Presi gli strozzini a «luci rosse»

30 Con la complicità di istituti di credito una banda ha dissanguato decine di esercenti e artigiani Presi gli strozzini a «luci rosse» Festini hard per ottenere soldi da dare a usura Si abbatte sulle banche il sospetto di legami e complicità con il mondo degli strozzini. Il direttore di un importante istituto di credito nazionale e tre alti funzionari sono stati segnalati alla magistratura: nei loro confronti potrebbe scattare una denuncia per associazione a delinquere finalizzata all'usura. I loro nomi compaiono negli atti dell'inchiesta condotta dal pm Cristina Bianconi insieme con la polizia di Rivoli. Sono accusati di avere concesso fidi a tassi agevolati a una società di prestasoldi. I titolari li ricambiavano organizzando serate hard con prostitute. Finanziamenti a «luci rosse». In meno di cinque anni, dagli sportelli bancari controllati dai quattro dirigenti sono stati concessi prestiti per oltre un miliardo di lire. Grazie a queste somme, dal 1989 gli strozzini hanno potuto estorcere dieci miliardi a novanta commercianti della prima cintura torinese e di altre città del Piemonte. I negozianti erano costretti a sborsare anche il 500 per cento di interessi annui. La banda potrebbe essere coinvolta anche in un delitto. Quello di «Tarzanetto», un pregiudicato freddato un anno fa per uno sgarro a un usuraio. Il magistrato ha ordinato tre arresti. Le manette sono scattate ai polsi di Giuseppe Mazzone, 40 anni, residente a Torino in via Asinari di Bernezzo 26, responsabile della società finanziaria «Group Finacial Broker» di via Pietro Cossa 113/35, della sua amante Luciana Di Liberto, 24 anni, via degli Abeti 22, e di Roberto Sollazzo, 38 anni, via Caraglio 19, una ex «vittima» della coppia diventato strozzino per saldare i debiti. Denunciati per usura anche Claudia Di Lecce, 25 anni, impiegata presso la finanziaria, e due esattori dei crediti, Ugo Gamba, 46 anni e Nicolino Ferrara, 45. Stesso provvedimento è stato emesso contro altri due usurai attualmente latitanti, Paolo Libando, 51 anni e Michele Totaro, 29 anni. Su Mazzone, il capo della banda, pesano le accuse - oltre che di usura - di estorsione, associazione a delinquere e favoreggiamento della prostituzione. Per ottenere i fidi bancari, l'uomo regalava sexy party ai tre dirigenti e al direttore generale, cugino del principale azionista di un famoso istituto bancario. Gli incontri avvenivano nell'appartamento torinese della «maitresse» Rosa Alderio, 40 anni, prostituta di classe che per le sue ragazze riusciva ad ottenere dal Mazzone anche un milione a serata. Il vicequestore aggiunto Salvatore Perrone e il sovrintendente Salvatore Neglia hanno scoperto che, grazie alla complicità della banca, Giuseppe Mazzone era riuscito a mettere in piedi un'organizzazione capace di rastrellare centinaia di milioni, Alla sua finanziaria si sono rivolti decine di commerciati di Rivoli, Grugliasco, Bra e Vercelli, per ottenere prestiti negati dalle banche. Molti sono stati inizialmente ingannati dalla bassa percentuale di interessi richiesta. Ma non durava mai più di sei mesi. Come è successo a Claudio Dametto, 40 anni, proprietario di una tabaccheria nel centro di Rivoli. Stanco delle pressioni ricevute, ha trovato il coraggio di denunciare Mazzone alla polizia. «Non potendo restituire i cinque milioni iniziali dopo sei mesi mi hanno imposto un interesse mensile del 30 per cento. In due anni mi sono dissanguato», ha raccontato l'uomo al sovrintendente Neglia. Dalla sua testimonianza è scattata l'operazione «Usura e Squillo». Mazzone è stato bloccato insieme con la sua amante. Roberto Sollazzo è stato invece arrestato all'aeroporto di Caselle, mentre cercava di scappare in Canada. Il sistema per estorcere il denaro era più che collaudato: collegati al videotel della Camera di Commercio individuavano i clienti più appetibili imponendo loro di firmare cambiali e assegni con cifre da capogiro. Per quelli che non rispettavano le scadenze, si passava poi alle maniere forti. Emanuele Onnis, pubblicitario di 37 anni, si è visto distruggere l'ufficio di Nichelino, in via XXV aprile, all'indomani di una rata saltata. Per non correre più rischi del genere è stato costretto a cedere l'ipoteca del suo alloggio torinese in corso Montecucco 116. Grazia Longo Nei guai 4 bancari Hanno concesso fidi per un miliardo «reinvestiti» a tassi del 500 per cento «Squillo e usura» è il nome dato dalla polizia (nella foto il commissario Salvatore Perrone) all'indagine che ha portato in carcere 3 persone Giuseppe Mazzone, arrestato per usura, estorsione associazione a delinquere e favoreggiamento della prostituzione Accanto Rosa Alderio, denunciata

Luoghi citati: Bra, Canada, Grugliasco, Nichelino, Piemonte, Rivoli, Torino, Vercelli