Mi fanno concorrenza le donne nude

E' tornato su Canale 5: «Alla Rai non mi hanno chiesto di dirigere niente» E' tornato su Canale 5: «Alla Rai non mi hanno chiesto di dirigere niente» Mi fanno concorrenza le donne nude Costanzo nel nuovo Show ROMA. L'altra sera, finita la registrazione della prima puntata della trasmissione, Maurizio Costanzo ha radunato i cronisti in palcoscenico e, offrendo pasticcini e spumante, ha esordito: «Ho due dichiarazioni da fare. Primo, non ho niente da dire. Secondo, dalla Rai non mi hanno offerto nessuna direzione di rete né di tg». E se la offrissero? «Difficile. La Fininvest mi ha messo sotto contratto per 4 anni». E' giusto cambiare i direttori di rete? «Non conosco le opere di Nadio Delai, ma Minoli e Guglielmi sono dei grandi professionisti. Adesso c'è questa smania di sostituirli: io non ci arrivo. Il consigliere Cardini ha già licenziato Guglielmi due volte». E tutti i soldi distribuiti? «Ma quali soldi, 3 milioni alla Cancellieri, un compenso a Minoli per aver creato - finora del tutto gratuitamente - Mixer, 30 milioni di gratifica in un anno ai direttori, mi sembrano cifre assolutamente normali e giuste». Critico con i professori, è critico anche adesso? «Questi mi paiono più prudenti. Però resto colpito da questa idea diffusa, che si possa guidare un colosso come la Rai essendo completamente a digiuno di tv e di spettacolo. Non so, mai che gli venisse in mente di chiamare Strehler o Garinei o Pontecorvo, che sta facendo Venezia benissimo, o magari Scola. E pensare che la tv è così difficile, io stesso, se mi offrissero una dire- zione di rete, forse direi no». Solo pochi mesi fa non aveva intenzione di dar vita al Terzo polo con Santoro? «Sì e "telesogno" resta. Ma bisogna che ci siano le condizioni giuste: prima di tutto Rai e Fininvest devono rinunciare ad una rete, vale a dire devono sbloccare il mercato. Poi è necessario garantirsi il plafond pubblicitario. Infine, deve essere una tv di livello, certo non mi imbarcherei in un'operazione di cabotaggio minimo, dato che sto benissimo dove sto». Ha ricevuto soldi quando con Santoro ha proposto l'azionariato diffuso? «Sì, la gente ha mandato denaro, ho finito di restituirlo a luglio. Arrivavano le 100, le 200 mila lire con la richiesta: lasciatemi un'azione, lasciatemene due... Beh, per ora non se ne fa niente, ma sono sicuro che prima o poi il telesogno si realizzerà». Farà venire i politici in trasmissione quest'anno? «E come no». Problemi? «Per via di Berlusconi? Neanche uno. Io non ho mai subito pressioni o censure e sono certo che non le subirò neanche adesso». Ha già cominciato a sparare su Matteoli. «E certo, se uno dice che i bracconieri gli stanno simpatici... Sarebbe come se il ministro dell'Interno dicesse che gli scippatori sono una delizia e quello della Giustizia si facesse delle matte risate sugli stupratori». Non è di cattivo gusto che Berlusconi esibisca tutta questa ricchezza? «La ricchezza di Berlusconi è controbilanciata dalla canottiera di Bossi». E D'Alema? «La maggioranza ha al suo interno il principale partito d'opposizione. Per questo, ogni tanto, dell'opposizione vera si perdono le tracce». Come si muoverà con la campagna elettorale? «Lancio un appello: o cambiate il Garante o cambiate le regole del Garante». Non ha paura che la tv diventi una cassa di risonanza per i politici? «Ma la tv è un'arma a doppio taglio. Quando la telecamera indugia sul viso di un politico, quante cose si capiscono!». Qui in Fininvest vi manca Berlusconi? «Eh sì, sarebbe sciocco dire di no. Oh, badi bene: Fedele Confalonieri è il migliore di tutti noi. Ma Berlusconi era un editore vero, che si interessava di tutto e sapeva decidere con una velocità che ha fatto la nostra fortuna. Proprio questo - la velocità nel prendere la decisione giusta - ci manca adesso, inevitabilmente». Tv orrenda come dicono tutti? «Se gli ipercritici guardassero la tv degli altri Paesi non potrebbero che ammettere la verità: la televisione italiana è la migliore del mondo». ElaBbc? «Una rottura di balle allucinante». Quale concorrente teme? «Tutti, perché non sottovaluto mai nessuno. Ci darà fastidio Barbato, come l'anno scorso ci ha dato fastidio l'approfondimento del Tgl, che era fatto benissimo. E poi sa che cosa ci toghe ascolto dopo mezzanotte? La pubblicità dei telefoni erotici, con le donne nude». Giorgio Dell'Arti Maurizio Costanzo: il telesogno del terzo polo non è morto

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