GIOCARSI AL CASINO' IL TESORO DI ATTILA

GIOCARSI AL CASINO' IL TESORO DI ATTILA GIOCARSI AL CASINO' IL TESORO DI ATTILA «L'uomo col cappello» diLernet-Holenia un azzardo spinto verso il mistero. «Solo l'irreale resiste fino in fondo; l'irreale è la salvezza del mondo», sentenzia nell'Uòmo cól cappello il misterioso signor Clairville alla ricerca della favolosa tomba di Attila nella pianura magiara. E tale sembra la sostanza stessa della scrittura, l'inganno dell'immaginazione, se del protagonista del romanzo, Nikolaus Toth, giovane scriteriato e perdigiorno soffocato dai debiti di gioco, si dice: «Pochi istanti dopo che il suo sguardo era caduto sulle cose che avrebbero potuto confermare la veridicità del suo racconto, già queste cose non esistevano più». Qualche dubbio, a dire il vero, ce l'ha pure il lettore frastornato dal labirinto narrativo di Lernet-Holenia, che non lesina emozioni. Chi sarà mai quel signor Clairville capitato nella piccola Tokay, dove il fascino della grande Budapest è solo un vuoto miraggio? Un avventuriero, un impareggiabile gourmet, che fa razzia di filetti mignon, piatti à la Suvorov, cavarin al Kirsch oppure uno studioso di miti e storia patria? Fatto sta che, a più riprese, impartisce gustose lezioni sulla saga dei Nibelunghi, la terribile Crimilde, la strage dei Burgundi e il feroce Attila. Così il povero Toth, che lo scorrazza per la campagna ungherese, finisce per sognare anche lui il tesoro del re Unno e osservare con occhi dilatati il presente, dove si mescolano fantasie nibelungiche e stranezze magiare. E l'inventario è presto fatto: un manipolo di batyarók, banditi sanguinari (non senza un tocco romantico alla Salvator Rosa), una splendida fanciulla della puszta, Marika, natura selvatica con strane facoltà medianiche, un cameriere enigmatico e non poche comparse di paese. L'avventura di fondo si sfilaccia in altre storie. Toth dimentica la tomba di Attila, per altro introvabile, e si lancia alla conquista di Marika. Il presente offre tesori più palpabili del passa¬ to remoto e l'amore sottrae Marika a qualsiasi forma di sortilegio. La vecchia fiaba tedesca dell'ondina riscattata dall'uomo riemerge nel bel mezzo della caccia al tesoro e si affianca al mistero dell'uomo col cappello, vero genius loci di una realtà che vanifica ogni umana utopia. Il mistero è inafferrabile come le sagome dei re burgundi intraviste per un attimo tra le viscere della terra e come lo stesso signor Clairville, ucciso dai banditi. Il mistero sta nella vita di tutti i giorni, ma Nikolaus Toth non se ne cura più ora: pensa alla bella Marika e si gode, come il lettore, l'atteso happy end lontano dal gioco e, per fortuna, da sinistre tombe. Luigi Forte Alexander Lernet-Holenia L'uomo col cappello trad. di Rossella Carpinella Guarneri Adelphi, pp. 218, L. 25.000

Persone citate: Kirsch, Luigi Forte Alexander, Nikolaus Toth, Rossella Carpinella Guarneri Adelphi, Salvator Rosa, Suvorov, Toth

Luoghi citati: Budapest