«La mia macchina del tempo per vedere l'Universo»

«CREAZIONE» Teologi e scienziati a confronto: ci sono stati infiniti «Big-Bang» che hanno dato il via a mondi diversi «La mia macchina del tempo per vedere l'Universo» A Venezia il fisico che ha «osservato» le origini del cosmo ALLE PORTE DELLA «CREAZIONE» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Un soffio di vento ha disperso nel Canal Grande gli appunti che Ermanno Olmi si era preparato per il convegno internazionale «Le origini dell'Universo». Così almeno ha raccontato dopo aver seguito con attenzione e smarrimento le relazioni di fisici e teologi, filosofi e astronomi, per giustificare il suo intervento breve e apparentemente improvvisato. Ma vero o inventato che sia, l'incidente è diventato una metafora della vanità del sapere umano di fronte all'assoluto. Organizzato a supporto della presentazione del film «Genesi: creazione e diluvio» che Olmi ha tratto dalla Bibbia per Raiuno, Banca di Roma e Lube, il convegno svoltosi ieri alla Fondazione Cini nell'isola di San Giorgio doveva essere un abbraccio tra culture diverse. Poteva sancire la sostanziale coincidenza tra il Big-Bang degli astrofisici, la Creazione dei teologi e la Causa Prima dei filosofi. Ma non è stato così. Ognuno ha scrupolosamente ridefinito i confini della propria disciplina. A cominciare da Massimo Cacciari, che in veste di filosofo più che di sindaco di Venezia ha introdotto i lavori precisando brutalmente come ogni scienza dell'inizio dell'Universo sia infondata perché il pensiero umano non può porsi fuori dell'inizio, ma è esso stesso un prodotto dell'evoluzione cosmica. Tesi che è stata ripresa dal teologo Gianfranco Basti, dell'Università Gregoriana, e riportata addirittura al pensiero di sant'Agostino e di san Tommaso. Un terreno scivoloso, quello della teologia e del ragionamento filosofico. Gli scienziati hanno preferito non metterci piede. George Smoot, un signore di 49 anni con occhiali da miope, è l'uomo che ha visto più lontano nel tempo e nello spazio. Non grazie ai suoi occhiali ma per mezzo di un satellite che si chiama Cobe, da Cosmic Background Explorer. Smoot ha visto com'era l'Universo trecentomila anni dopo la sua nascila, quando la nebbia primordiale si diradò e per la prima volta, quindici miliardi di anni fa, comparve la luce. Smoot annunciò l'osservazione fatta dalla sua équipe di 1600 ricercatori il 23 aprile 1992. E, dopo aver raccontato la scoperta nel libro «Le pieghe dell'Universo» (Mondadori), ieri ha spiegato nel Palazzo della Fondazione Cini il suo contributo alla cono- scenza dell'origine del cosmo. Nella radiazione del Big-Bang che ancora permea tutto l'Universo, ha misurato differenze di temperatura di un centomillesimo di grado. E' di Lì che si sono formate le galassie. John Barrow, professore di astronomia all'Università del Sussex (Gran Bretagna) ha interpretato la parte che lo ha reso popolare nel mondo: quella di profeta del «Principio antropico», secondo il quale tutto l'Universo appare predisposto come un orologio per dar luogo alla vita e all'autocoscienza dell'uomo. Questo è un argomento che può piacere ai teologi, ma il Premio Nobel Steven Weinberg lo ha prontamente demolito proprio mentre nella sala del convegno prendeva posto il cardinale di Venezia. «Le teorie più recenti ci dicono che ci sono infiniti Big-Bang e ognuno dà luogo a un universo con regole fisiche diverse. E' solo un caso che nel nostro si sia sviluppata la vita. Non cercate rassicurazioni nella scienza: quanto più comprendiamo l'universo, tanto più ci appare senza scopo». Smoot, spingendosi con il satellite Cobe fino a trecentomila anni dal BigBang, ha affrontato un tempo in cui il cosmo aveva appena un cinquantamillesino di milionesimo dell'età che ha oggi. Come osservazione diretta della Genesi è un primato. Ma la fisica delle alte energie - ha ricordato Margherita Hack, dell'Osservatorio di Trieste - si spingono ben più in là. Quando Rubbia nell'acceleratore del Cern di Ginevra produce le particelle W e Z crea le condi¬ zioni che esistevano un millesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big-Bang. E Weinberg e Hawking nelle loro speculazioni si spingono fino al tempo di Planck, l'era della gravità quantistica, quando le quattro forze fondamentali della natura erano una cosa sola. Cioè a circa un centomilionesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo dopo la creazione... Piero Bianucci Con un satellite si è «spinto» a 300 mila anni dopo la nascita delle galassie 70 3,5 MILIONI 3,5 MILIONI CENOZOICO. MAMMIFERI, CETACEI E NUOVI MOLLUSCHI. APPARE L'AUSTRALOPITHECUS, L'ANTENATO DELL'UOMO miiiomi NEOZOICO. . MILIONI COMPARE L'HOMO HABILIS DA CUI DERIVA L'HOMO ERECTUS 300 MILA COMPARE L'HOMO SAPIENS 70-35 MILA E' IL MOMENTO DELL'UOMO DI NEANDERTHAL INCOMINCIA A ESPANDERSI 50 MILA L'HOMO SAPIENS SAPIENS, OSSIA L'UOMO MODERNO 70 3,5 MILIONI 3,5 MILIONI CENOZOICO. MAMMIFERI, CETACEI E NUOVI MOLLUSCHI. APPARE L'AUSTRALOPITHECUS, L'ANTENATO DELL'UOMO miiiomi NEOZOICO. . MILIONI COMPARE L'HOMO HABILIS DA CUI DERIVA L'HOMO ERECTUS 300 MILA COMPARE L'HOMO SAPIENS 70-35 MILA E' IL MOMENTO DELL'UOMO DI NEANDERTHAL INCOMINCIA A ESPANDERSI 50 MILA L'HOMO SAPIENS SAPIENS, OSSIA L'UOMO MODERNO

Luoghi citati: Ginevra, Gran Bretagna, Trieste, Venezia