SE VINCE LA FORZA DEL MALE di Barbara Spinelli

Mancano le garanzie serbe, Giovanni Paolo II costretto a rinviare il viaggio nei Balcani SE VINCE LA FORZA DEL MALE LA popolazione di Sarajevo si sentirà ancora più sola, giovedì mattina quando si sveglierà e non potrà accogliere Giovanni Paolo II in pellegrinaggio da Roma. Questa visita l'aveva attesa, aveva costruito su di essa speranze. Voleva opporla come uno scudo alla spada dell'aggressore serbo e dire a se stessa: dall'Occidente infine viene l'amico che sa nominare gli aggressori, che riconosce i resistenti; da Roma viene l'Europa che tanto ci ha delusi in questi anni di guerra, di assedio e di solitudine. Adesso non verrà più nessuno - dirà ancora Sarajevo a se stessa adesso lo stesso sperare è follia. Così sarà interpretata, inevitabilmente, la decisione del Papa di rinviare la visita a Sarajevo. Così sarà ricordato l'immane duello vinto infine dai serbobosniaci che cingono d'assedio la città. Il Papa aveva detto nelle settimane scorse: «Nessuno può dire dove il Papa deve andare». E invece l'aggressore serbo ha potuto dirlo, ha preso in ostaggio tutta la popolazione di Sarajevo per dirlo. Da tempo ormai è la tattica dei suoi assedi, da quando son cominciate le guerre panserbe in ex Jugoslavia. Sempre sono state prese in ostaggio le città, e usate a fini di ricatto le popolazioni civili. Difficile per il Pontefice sfidare l'assediante e partire lo stesso, in questa guerra che non si esprime in scontri armati regolari ma in carneficine di cui non s'intravede la fine, contro uomini disarmati. Il Papa non è stato sconfitto, perché la sua volontà resta intatta. Ma per la popolazione di Sarajevo quella di oggi è una disfatta, terribile. E per i serbo-bosniaci la vittoria è grande. Il Papa era partito come per conquistare l'inferno, per vincerne la potenza. Flectere si ne- Barbara Spinelli CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Giovanni Paolo Ii

Luoghi citati: Europa, Jugoslavia, Roma, Sarajevo