Jane la natie dello scarabeo di Andrea Di Robilant

Jane, la natie dello scarabeo Jane, la natie dello scarabeo Blitz della Fonda a Luxor con cena di gala ATTRICE E AMBASCIATRICE ILUXOR L grande sole arancione è calato da poco sul Nilo e un venticello caldo e secco soffia tra le rovine di Luxor. Quando Jane Fonda entra maestosamente nel grande tempio di Karnak, i membri della banda militare travestiti da faraoni (tunica e fazzoletto striato in testa) intonano la marcia trionfale dell'Aida. E un dignitario egiziano si lascia sfuggire che i monumenti «sembrano essere stati eretti apposta per lei». Jane Fonda non era mai stata in Egitto e ci teneva a fare questo blitz notturno Cairo-Luxor e ritorno, prima di buttarsi nella mischia della Conferenza su popolazione e sviluppo che si è aperta ieri nella capitale. «Ora sono così emozionata che mi vengono le lacrime agli occhi. Questa è sicuramente l'esperienza più magica e profonda che io abbia mai vissuto. Essere accolta in questo modo, di notte, con queste straordinarie rovine illuminate. E poi la marcia dell'Aida. Dio mio, è un ricordo che custodirò con amore per tutta la mia vita». L'ex attrice americana ha un incarico ufficiale: ambasciatrice del Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite. E nemmeno tra le rovine di Luxor rinuncia al suo ruolo. Dice: «Sono d'accordo con il Presidente degli Stati Uniti: l'aborto dovrebbe essere sicuro, legale e raro» E ancora: «Sono convinta che non ci potrà essere pace senza sviluppo. Io e Ted (Turner, fondatore della Cnn, ndr) siamo molto preoccupati per i livelli di consumo al Nord rispetto al Sud del mondo». L'ambasciatrice Fonda porta un completo di cotone grigio perla e scarpe da sera senza tacchi. Alle orecchie, due magnifiche perle con una monta¬ tura di brillanti. Sul petto, una collana di palle di vetro antico. Il corteo passa lungo il maestoso colonnato che porta al tempio della dea Mut e si ferma davanti al lago sacro dove gli antichi sacerdoti si bagnavano prima di iniziare i loro riti religiosi. Una ventina di tavoli sono apparecchiati per la cena. Con Jane Fonda ci sono i figli di Ted Turner, convalescente negli Stati Uniti dopo un'operazione per un cancro alla pelle. Laura ha messo in piedi una fondazione per salvare il fiume di Atlanta e aspetta il suo secondo bambino; Jenny, ha finito gli studi cinematografici («No, non sono interessata a fare l'attrice come Jane: voglio fare la regista di documentari»); Rhett, che lavora con il padre, ma ha preso un anno per chiarirsi le idee. «Nostro padre? Sta recuperando bene». E fissando una telecamera egiziana: «Ciao, papà. Stiamo tutti bene, guarisci presto». Al tavolo d'onore c'è anche la deputata americana Pat Schroeder, amica di Jane Fonda. «Pat, ho saputo che sei stata in Sud Africa. Non ti veniva da piangere? Io piangevo dall'emozione ogni volta che accendevo la televisione». Al tavolo accanto siedono Hussein, il Warren Beatty egiziano che per l'occasione si è messo un completo viola, e la bella attrice Yossr, molto nota in Egitto. Jane, è mai tentata di fare un altro film? «Assolutamente no. Non c'è nulla di più affascinante che la vita accanto a mio marito». Dalle rovine intorno al lago sacro, dove i pesci-gatto hanno sostituito i coccodrilli di tremila anni fa, sbucano camerieri che servono paté di legumi, pollo in fricassea, piramidi di cioccolato e un vin rosé chiamato Rubis d'Egypte. Il ministro del Turismo egiziano offre la cittadinanza di Luxor a Jane Fonda. In suo onore il soprano Ratiba El Hefny canta la morte di Aida, disturbata dalle preghiere del muezzin che arrivano dal paese. Ormai è mezzanotte passata e l'aereo aspetta sulla pista per riportare l'attrice e i suoi amici al Cairo. Jane Fonda ringrazia commossa e il corteo lascia il tempio di Karnak sotto lo sguardo immobile del sacro scarabeo gigante. Andrea di Robilant Jane Fonda è ormai un'ex attrice e interverrà alla Conferenza A destra il marito Ted Turner proprietario della Cnn

Luoghi citati: Atlanta, Cairo, Egitto, Stati Uniti, Sud Africa