«Umberto D»? Mai in prima serata

«Umberto P»? Mai in prima serata Rai e Fininvest non possono dare il film, bollato nel '52 come «disfattista» «Umberto P»? Mai in prima serata Manuel De Sica protesta contro V«assurda censura» VENEZIA. «Umberto D», il famoso film di Vittorio De Sica, censurato. E perché mai? Roba da non crederci, alla soglie del Duemila, con tutta la violenza che si vede sugli schermi. Eppure è proprio così, dal momento che Manuel De Sica, figlio del grande regista del neorealismo italiano, s'è scagliato contro «quell'assurda forma di censura che sin dal 1952 aveva bollato come "disfattista" il film e ne aveva impedito la visione in prima serata tv per i suoi contenuti politici e sociali». Un marchio che, forse «per dimenticanza», continua a portarsi dietro ancor oggi. Nell'Italia di oggi succede anche che un film innocente come «Umberto D» possa essere relegato in fasce orarie notturne «fuori dalla portata dei bambini». Manuel De Sica ha saputo della censura casualmente, rivolgendosi a Rai e Fininvenst che non mandavano in onda in prima serata il film del padre. Risposta: «Abbiamo le mani legate dalla censura. Sarà anche per una dimenticanza, ma non possiamo trasmetterlo». Il caso «Umberto D» ha suscitato un vespaio di polemiche. A Venezia la richiesta è unanime: abolire la censura e permettere la messa in onda del film in prima serata tv. Si dice al Lido: «E' impossibile che il capolavoro di De Sica ancor oggi sia vietato ai minori "per disfattismo"». Il direttore della Mostra Pontecorvo è furente: «Ricordiamoci che erano i tempi in cui Giulio Andreotti e i suoi tirapiedi dicevano che i panni sporchi bisognava lavarli in famiglia. E così hanno riempito di vergogna una delle glorie della cultura italiana del neorealismo. "Umberto D" ha avuto per l'Italia un effetto più benefico di una vittoria militare. Sottoscrivo ogni appello per togliere questa assurdità». Walter Veltroni, direttore dell'Unità ed esperto di cinema, non era a conoscenza dell'esistenza della censura. «E' una follia. Chiunque possa rimuoverla si riunisca immediatamente, anche subito». E ancora: «Pensare che in un Paese come l'Italia il film di De Sica sia vietato ai bambini è un segno dei tempi». Giuliana De Sio, interprete del film «La vera vita di Antonio H.», definisce l'opera di De Sica «uno dei più bei film della storia del cinema. Questa censura è talmente ridicola che non credo sia difficile rimuoverla. E' incredibile. Io ho visto "Umberto D" almeno venti volte, è una storia straordinaria, non disfattista. Questo film deve andare in tv anche in prima serata per essere visto da più persone possibile. Sono totalmente solidale con Manuel». «Tra l'altro - osserva Manuel De Sica - per trasmettere il film in prima serata non si può ricorrere neppure ai "tagli", un escamotage che venne usato per "La ciociara": perché questo film di mio padre non contiene scene scabrose. Soltanto la presidenza del Consiglio e il Comitato censura possono cancellare un marchio del genere. C'è una legge che stabilisce il perdurare dei divieti sulle pellicole nel tempo. Il film dice Manuel - non piacque ai politici dell'epoca. Giulio Andreotti scrisse addirittura alla Biennale del Cinema per evitare che fosse premiato». [s. n.] Manuel De Sica: «E* incredibile»

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