosa anche da quest'incontro. I diari, comunque, non vanno considerati come libri, ma come persone e noi premiamo la loro esperienza». Ma anche gli storici non disdegnano certo la miniera di Pieve. A questi studiosi quali sorprese può riservare? «Tra i diari di quest'anno - osserva lo storico Mario Isnenghi che fa parte della giuria - fanno spicco le annotazioni giornalistiche di un medico dell'Ottocento che mi ricordano quelle di un ispettore scolastico piemontese anche lui nato e vissuto nel secolo scorso. Sono autoritratti di professionisti borghesi su cui la storia ufficiale non ha molte fonti. Abbiamo avuto un abbondanza di resoconti sulle guerre o sull'emigrazione. E per gli anni più recenti le testimonianze più interessanti arrivano dal mondo della droga e da quello del carcere. Poi ci sono moltissime autobiografie di persone che riversano sulla carta il proprio Io. Dal momento che scrittori veri è difficile trovarne, io continuo a preferire le storie di uomini qualunque che illuminano in qualche modo, con notizie, fatti, aneddoti, un'epoca storica». Mirella Serri
Persone citate: Mario Isnenghi, Nanni Moretti, Paolo Pistoi, Paolo Rossi, Saverio Tutino, Tutino
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