Sacchi inventa il tridente tuttofare di B. Col.

Prima sfida dopo Usa 94: l'Italia comincia oggi in Slovenia il cammino per gli Europei Prima sfida dopo Usa 94: l'Italia comincia oggi in Slovenia il cammino per gli Europei Sacchi inventa il tridente tuttofare Casiraghi, Zola e Signori tra attacco e centrocampo Il et svela: alla vigilia dei Mondiali eravamo a pezzi MARIBOR DAL NOSTRO INVIATO Il safari europeo dei vicecampioni del mondo prende il volo, e la mira, da Maribor, la Milano della Slovenia, piccola città, piccolo aeroporto, piccola (ma fiera) nazione. Partita facile facile, almeno sulla carta, e di conseguenza gravida di insidie. Noi italiani siamo fatti così, i mundiales di Bearzot fecero 1-1 a Cipro, i «quasi» dell'Arrigo rischiarono il 2-2 a Malta. Ed è proprio questo uno dei dischi più gettonati della vigilia, insieme alle dimissioni del capo delegazione Raffaele Ranucci e al tormentone del modulo, c'è chi dice 4-4-2, chi 4-3-3 e chi né l'uno né l'altro. E' dal 1974 che non disputiamo in trasferta la prima partita post mondiale. Allora - erano i tempi di Bernardini et - perdemmo 1-0 a Zagabria, contro la Jugoslavia, rete di Surjak. In palio, questa sera, ci sono tre punti. E briciole di prestigio. Ha ragione Matarrese: non qualificarci sarà ancora più impossibilissimo. Con tutto il rispetto per Croazia, Estonia, Lituania, Slovenia e Ucraina noi siamo noi. Il Sacchi sloveno si chiama Zdenko Verdenic, e se può permettersi di rinunciare a Florijancic della Cremonese, vuol dire che proprio male non sta. Dovrebbe giocare Katanec, ex Samp, un impasto d'esperienza. Ad aprile, gli sloveni hanno vinto in Ungheria (1-0) e con Cipro (3-0); a giugno, hanno fatto 0-0 in Romania. Occhio, dunque. Anche se nella Coppa dei Campioni 1992-93, il Milan fece polpette dell'Olimpija Lubiana: 4-0 in casa, 3-0 fuori. Italia senza il Codino e senza Juve, non capitava dalla «prima» di Sacchi, 13 novembre 91, 1-1 con la Norvegia a Marassi. Si riparte da capitan Baresi, debutta Panucci, giocano in contemporanea Signori, Zola e Casiraghi. L'armistizio è stato favorito dalla toccata e fuga di Roberto Baggio. Signori il ribelle, Zola l'iracondo. Perdonati perché pentiti, e furbi. Ci fosse stato il Codino, l'Arrigo avrebbe sacrificato Zola. Lo schema pre- vede un assetto variabile, due o tre punte a seconda dei momenti. Gira e rigira, Signori si accomoderà sul fianco sinistro, in linea, più o meno, con gli altri centrocampisti, e questo perché anche la suscettibilità del sommo demiurgo ha un prezzo. Ma poi, ecco la possibilità di affiancare (o subentrare) al bisonte brianzolo e allo spadaccino sardo. Attenzione, però: le consegne, rigorose, prevedono che sempre, a turno, uno dei tre copra la fascia mancina, visto che al centro opereranno Albertini e Dinone, e a destra Donadoni. Il et si augura, e noi con lui, che l'Italia non si limiti a timbrare il cartellino. Fuori discussione la vittoria, l'Arrigo caldeggia un impegno e un'intensità in grado di assicurare, anche e soprattutto, divertimento. «Troppe volte, in passato, siamo stati grandi con i grandi e piccoli con i piccoli. L'erba del massimo (risultato) con il minimo (sforzo) va estirpata una volta per tutte. Onori e oneri. Siamo persone serie? Dimostriamolo». Il distintivo dell'estate americana fu la parola «cultura». Per gli Europei, si cambia: il nuovo stemma è «etica». Sacchi li esige allineati e coperti: la parabola di Panucci e Berti, da ex peccatori a neoredenti, riassume il verbo del buon pastore. Per carità, non è tutto oro quel che luccica. Il campionato è appena cominciato, «la condizione generale non è brillante: se lo fosse, significherebbe che non hanno lavorato». E' a questo punto che il vate svela un inedito yankee, quasi un autospot pubblicitario: «I test fisici effettuati prima di imbarcarci per gli Usa, erano preoccupanti. Vi chiedo scusa per la bugia che fui costretto a propinarvi, ma non potevo agire diversamente. Se siamo arrivati così in alto, lo dobbiamo al fatto che nessuno, dall'interno, remò contro. Il massimo che dovemmo patire e sopportare, fu qualche astensione». Non replica, il et, alle frecciate di Capello contro l'impiego «brasiliano» del Codino e le convocazioni al venerdì (?): «Il mio numero di telefono ce l'hanno tutti». Fuoco alle polveri, dunque. Signori, Zola, Casiraghi. Tridente è un termine che scotta, ma la speranza è che il Beppe laziale finisca per operare il più vicino possibile alla porta. Certo, fa sorridere quel Casiraghi che, ogni tanto, dovrà sconfinare all'ala, ligio agli ordini: quando ce 10 spediva il Trap, gli davano del pirla. Calcio totale, borbotta 11 et. Squadra corta, pressing, diagonale. A quando il karaoke sul fuorigioco? Roberto Beccantini 1 DALLA FINALE MONDIALE COL BRASILE... ...ALL'ESORDIO EUROPEO CON LA SLOVENIA £^ PAGLIUCA © MUSSI COSTACURTA DONADONI ALBERTINI © CASIRAGHI BARESI © D. BAGGIO PANUCCI © ZOLA ll et Sacchi (a sinistra) ha studiato per gli azzurri un assetto variabile A lato, Panucci, esordio in azzurro I NUMERI DI SLOVENIA-ITALIA 21 giocatori sloveni che hanno militato nel campionato italiano, entrambi giunti qui con passaporto jugoslavo: Katanec, che ha giocato fino al campionato scorso nella Samp, e Florijancic, attuale attaccante della Cremonese. 1 f| I campionati d'Europa finora giocati. Gli azzurri disertaI V rono l'edizione inaugurale nel '58-60 e si assicurarono la manifestazione nel 1968, la cui fase conclusiva si giocò proprio in Italia. PÉL I Paesi fin qui affrontati dall'Italia in 84 anni di attività: wV anche la Slovenia (dopo che il 1994 già ci aveva riservato le «novità» Costarica e Nigeria) è avversaria inedita. OA Le partite azzurre di Baresi, che raggiunge questa sera ©V al terzo posto della classifica lardelli, a quota 81 ; gli stanno davanti il recordman Zoff (112) e Facchetti (94). AAVI giorni trascorsi dall'ultima gara di una Nazionale m* E senza juventini: fu Italia-Norvegia, 13 novembre 1991, che segnò l'avvio della gestione Sacchi. [b. col.]