Il San Luigi invaso dalle pulci

C'è il rischio che gli insetti arrivino nei reparti. Il direttore: «Necessario allontanare i felini» I Sestriere '97 C'è il rischio che gli insetti arrivino nei reparti. Il direttore: «Necessario allontanare i felini»l Il San Luigi invaso dalle pulci Portate dai gatti che vivono nell'ospedale Milioni di pulci portate da gatti selvatici minacciano l'ospedale San Luigi di Orbassano. Per ora sono localizzate in alcuni magazzini vuoti nell'interrato, in zone circoscritte dalle parti della farmacia interna. Esiste il rischio che, senza una tempestiva disinfestazione, i fastidiosi insetti si diffondano in altri locali. Magari raggiungendo anche i reparti di degenza, con inevitabili problemi di carattere igienico-sanitari. Non è la prima volta che si verificano simili casi negli ospedali. Alla fine dello scorso mese c'è stato a Livorno, in Toscana, l'episodio limite di un pensionato aggredito a letto dalle formiche. Prima ancora, il problema si era posto alle Molinette dove centinaia di gatti avevano «colonizzato» alcuni scantinati e controsoffittature. Altri episodi erano stati segnalati anni fa al Maria Adelaide (scarafaggi e pulci) mentre ogni tanto in qualche ospedale ci sono ancora stanze infestate da pidocchi portati da ospiti che usano poco acqua e sapone. Dopo i piccioni malati, colpevoli di aver diffuso la salmonella, a Torino, oggi l'accusato di turno è il gatto selvatico. «L'ospedale è particolarmente esposto a pericoli di questo tipo - spiega il direttore sanitario, Giorgio Balzarro -. Ci troviamo in mezzo alla campagna, con un parco e tanto verde. E' naturale che gli animali trovino comodo farne la loro casa». I rifugi sono tanti, all'aperto tra gli alberi, e dentro l'edificio nei meandri dei corridoi. «Esistono ancora numerosi locali vuoti - dice un infermiere - dove possono entrare e farsi una tana tranquilla. E nessuno riesce a trovarli a meno che si proceda a periodici controlli». Al San Luigi non si stupiscono più di tanto per la presenza dei gatti. «Qui negli anni la fauna è cambiata - ricorda Balzarro -. Una volta c'erano i fagiani selvatici, poi sono arrivati gli istrici. E in seguito si sono dif¬ fusi i conigli selvatici, i topi e infine i gatti». Come in un ciclo biologico dove un animale determina la scomparsa di un altro che a sua volta trova un antagonista più forte. Adesso c'è il problema delle pulci. Sono arrivate con alcune gatte che hanno partorito nei magazzini interrati. «D'accordo con il servizio veterinario sono state disposte ovunque trappole. Sino ad oggi abbiamo catturato una decina di bestie che poi sono state rimesse in libertà ad oltre 50 chilometri di distanza». Nel parco dell'ospedale si stima che vivano almeno altri 30 gatti. «Non possiamo sterilizzarli perché saremmo subito attaccati dalle associazioni che difendono gli animali - dice Balzarro - . L'unica strada è la cattura e la deportazione lonta¬ no quel tanto che ci garantisca da un eventuale ritorno». Prendere un gatto non è facile. «Gli animali sono prudenti e difficilmente entrano nelle gabbie predisposte per la cattura. Co- munque in questo periodo sono scomparsi i topi. Peccato che siano arrivate le pulci». Nel frattempo la direzione sanitaria del San Luigi si è subito mossa. «Oltre alla caccia al gatto - spiega Balzarro - stiamo ultimando le procedure per la gara d'appalto per assegnare i lavori di disinfestazione. Sono altri soldi da spendere ma è necessario intervenire. Soprattutto per noi che siamo in campagna è d'obbligo prevedere una decisa lotta agli insetti e agli animali selvatici». Adriano Provera Medici rassegnati: «Abbiamo già avuto topi, istrici, fagiani» Il direttore sanitario Balzarro e uno dei tanti gatti dell'ospedale

Persone citate: Adriano Provera, Balzarro, Giorgio Balzarro

Luoghi citati: Livorno, Orbassano, Torino, Toscana