Professore e criminale

Professore e criminale Professore e criminale Con le «Animefiammeggianti» nell'infelicità degli Anni 90 VENEZIA. Applausi complici e irridenti insieme, grida di «Bravo!», boati, euforia degli spettatori affettuosi del «Panorama italiano»: successo pure per «Anime fiammeggianti» del trentottenne Davide Ferrano, commedia surreale su un professore di liceo, Giuseppe Cederna, che decide di «mettersi in sintonia con la realtà» che lo circonda, diventando un criminale; che scopre come l'amore sia la sola cosa importante anche se nessuno s'innamora mai della persona giusta; che forse alla fine muore planando dal cielo verso terra con un piccolo aereo senza più carburante e baciando sulla bocca Alessandro Haber, delinquente amoroso. All'inizio sono vecchie fotografie di Lenin, vecchie immagini di «Aleksandr Nevskij» di Ejzenstejn, la voce ruvida di Bossi e la voce scivolosa di Berlusconi, a dare l'idea d'una perdita, d'una depressione smarrita, aggravata dalla moglie che se n'è andata e visitata da incontri stravaganti come la vita. Dall'armadio esce la Madonna (Monica Scattini): vuol fare due chiacchiere, seguiterà ad apparire spesso (anche al volante o in cucina), predilige il professore perché si chiama Rosario, vuole vederlo diventare «semplice, semplice, semplice». La moglie del professore Elena Sofia Ricci fa l'investigatrice in casi di adulterio, scrive fiabe allusive che il film visualizza in bianco e nero, è perseguitata dall'amante di sua sorella, innamorato pazzo e deciso a non rinunciare a lei, si occupa di una nipotina sordomuta, finisce con la bambina a contemplare la prigione di antenne televisive che racchiude le case di città. Massimo Ghini, al quale il professore con la pistola ruba l'automobile, si giustifica: «Abbiamo la Mercedes, ma siamo di sinistra». Il professore insegna con l'arma sulla cattedra, la usa per difendersi dai mendicanti e per rapinare dischi, uccide il preside che vuol licenziarlo; «E' un porco mondo, sappiamo soltanto rubare e amare», però l'amore è infelice. Molte avventure, gags e trovate sono divertenti, mentre le parti più visionarie risultano pesanti e malrealizzate; gli attori sono affiatati ed efficaci, mentre l'idea centrale è troppo semplificata; la «commedia disperata ma non seria» sulla infelicità dei Novanta italiani è imperfetta, a volte volontaristica e stagnante, intelligente. 11. t.) Insegnante di liceo tiene la pistola sulla cattedra Attori affiatati ed efficaci, molte avventure Sopra: Alessandro Haber e Giuseppe Cederna nell'aereo che si schianterà. Qui accanto il regista di «Anime fiammeggianti», Davide Ferrarlo

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